Un cast stellare per “Franchitto”, il film diretto da Franco Arcoraci, ex poliziotto antimafia, ispirato ad una storia vera, molto scomoda, che vede Rosario Petix nel ruolo del protagonista ed è stato girato in Sicilia, nei luoghi in cui la storia si è svolta, tra Milazzo, Spadafora, Oliveri e Barcellona Pozzo di Gotto.
Insieme a Rosario Petix, Vincent Riotta, Nando Morra, Turi Giuffrida, Tony Sperandeo, Francesca Rettondini, Giusy Venuti, Angelo Maria Sferrazza, Marilena Piu’, Loredana Scalia, Tony Gangitano, Mario Pupella, Giuseppe Pollicina, Ivan Bertolami, Barbara Bacci, la partecipazione speciale di Guia Jelo e per la prima volta sullo schermo Daniela Lucchesi.
E’ la storia dello stesso Franco Arcoraci, poliziotto pluripremiato per le tante operazioni di polizia e la cattura di pericolosi latitanti di mafia, interpretato magistralmente da Rosario Petix. Franco Arcoraci conosciuto e temuto nell’ambiente criminale con lo pseudonimo di “Franchitto” , ha lavorato, a partire dagli anni 90, per circa 25 anni, a Barcellona Pozzo di Gotto, presso il commissariato di P.S. squadra investigativa, sfidando con coraggio la mafia, che si era radicata silenziosamente nel tessuto sociale del territorio messinese, controllandone gli interessi economici e le dinamiche di potere.
Il Film, prodotto da Venarc Comunicazione e realizzato con la collaborazione di diverse associazioni, completamente autofinanziato e con fondi privati, senza l’ausilio di fondi pubblici, ed è distribuito da Cinemaset e Sileo. Ha incontrato non pochi ostacoli durante le riprese, nei territori in cui gli eventi rappresentati erano realmente accaduti.
Il protagonista, combattuto tra il dovere di far rispettare la legge e il richiamo degli affetti familiari, non si è mai lasciato piegare dalla paura nonostante le minacce e la preparazione di un attentato da parte di un commando nei suoi confronti che affrontò sempre con coraggio e a viso aperto, infiltrandosi nel cuore della mafia siciliana. Spesso a proprio rischio e pericolo, dovendo firmare più volte attestati dove affermava di essere consapevole dei rischi e di prendersene la responsabilità per evitare l’ennesimo trasferimento d’ufficio in zone più tranquille.
Uno sguardo lucido sulla realtà di chi combatte la mafia spesso a mani nude, pagando in prima persona il prezzo della propria integrità. Senza retorica nè enfasi romantica, ma con una narrazione empatica e ragionata delle vicende, giocate sul confine sottile tra ciò che è giusto e ciò che è necessario, tra il dovere e la rinuncia, tra chi combatte e chi sceglie il silenzio. Ed è in questo contraddittorio universo che si muove Franchitto, come tanti uomini e donne, che, ancora oggi, lottano nell’ombra senza utilizzare passamontagna per coprire il volto ma mettendoci sempre la faccia perché tutto va affrontato con la giusta paura e un pizzico di coraggio. L’altra faccia di questa realtà è la percezione del silenzio dello Stato, ma anche la diffidenza della gente comune (che non vuole guai) da cui spesso le forze dell’ordine si sentono abbandonate.
Non è soltanto un film d’azione di ottimo livello spettacolare, “Franchitto” vuole essere portatore di un messaggio pedagogico e culturale che, nel porre in luce la crudeltà spietata dell’organizzazione criminale più nota al mondo, insegni ai giovani che è possibile combatterla non lasciandosi sopraffare dalla paura, ma ispirandosi alla cultura della giustizia, della legalità, della responsabilità sociale, del progresso civile ed umano.
Al regista Franco Arcoraci è stato chiesto: Cosa vuole che il pubblico porti con sé dopo aver visto Franchitto?
Voglio che si pongano delle domande. Sul coraggio, sull’onestà, sull’isolamento di chi lotta per un ideale. E anche sull’Italia di oggi, perché certe dinamiche purtroppo non sono solo un ricordo del passato.
Il trailer del film a questo link: https://www.youtube.com/watch?v=9xj4bcwg1fw
