2 giugno: le Madri costituenti e la qualità della nostra democrazia

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Adele Bei, Bianca Bianchi, Laura Bianchini, Elisabetta Conci, Maria De Unterrichter Jervolino, Filomena Delli Castelli, Maria Federici Agamben, Nadia Gallico Spano, Angela Gotelli, Angela Guidi Cingolani, Nilde Iotti, Teresa Mattei, Angelina Merlin, Angiola Minella Molinari, Rita Montagnana, Maria Nicotra Verzotto, Teresa Noce, Ottavia Penna Buscemi, Elettra Pollastrini, Maria Maddalena Rossi e Vittoria Titomanlio.

Ventuno donne, le Madri della nostra Repubblica, elette il 2 giugno all’Assemblea Costituente, nel giorno in cui per la prima volta le donne italiane potevano esprimere un voto politico. Ventuno tra 556, appena il 4%, alcune giovanissime, 25 anni appena compiuti come Teresa Mattei, ma coraggiose e preparate al compito fondamentale di scrivere la Carta di identità della nuova Repubblica democratica e di iscrivere in essa lo sguardo e il cuore delle donne.

Per questo la nostra Costituzione è democratica, inclusiva, centrata nei suoi principi fondamentali sulla democrazia sostanziale, non solo sulle forme giuridiche del liberalismo classico. Per loro nell’art. 3, quello sulla uguaglianza e la dignità sociale di tutte e di tutti, è scritto “rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini” guardando alla quotidianità concreta in cui si svolge la vita e si misura l’efficacia dei diritti e la qualità di una democrazia.

Hanno sostenuto il confronto difficile con il patriarcato giuridico e politico di cui era intrisa la classe dirigente storica del Paese, e combattuto per affermare il diritto delle donne a svolgere tutti i lavori e le professioni e ad accedere a tutte le cariche pubbliche, partecipando al dibattito senza subalternità né timori reverenziali, presentando emendamenti, battendosi insieme, donne di partiti diversi e contrapposti, per affermare le ragioni dell’altra metà del cielo nella Repubblica che stava nascendo. E che grazie a loro non è nata orfana di madre.

Dopo 79 anni la vita delle donne italiane è molto cambiata, ma ancora oggi il rispetto della dignità femminile in tutti gli ambiti della vita, a cominciare dalle relazioni personali e dalla famiglia, non è scontato e troppo spesso, intollerabilmente, emerge la violenza della discriminazione che esplode nella ferocia dei femminicidi.

Portare a termine nella società, capillarmente, il lavoro delle 21 Madri costituenti è il compito nostro dell’oggi: compito delle donne e degli uomini di un Paese che senza questo salto di qualità ancora non potrà dirsi pienamente democratico.

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