Bompensiere: il Consiglio comunale per la pace immediata in Palestina, contro il genocidio ed il riarmo in Europa

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Il Consiglio comunale di Bompensiere, nella seduta del 17 settembre, ha discusso e approvato un importante atto di indirizzo: “Appello per il cessate il fuoco immediato a Gaza, per la pace e contro ogni intensificazione bellica, inclusa quella nucleare e contro la corsa al riarmo in Europa”.

La proposta è partita da una relazione del Presidente del Consiglio comunale, dott. Salvatore Saia, che qui di seguito pubblichiamo. E’ un esempio significativo di come può essere valorizzato il ruolo dei Consigli comunali come sede di discussione dei grandi temi della nostra contemporaneità che incidono sulla vita delle persone e delle comunità, con la consapevolezza della responsabilità complessivamente coinvolge chi rappresenta, a diversi livelli, la sovranità popolare:

RELAZIONE PRELIMINARE

In questi mesi, assistiamo con sgomento ad una tragedia umanitaria che si consuma giorno dopo giorno nella Striscia di Gaza. Migliaia di civili innocenti, tra cui numerosi bambini, stanno pagando il prezzo di un conflitto che assume gli aspetti di un genocidio che non può trovare fondamento nel concetto di definizione di guerra, in quanto si tratta di un vero e proprio genocidio.

I fatti del 7 ottobre 2023 quando miliziani di Hamas, uscendo dalla Striscia di Gaza attaccarono di sorpresa il territorio di Israele uccidendo almeno 1194 persone fra civili israeliani e militari, e conclusa con il rapimento di circa 250 di questi, catturati e portati prigionieri in nascondigli entro la Striscia di Gaza al termine costituisce un grave fatto di ritorsione anche se si è trattato della risposta alla “profanazione della moschea di al-Aqsa e all’uccisione e al ferimento di centinaia di palestinesi da parte di Israele.

Ormai non si capisce il limite del concetto di guerra, grave e contrario ad ogni forma di diritto umanitario coincidente con la pace, o di perpetrazione di atti di ritorsione reciproci che portano a forme in crescendo di genocidio.

Le immagini che arrivano dalle città distrutte, dagli ospedali senza medicine, dai campi profughi bombardati, parlano più di qualsiasi analisi politica. L ‘amministrazione Netanyahu, con la sua condotta militare, sta perpetuando una spirale di violenza che calpesta i diritti fondamentali delle persone e mina ogni possibilità di pace duratura.

Il Cardinale Zuppi a Marzabotto ha letto i nomi degli oltre dodicimila bambini uccisi dal 7 ottobre 2023 ad oggi a Gaza ed in Israele: 12.211 palestinesi e 16 israeliani, indicati con il nome e cognome e l’età.

Come amministratori locali, può sembrare che la nostra voce abbia un peso minimo, quasi impercettibile, davanti ad un conflitto tanto vasto. Ma proprio per questo, scegliere di esprimerci assume un significato preciso: dimostrare che anche le istituzioni più piccole sanno prendersi la responsabilità di non restare immobili. Il Consiglio Comunale, pur operando in un ambito locale, è un ‘istituzione politica a tutti gli effetti: è qui che si esprime la volontà democratica della comunità, ed è qui che si può scegliere di far emergere valori condivisi, come il rispetto per la vita, la condanna delle violenze e l’impegno per la pace.

Approvare questo atto in forma deliberativa significa riconoscere il nostro ruolo non solo amministrativo, ma anche etico e civile.

Bompensiere non può mutare gli equilibri internazionali, ma può scegliere con chiarezza da che parte della Storia stare. Dalla parte della PACE e contro ogni conflitto di guerra sia esso tra Russia ed Ucraina, tra la Palestina e Israele, o in qualsiasi altra pare del mondo.

Con questa proposta, si vuole affermare che il dolore umano, ovunque accada, ci riguarda. E che tacere, anche in buonafede, a volte equivale a permettere che tutto questo continui. È opportuno brevemente chiarire le ragioni per cui nella proposta di delibera sottoposta a questo Consiglio – centrata sulla richiesta di un cessate il fuoco a Gaza e sul rifiuto della corsa al riarmo – non si include un’esplicita richiesta di riconoscimento dello Stato di Palestina.

La scelta non nasce da una sottovalutazione del problema, né da una mancanza di sensibilità verso il diritto del popolo palestinese all’autodeterminazione, ma piuttosto da una valutazione istituzionale e politica

1 consapevole. Il riconoscimento di uno Stato estero è una prerogativa costituzionalmente riservata allo Stato centrale, in particolare al Governo ed al Parlamento, attraverso il Ministero degli Affari Esteri.

