Caltanissetta potrebbe diventare un riferimento internazionale per le tematiche relative alla Dieta Mediterranea, che un recentissimo documento dell’Istituto Superiore di Sanità ha indicato come efficace sul piano terapeutico, della prevenzione di numerose patologie ed ecosostenibile, con un documento realizzato in collaborazione con 20 società scientifiche accreditate.
É in corso la ristrutturazione dell’edificio storico dell’ex Carcere borbonico alle spalle della Cattedrale, finanziato per 3 milioni di euro su un progetto della precedente Amministrazione Gambino che aveva costruito una rete di oltre 130 istituzioni e associazioni a supporto del Parco mondiale della Dieta e dello stile di vita mediterraneo, collegato con l’UNESCO, progetto a cui ha lavorato per tre anni l’assessore Francesco Nicoletti. In quell’edificio dovrebbero avere sede le attività di promozione della Dieta Mediterranea, la scuola di cucina mediterranea con cucine dedicate, aule didattiche e ambienti per il turismo esperienziale, biblioteca specialistica e raccolta antropologica di ricette tradizionali e di tutto quanto è stato prodotto sul cibo mediterraneo.
Peraltro l’Università di Palermo aveva annunciato la possibilità di ospitare a Caltanissetta un corso di laurea in scienze enogastronimiche, che proprio nello storico palazzo potrebbe avere una sede prestigiosa.
Così come con 9 milioni di euro (fondi PNRR) è stato finanziato lo hub del cibo mediterraneo a Xirbi, ristrutturando ed ampliando locali preesistenti, per ospitare uno spazio fieristico dedicato, il Polo dell’agro-alimentare mediterraneo, al centro della Sicilia e nei pressi dello snodo ferroviario più importante dell’interno dell’Isola.
Non si conoscono le intenzioni dell’attuale Amministrazione rispetto a queste risorse e sopratutto al progetto complessivo, che si è rivelato lungimirante e concreto.
Infatti proprio in questi giorni l’Istituto Superiore di Sanità (ISS) ha comunicato che la Fondazione dieta mediterranea, la Società italiana nutrizione artificiale e metabolismo (Sinpe) e dalla Società italiana per la prevenzione cardiovascolare (Siprec), con il supporto metodologico dell’Iss”, hanno messo a punto gli standard per la definizione scientifica della Dieta Mediterranea.
La Dieta Mediterranea può essere quindi considerata come un farmaco, influendo su prevenzione, cura e riabilitazione di diverse patologie.
Il documento risponde a 10 domande (da ‘Qual è l’efficacia della Dm nel ridurre la mortalità?’ a ‘La Dm è sostenibile?’) ed è stato realizzato con il contributo di oltre 20 società scientifiche nazionali e stakeholder, spiega l’Iss. E’ il risultato di un’approfondita analisi della letteratura scientifica e del lavoro di un gruppo multidisciplinare di esperti, che ha portato a elaborare oltre 50 raccomandazioni sull’impatto della dieta mediterranea su mortalità, malattie cardiovascolari, neurologiche, oncologiche, metaboliche, muscolo-scheletriche, fragilità e disabilità nell’anziano, malattie autoimmuni, malattie della gravidanza.
Il contenuto è destinato a tutti i professionisti sanitari e sociali e le raccomandazioni contenute nel documento sono rivolte anche ai decisori politici e ai responsabili di strutture sanitarie, sociali ed educative.
“La dieta mediterranea non è solo un patrimonio culturale, ma rappresenta un modello alimentare riconosciuto dall’Unesco come bene immateriale dell’umanità. Con queste nuove linee guida si intende rafforzare il suo ruolo nella prevenzione, a diversi livelli, e nella promozione della salute pubblica“, ha commentato Nicola Veronese, della International University of Health Sciences Saint Camillus.
I benefici della dieta mediterranea sono documentati in numerosi ambiti: malattie cardiovascolari, patologie oncologiche, diabete e patologie metaboliche, obesità e sovrappeso, salute neurocognitiva, osteoporosi e fragilità, sarcopenia, artrosi, salute materno-infantile.
Inoltre la Dieta Mediterranea migliora la qualità della vita, misurata in Qalys, e riduce i costi sanitari diretti con un impatto positivo sui bilanci dei sistemi sanitari grazie alla diminuzione dei costi per le cure.
Nel progetto di Parco dello stile di vita mediterraneo sarebbero coinvolte le reti delle cucine della dieta mediterranea, delle ludoteche dello stile mediterraneo, dei centri multimediali, le reti commerciali, dei castelli e dei borghi, del patrimonio naturalistico, rurale, della biodiversità, la rete del patrimonio culturale, materiale ed immateriale, della mobilità dolce (vie Francigene, via delle Rosalie, via dei Frati) e della mobilità ordinaria.
Riuscirà la città di Caltanissetta a non perdere l’opportunità di essere riferimento nazionale su questo tema così importante per lo sviluppo alternativo ed ecosostenibile del nostro territorio? I fondi ottenuti dal PNRR possono costruire una premessa di futuro per la città, oltre ad attivare la rigenerazione urbana, sopratutto nel centro storico.
Sarebbe un progetto perfettamente coerente con l’indirizzo dei corsi universitari presenti in Città, orientati verso le scienze della salute e del benessere.
Bisogna avere la capacità operativa di passare dalle parole ai fatti. Senza perdere altro tempo.
(fonte ADNKRONOS per la parte relativa al documento dell’Istituto Superiore di Sanità).
