“Situazione esplosiva nelle carceri siciliane”. I Sindacati protestano

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dai sindacati di Polizia penitenziaria Sappe, Osapp, Fns Cisl, Sinappe, Uilpa Polizia Penitenziaria, Uspp riceviamo e pubblichiamo:

I sindacati della Polizia Penitenziaria scrivono al Provveditore dell’amministrazione penitenziaria in Sicilia: “Negli istituti penitenziari regionali situazione esplosiva: agenti costretti a turni di 13 ore, aggrediti sempre più spesso e con estrema violenza. È in serio pericolo la salute fisica e psicofisica del personale. Serve un confronto immediato ancora di più perché siamo in un territorio in cui, per garantire condizioni di legalità e un vero reinserimento sociale, deve essere forte e visibile la presenza dello Stato”

Sono ormai una costante le aggressioni agli agenti negli istituti penitenziari dell’isola. Gli ultimi due casi risalgono al 4 settembre scorso, uno nel reparto detentivo dell’Ucciardone e l’altro al Pagliarelli. In entrambi i casi le aggressioni sono scaturite da futili motivazioni: in un caso perché il detenuto pretendeva di essere immediatamente ricevuto in infermeria per un mal di denti. È stato sufficiente comunicare che l’infermiere risultava temporaneamente impegnato in altre attività sanitarie e che, sarebbe stato necessario attendere il tempo necessario affinché potesse rendersi disponibile, perché un agente venisse brutalmente aggredito con pugni al volto e calci, in un contesto di assoluta ingiustificabilità della reazione.

La misura è colma secondo i sindacati di categoria che denunciano “un clima di forte tensione e insicurezza all’interno delle strutture”. “Oggi si registra – scrivono Sappe, Osapp, Fns Cisl, Sinappe, Uilpa Polizia Penitenziaria, Uspp, in una nota indirizzata al Provveditore dell’amministrazione giudiziaria della Sicilia, Maurizio Veneziano – una situazione di oggettiva incertezza e vulnerabilità giuridica che compromette non solo la sicurezza individuale degli operatori, ma anche l’equilibrio gestionale degli istituti”. A queste criticità, secondo i sindacati, si aggiunge l’eccessivo carico di lavoro, determinato anche da una cronica carenza di organico, che comporta l’imposizione di turni di servizio estremamente gravosi, in alcuni casi protratti fino a 13 ore consecutive e in assenza di idonei periodi di recupero. in palese violazione delle disposizioni contenute negli accordi di livello nazionale, come l’accordo nazionale quadro.

Al personale di Polizia Penitenziaria – aggiungono i sindacati – spesso senza alcuna preventiva comunicazione né considerazione per eventuali esigenze familiari o obblighi di assistenza a persone portatrici di handicap in situazione di gravità  viene richiesto di prestare servizio ininterrottamente dalle ore 8:00 alle ore 19:00. In alcune circostanze, questo impegno si prolunga ulteriormente, poiché agli stessi operatori viene altresì imposto di coprire il turno notturno immediatamente successivo, dalle ore 24:00 alle ore 8:00 del giorno seguente, determinando un carico psico-fisico insostenibile e incompatibile con i principi fondamentali in materia di sicurezza sul lavoro e tutela della salute dei lavoratori.

Questa condizione operativa, oltre a costituire una palese violazione dei più elementari principi di tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, determina un malessere lavorativo generalizzato, con ripercussioni significative sul piano fisico, psicologico e motivazionale del personale impiegato, oltre che sul regolare andamento dei servizi istituzionali”.

I sindacati rilevano come sia insufficiente la previsione contenuta nella proposta del Dap di un incremento di 306 unità del Corpo di Polizia Penitenziaria, perché non adeguata a garantire il turn over né di affrontare le numerose criticità già più volte rappresentate.  “È gravissimo che non si intervenga per superare le preoccupanti condizioni in cui operano i 23 istituti penitenziari siciliani – scrivono Sappe, Osapp, Fns Cisl, Sinappe, Uilpa Polizia Penitenziaria, Uspp – ancora di più perché si opera in un territorio in cui per garantire condizioni di legalità per tutti e un percorso di reale cambiamento e reinserimento sociale, la presenza dello Stato deve essere forte e visibile, attraverso un trattamento penitenziario appropriato. È necessario che ci sia un concreto atto di responsabilità istituzionale, finalizzato a colmare le significative disparità esistenti tra le realtà penitenziarie del Nord e del Sud del Paese”.

I sindacati evidenziano come le condizioni di maggiore criticità riscontrate in Sicilia non siano imputabili a una carenza di professionalità o di capacità gestionale da parte dei Dirigenti del Corpo e dell’Amministrazione, che “al contrario – come dichiarano i sindacati – operano quotidianamente con dedizione e competenza in un contesto complesso e spesso penalizzante”. “Solo un intervento organico – proseguono Sappe, Osapp, Fns Cisl, Sinappe, Uilpa Polizia Penitenziaria, Uspp – strutturato e ispirato a criteri di equità territoriale potrà garantire un’effettiva tutela della legalità, della sicurezza e della dignità del lavoro del personale di Polizia Penitenziaria”.

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