La campagna acquisti ha dato i suoi frutti: i voti “pesanti” dei due consiglieri di fascia E di Orgoglio Nisseno di Caltanissetta sono stati determinanti per eleggere Walter Tesauro Presidente della Provincia, che torna a gestione non commissariale dopo più di dieci anni di limbo burocratico.
L’on. Michele Mancuso può tirare un sospiro di sollievo. Per il momento. Perchè l’analisi del voto dei consiglieri comunali dei diversi paesi della provincia fa emergere una serie di segnali.
Nei comuni più piccoli, tutti nella zona nord della provincia, il Vallone, in teoria il regno originario di Mancuso, vince Conti (Sindaco di Niscemi) 40 a 36 su Tesauro. Anche nei comuni fino a 5.000 abitanti, vince Conti con 18 voti e Tesauro è superato anche da Di Stefano (Sindaco di Gela), con 16 voti contro 15.
Nei Comuni intermedi lo stacco a favore di Conti è ancora più netto. Nelle due città principali, dove 1 voto vale 0,7 (in fascia A i voto vale =,1), vince Di Stefano con 25 voti, crolla Conti con 5 e Tesauro incassa 19 consensi.
Sono proprio questi 19 consensi “pesanti” a determinare, con la conversione del voto ponderato, la vittoria di Walter Tesauro.
Dietro questi risultati si legge intanto una spaccatura verticale nel campo del centro-destra. La candidatura di Conti, sindaco di Niscemi e presidente ATI, era emersa da una coalizione promossa dalla Lega, che aveva raccolto i consensi di tutte le altre formazioni di centro-destra, compreso Fratelli d’Italia (nonostante le contorsioni dei distinguo nisseni) dopo che Mancuso aveva candidato Tesauro e quindi in aperta contrapposizione rispetto alla sua leadership.
Subito dopo una aggregazione trasversale di Sindaci dei piccoli Comuni del nord della Provincia aveva presentato una sua lista per il Consiglio provinciale, sganciandosi ciascuno dalla propria appartenenza politica (che nonostante le liste civiche era ben chiara e conosciuta) e “liberando” il proprio voto per il Presidente rispetto ad una valutazione sul diritto dei piccoli centri ad avere pari dignità nelle scelte politiche e di investimento, che inevitabilmente suonava come incompatibile con le candidature dei due sindaci del Comuni principali, Caltanissetta e Gela.
Dall’altro lato dello schieramento, riproposto il copione ormai tristemente collaudato dell’assenza clamorosa di una lista del PD, il secondo partito italiano che si sottrae alla verifica a distanza ravvicinata sul territorio, mimetizzato talmente bene da essere invisibile nella lista a sostegno del Sindaco di Gela, anche se poi riesce ad eleggere due dei dieci consiglieri provinciali: Cuvato e Carapezza.
Il secondo tempo di questa performance si presenta con un doppio possibile finale: regolamento dei conti nel centro-destra, con Mancuso che “non fa prigionieri” e caccia gli esponenti dei partiti “fedifraghi” dalle Giunte comunali e dei delegati provinciali che dovrà nominare (ops, è Tesauro che dovrà nominarli), oppure trattativa per una “pace armata” sul territorio, con i “fedifraghi” che dovranno baciare la pantofola del confermato padre-padrone del centro-destra per mantenere le postazioni e preparare meglio la vendetta alle prossime elezioni regionali.
All’incasso dovrebbero passare i due di “Orgoglio Nisseno” (pirandelliano e distopico oggi l’effetto di questa denominazione) con almeno un assessore da “conquistare” a Caltanissetta in un prossimo “rimpasto” della Giunta comunale. Nel frattempo “Orgoglio Nisseno” entra nel grande pentolone di “Grande Sicilia” (Lagalla-Lombardo-Miccichè) che punta su scala regionale a tenere al guinzaglio Forza Italia e le sue espressioni di governo sul territorio.
Gli eletti al Consiglio provinciale certificano la posizione di minoranza di Forza Italia: solo 4 seggi a Forza Italia, 1 a Fratelli d’Italia, 1 Lega, 3 Noi con Terenziano e 1 Civici (anche se due tra questi sono del PD)
Il tutto assolutamente disconnesso da qualsivoglia progetto di sviluppo per il territorio provinciale, da qualsiasi indirizzo in merito alle competenze della Provincia da potenziare, (mentre le strade provinciali si sbriciolano e molte scuole cadono a pezzi), di qualsiasi indicazione su come andranno spese le ingenti risorse finanziarie di cui oggi la Provincia dispone per opere pubbliche da realizzare.
È stato soltanto un piccolo Risiko su un territorio sempre più desertificato, un gioco stanco e sterile di una “politica” fatta soltanto di posizionamenti fini a se stessi, senza respiro.
Senza futuro
Questi i risultati dettagliati del voto dei Consiglieri comunali per il presidente della Provincia:
Fascia A Comuni fino a 3.000 abitanti (Acquaviva, Bompensiere, Campofranco, Montedoro, Milena, Marianopoli, Resuttano, Sutera, Villalba) : Conti 40 Tesauro 36, Di Stefano 14 Scheda Bianca 1
Fascia B Comuni da 3.001 a 5.000 abitanti (Butera, Delia, Vallelunga, S. Caterina) : Conti 18, Tesauro 15, Di Stefano 16
Fascia C Comuni da 5.001 a 10.000 abitanti (Serradifalco, Sommatino) : Conti 15, Tesauro 9, Di Stefano 3
Fascia D Comuni da 10.001 a 30.000 abitanti (Riesi, Mazzarino, Mussomeli, Niscemi e S. Cataldo): Conti 36, Tesauro 29, Di Stefano 16, Nulla 1
Fascia E Comuni da 30.001 a 100.000 abitanti (Caltanissetta e Gela): Conti 5, Tesauro 19, Di Stefano 25
Foto di Ivana Baiunco