Un consiglio comunale non ha competenza diretta in materia di relazioni internazionali. Secondo il governo italiano, un riconoscimento unilaterale e simbolico oggi rischia di essere inefficace ed addirittura di complicare il processo diplomatico.

Anche in ambito internazionale, la dichiarazione dei Paesi del G 7 ha ribadito il sostegno alla soluzione dei due Stati, ma ha sottolineato che il riconoscimento deve avvenire nel quadro di un processo negoziale reale, che garantisca sicurezza per Israele e piena autodeterminazione per i Palestinesi.

Per queste ragioni si ritiene più corretto che il nostro Consiglio Comunale si esprimesse su aspetti che rientrano nella nostra sfera di competenza e responsabilità politica, morale ed etica, quali:

  • condanna della violenza su civili;
  • richiesta di cessate il fuoco;
  • opposizione alla corsa agli armamenti;
  • sostegno a una pace duratura fondata sul diritto internazionale.

INDI, PREMESSO CHE:

  • la guerra in corso nella Striscia di Gaza ha già causato decine di migliaia di vittime civili, tra cui un numero inaccettabile di bambini, donne e anziani, provocando una catastrofe umanitaria di proporzioni storiche, come attestato da numerose organizzazioni internazionali, tra cui le Nazioni Unite, l’OMS, la Croce Rossa Internazionale e Amnesty International;
  • che il Presidente della Repubblica Mattarella in un comunicato ha evidenziato che non si può parlare di errori nell’avere sparato su ambulanze e ucciso medici e infermieri che recava soccorso a feriti, nell’aver preso a bersaglio e ucciso bambini assetati in fila per avere acqua, per l’uccisione di tante persone affamate infila per ottenere cibo, per la distruzione di ospedali uccidendo anche bambini ricoverati per denutrizione.
  • secondo fonti ufficiali dell’ONU e delle principali ONG attive in loco, la popolazione civile si trova in condizioni di estrema sofferenza, con accesso limitato o del tutto assente ad acqua potabile, cibo, cure mediche, elettricità e protezione fisica. La fame, le malattie e il trauma psicologico stanno colpendo intere generazioni;-la guerra in Ucraina, che perdura dal 2022, ha causato enormi perdite di vite umane, distruzioni di infrastrutture civili, migrazioni forzate e gravi ripercussioni economiche e sociali sull’intero continente europeo e oltre;
  • altri conflitti, meno visibili ma ugualmente devastanti, sono in corso in diverse regioni del mondo dallo Yemen al Sudan, dalla Siria al Congo – con conseguenze umanitarie drammatiche spesso trascurate dall’opinione pubblica globale;
  • la crescente corsa al riarmo a livello europeo e internazionale, l’incremento degli investimenti in armamenti, compresi quelli nucleari, e il progressivo abbandono delle politiche di disarmo e di dialogo, rappresentano una minaccia concreta alla pace mondiale e un fallimento dei principi fondativi delle democrazie moderne;
  • l’art. 11 della Costituzione della Repubblica Italiana “ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”, affermando un principio fondamentale che impone agli enti pubblici. a ogni livello, di attivarsi per promuovere la pace e la cooperazione tra i popoli;

CONSIDERATO CHE:

  • le comunità locali, anche quelle apparentemente lontane dai fronti di guerra, hanno il dovere morale e civile di non rimanere in silenzio di fronte alla sofferenza umana ed hanno il potere di promuovere un’azione politica che rispecchi i valori della giustizia, della solidarietà e della dignità della persona;
  • le istituzioni democratiche, anche nei piccoli comuni come il nostro, sono espressione diretta della volontà popolare e della coscienza civica e devono, quindi, farsi portavoce di istanze di pace, di dialogo e di speranza;
  • la pace non è un’utopia, ma un diritto umano fondamentale e un obiettivo che deve guidare le azioni politiche, sociali e culturali di ogni Paese civile. In questo senso, il diritto alla speranza è parte integrante della dignità umana e deve essere tutelato ovunque venga minacciato;

RITENUTO

di dover condannare l’azione militare in corso nella Striscia di Gaza, in particolare per la condotta dell’amministrazione Netanyahu, che sta causando sofferenze inaccettabili alla popolazione civile palestinese e di manifestare il proprio appello accorato ed unanime per un cessate il fuoco immediato nella Striscia di Gaza, per l’apertura di corridoi umanitari sicuri, per la protezione della popolazione civile e per l’intervento immediato della comunità internazionale affinché vengano rispettate le Convenzioni di Ginevra ed il diritto internazionale umanitario;

VISTO il TUEL•,

VISTO lo Statuto comunale;

Per le motivazioni sopra espresse,

PROPONE

Per le motivazioni riportate in premessa che qui si intendono integralmente richiamate,

