Le indagini del Commissario Falconara 3° puntata

Lillo Ariosto
Lillo Ariosto 676 Views
4 Min Leggere

Il rapimento di Beniamino

Beniamino era il gatto di razza british shortair damo di compagnia di Teresa Lo Celso (dove damo sta – per il dizionario Treccani – come corrispettivo maschile di dama), vedova da lunga data di Giovanni Bonsignore, rinomato stagnino con clientela nobiliare. Il nome originale del micio sarebbe stato Benjamin. Così aveva indicato il commesso del pet shop inglese, dove la nipote della signora Teresa l’aveva acquistato come regalo di ritorno dal solito Erasmus.

Filippo Falconara si assicurò che la poveretta, anche se ancora tremante, ritornasse in sé stessa e transitò dal tinello alla cucina. Riempì d’acqua una tazza da the, non riuscendo a trovare un bicchiere decente, e la offrì alla ancora disperata dirimpettaia.

Beniamino, non trovo più Beniamino. E’ da ieri che lo cerco. L’ultima volta che l’ho visto era sulla balata della finestra che dà sul lucernaio. Pensavo che fosse andato ad ingattarsi come fa quando acchiappa una mosca o una farfallina. Stamattina alle quattro e mezza mi sono alzata, come al solito, e non l’ho trovato. L’ho cercato dappertutto. Sono scesa pure nelle scale. Niente. Ho dovuto aspettare sino alle sette per andare alla polizia.

Insomma da lei ispettore che è della polizia.

– Signora sono commissario, non ispettore, e poi questa è casa mia non è la questura… o comunque la polizia – anticipando la obiezione che aveva visto balenare negli occhi della signora Teresa.

Ah! perché una mischina se ha un bisogno, che si sente male, ed ha il medico vicino di casa… cheffà se ne va all’ospedale e non chiede aiuto al dottore che sta di fronte alla sua casa?

Deve morire prima? Così la pensa lei?

Falconara si astenne da altro commento, consapevole che anche se scossa la signora Teresa era una “carta di spata”, cercando di acquisire “altri elementi per avviare l’indagine”. Di colpo venne improvvisamente investito da un severo rimprovero della signor Teresa.

Commissario… l’acqua nella tazza del latte mi ha dato?  Che le sembro “allallata”?. Ancora non ci sono diventata scimunita. Lo deve sapere questo!

Il commissario non si agitò più di tanto, pensando al povero marito che sicuramente era diventato bravissimo stagnino per la mole di lavoro di cui si era volontariamente “carricato”, pur di non stare vicino alla coniuge, ora sua vedova.

– Signora non ho fatto caso. Sa, nella fretta. Mi scusi. Non capiterà più.

Falconara non perse la calma. Preciso come era. Anche se – chissà perché – gli ritornava in mente lo sventurato coniuge.

– Va bè…. certo… lo vedo che anche lei è scosso per la scomparsa di Beniamino.

Imperterrita, ribattette la signora Teresa, confermando che l’ultima doveva dirla lei.

Chiuso l’incidente, il commissario – seppure stava maledicendo quella rottura di scatole del “Caso Beniamino” – per deformazione professionale, avviò quella che si stava tratteggiando come una ricerca surreale.

– Mi dica, Beniamino…. è gatto mascolo, vero?

– Che significa? Certo che è mascolo. Mascolo “di prima” (categoria voleva significare).

Beniamino quando sente l’aria giusta inizia a fare come un pazzo. Butta voci che vuole andare a caccia di scagliola di gatta.

– Quindi è già scappato altre volte? O meglio, mi scusi, si è già allontanato?

Subito si corresse Falconara, per evitare che le fiamme che stavano per invadere le pupille della Lo Celso si tramutassero in un incendio.

– Si ma è sempre tornato. Nelle prime mattinate, Beniamino è sempre rientrato dalla finestra del bagnetto-doppio servizio che tengo sempre “a vaniddruzza”, con un piccolo spiraglio.

Continua…..

Condividi Questo Articolo