Apprendiamo da una locandina diffusa poche ore prima dell’evento che domenica 28 settembre si svolgerà in Largo Barile, davanti al Palazzo Moncada, una sfilata storica in costumi dell’800 e l’esecuzione di brani musicali a cura del Conservatorio “V. Bellini”. La locandina è intitolata a caratteri cubitali “Inaugurazione di Largo Barile”.
Pensavamo che largo Barile, uno spazio prestigioso del centro storico, recentemente ristrutturato e restituito alla pubblica fruizione, fosse stato inaugurato solennemente l’11 settembre con l’evento “Note di devozione-400 anni con l’Arcangelo Michele”, evento di grande qualità culturale e antropologica, suggestione, spettacolarità, che aveva coinvolto tutte le associazioni della Settimana Santa e aveva visto la presenza di tutte le autorità civili, militari e religiose del territorio, con un concerto dell’Orchestra del Conservatorio “V. Bellini”.
Peraltro, alcuni giorni dopo, una rassegna di musica jazz per tre giorni aveva visto lo spazio di Largo Barile vissuto da un vasto pubblico in ascolto di ottima musica.
Entrambe queste manifestazioni sono state promosse dal Comune di Caltanissetta.
Stupisce quindi l’effetto distopico che questa nuova “inaugurazione” sta provocando, pretendendo peraltro, almeno nel titolo, di intitolare uno spazio fortemente legato alla storia del ‘600 e del ‘700 nisseno con una rievocazione di costumi di epoche successive.
Forse sarebbe meglio intanto intitolare lo spazio urbano più precisamente: si tratta di Luciano Aurelio Barile, l’antagonista dei Moncada nella causa per la demanializzazione della città, o del discendente Paolo Barile, Sindaco nel 1840, o di Giovan Calogero Barile, Presidente del Comitato Rivoluzionario del 1848? Oppure dell’intera discendenza nobiliare?
Identificare gli spazi urbani con riferimenti storici corretti è un presupposto basilare dell’identità e dell’appartenenza della comunità cittadina rispetto al proprio territorio, che non può essere lasciato all’approssimazione o, peggio, all’incuria. Non è un adempimento burocratico da lasciare agli uffici, come purtroppo, negli anni passati, con vistosi svarioni in diverse intitolazioni di strade cittadine: via mons. “Gruttadauria” invece di Guttadauro, o via “Giovan Battista” De Cosmi invece di Giovanni Agostino.
E l’elenco potrebbe continuare…