  1. Di esprimere ferma condanna verso l’azione militare in corso nella Striscia di Gaza, in particolare per la condotta dell’amministrazione Netanyahu, che sta causando sofferenze inaccettabili alla popolazione civile palestinese;

2. Di manifestare il proprio appello accorato ed unanime per un cessate il fuoco immediato nella Striscia di Gaza, per l’apertura di corridoi umanitari sicuri, per la protezione della popolazione civile e per l’intervento immediato della comunità internazionale affinché vengano rispettate le Convenzioni di Ginevra ed il diritto internazionale umanitario;

4. Di chiedere al Governo italiano il riconoscimento dello Stato di Palestina e di lanciare un appello al Governo Italiano, al Parlamento ed all’Unione Europea affinché si attivino con urgenza, tramite gli strumenti diplomatici e politici a disposizione, per:

● porre fine alle ostilità;

● impedire qualsiasi rischio di escalation, compresa quella nucleare;

promuovere una conferenza internazionale per la pace in Medio Oriente, fondata sul rispetto del diritto internazionale e dei diritti fondamentali di tutti i popoli coinvolti.

5. Di chiedere con forza il ritorno al dialogo ed alla diplomazia come unici strumenti legittimi per la risoluzione dei conflitti, in Palestina, in Ucraina ed in ogni parte del mondo dove il fragore delle armi ha sostituito la voce della ragione;

6. Di dichiarare la propria contrarietà ad ogni forma di escalation militare, inclusa quella nucleare, e denunciare il riarmo in Europa e nel mondo come pericoloso tradimento dei principi di pace e cooperazione sanciti dalla Costituzione Italiana e dalla Carta delle Nazioni Unite.

7. Di affermare, come rappresentanti della comunità di Bompensiere, la volontà di contribuire ad una cultura politica fondata sulla pace, sulla legalità internazionale e sulla solidarietà tra i popoli, anche attraverso l’opposizione ad ogni forma di riarmo indiscriminato e l’impegno per un’Europa realmente portatrice di pace;

8. Di sostenere ogni iniziativa istituzionale, associativa o popolare finalizzata alla promozione della pace, al disarmo, all’educazione nonviolenta, al rispetto dei diritti umani ed alla protezione delle persone più vulnerabili, specialmente i bambini, le donne e gli anziani vittime dei conflitti armati;

9. di inviare copia della presente deliberazione:

● al Presidente della Repubblica Italiana;

● al Presidente del Consiglio dei Ministri;

● ai Presidenti di Camera e Senato;

● al Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale;

● al Presidente della Regione Siciliana;

● all’ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani);

Coscienti che ogni guerra è una sconfitta per l’umanità intera!

10. Di dichiarare la presente deliberazione immediatamente eseguibile, ai sensi dell’art. 134 – comma 4 del D.Lgs n. 267/2000.

Al Consiglio comunale di Bompensiere era stato ufficialmente invitato il parroco don Leonardo Mancuso, con una motivazione di adesione etica agli appelli per la pace di cui la Chiesa, anche a livello locale, è testimone.

Nell‘invito al parroco Leonardo Mancuso si legge tra l’altro:

“Al di là della morale comune, le nostre coscienze di credenti cattolici rimangono ancor più sensibili al problema e le nostre reazioni di preghiera e di appelli alla concordia e alla pace sono corroborati dagli appelli del Santo Padre Leone XIV e da eminenti prelati.

Anche Lei, Padre Leonardo, nelle sue Omelie ha più volte evidenziato come questi atti di violenza, operati anche sulla popolazione civile inerme, non possono continuare ad esistere.

Atti che si consumano in modo particolare nella cosiddetta «striscia di Gaza», ed anche in Medio Oriente, ove tutti auspichiamo possa realizzarsi la definizione dei due Stati di Israele e Palestina.

Ma non dimentichiamo l’Ucraina e tutti quei territori del mondo ove insistono ancora «guerre dimenticate» o «annegate» nell’indifferenza generalizzata dei media e della comunicazione in genere.

Attualmente risulterebbero «attivi» (ahimé) circa 56 conflitti armati e più di cento conflitti socio-economici in tutto il mondo, «con un numero di vittime che sembra avere raggiunto il livello più alto dalla seconda guerra mondiale».

Ciò premesso, Le rivolgo invito partecipare alla trattazione dell’argomento nella seduta del Consiglio Comunale, sicuro che un Suo intervento potrà dare un contributo alla nostra voce che, per quanto possa apparire labile, se unita ad altre, possa contribuire a scuotere le coscienze di chi è responsabile per dare uno speranzoso contributo fattivo verso la PACE!”

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