“Noi per la Salute-Tina Anselmi”: la Sanità pubblica va difesa ogni giorno anche nel nostro territorio

fiorellafalci
fiorellafalci 334 Views
10 Min Leggere

È nata il 14 novembre del 2022 con 14 soci, l’Associazione “Noi per la salute-Tina Anselmi”, che dal nome che ha scelto come testimonial si identifica con la difesa del Sistema Sanitario pubblico, di cui Tina Anselmi da Ministra della Sanità fu la madre e la promotrice nel 1978.

Dopo tre anni i soci sono 366, le attività dell’Associazione sono totalmente autofinanziate dalle quote associative (25 euro) e dal 5×1000 dalle dichiarazioni dei redditi dei cittadini, senza nessun altro contributo né pubblico né privato.

In tre anni sono nati 10 centri di ascolto con sportelli nelle province di Caltanissetta e Agrigento, in cui operano professionisti sanitari e non, a titolo esclusivamente gratuito, che rilevano i bisogni di salute dei cittadini, spesso ignorati o respinti dal sistema sanitario pubblico, analizzano i casi e se rilevano gli estremi della negazione di un diritto avanzano un reclamo agli organi sanitari competenti.

Risultato: nel solo anno 2025 391 di queste segnalazioni hanno avuto esito positivo, garantendo ai cittadini il soddisfacimento del diritto alla cura, casi risolti positivamente perché evidentemente ben documentati e il sistema, opportunamente sollecitato, ha dovuto provvedere.

Ogni reclamo viene inoltrato alla Direzione Generale dell’ASP, al Direttore Sanitario e al Dipartimento Attività Sanitarie dell’assessorato regionale, che più volte ha apprezzato l’opera dell’Associazione ed è intervenuto per sbloccare i ritardi delle liste d’attesa.

Il successo dei reclami fa emergere l’ipotesi di  una gestione discutibile delle liste d’attesa, perchè i pazienti vengono immediatamente inseriti, senza sorpassare nessuno già iscritto, quindi i posti per le prestazioni specialistiche evidentemente c’erano, ma venivano spalmati in tempi lunghissimi, non si capisce per quale motivo.

O meglio, questo dato si può collegare alla presenza delle convenzioni con i privati e strutture accreditate che continuano ad essere rinnovate, e che oggettivamente si avvantaggiano dei tempi geologici delle liste del sistema pubblico che costringono i pazienti a cercare altrove. Per chi se lo può permettere.

Nessuna volontà polemica né ricerca di facile visibilità mediatica tra volontari di “Noi per la salute”. Ne parliamo con il presidente Giuseppe Pastorello e con il vice-presidente dott. Michele Rizzo, uno dei medici volontari più impegnati nel gruppo dirigente dell’associazione.

La nostra Associazione è assolutamente apartitica e aconfessionale, – ci dice il Presidente Pastorello – non vogliamo sollecitare polemiche o cavalcare la tigre del disagio di migliaia di cittadini che si rivolgono a noi per essere ascoltati e aiutati ad interfacciarsi con il Servizio sanitario, accedere ai servizi che la legge dovrebbe loro garantire, ma che si ritrovano spesso soli, davanti a muri di gomma, quando anche una visita specialistica o un accertamento diagnostico urgente sembrano obiettivi irraggiungibili e, quando si riesce ad accedere al CUP per le prenotazioni, si sentono proporre date lontane di parecchi mesi. Sono i cittadini socialmente più fragili, che non hanno alternative per la cura di disabilità spesso gravi o disagi psichici che angustiano le famiglie, e che toccano con mano quanto sia invece più rapida e accessibile la stessa prestazione a pagamento, rivolgendosi ai privati, in convenzione o no”.

“Lo schema “ideologico” se possiamo usare questo termine – aggiunge il dott. Michele Rizzo – è quello di creare il bisogno per “distribuire” e centellinare le soluzioni, soluzioni che la legge dovrebbe garantire a tutti, nei tempi giusti per non aggravare le patologie. Il bisogno di salute viene trattato invece come una “variabile indipendente” e non prioritaria. Il nostro obiettivo principale è proprio  la difesa e la promozione del Sistema Sanitario pubblico, applicando tutto quello che la legge prevede, favorendo l’accesso degli utenti a tutte le prestazioni, e soprattutto rendendo i cittadini sempre più consapevoli dei loro diritti.”

“Il problema principale è quello di una organizzazione dei servizi sanitari che non ottimizza le risorse professionali di cui dispone. – aggiunge il dott. Pastorello – Secondo il Rapporto Gimbe dell’8 ottobre 2025, in Italia il rapporto medici/cittadini è di 5,4 medici ogni mille abitanti, il secondo tra i paesi dell’OCSE e uno dei più alti in Europa. Eppure i servizi pubblici soffrono organici ridotti, spesso precari, con incarichi a tempo determinato o di consulenza. Inoltre la tendenza è quella di favorire i centri metropolitani a discapito delle zone interne o periferiche del territorio, come è stato evidente, per esempio, nella rimodulazione della rete ospedaliera siciliana.”

Una delle attività più significative dell’Associazione riguarda la formazione: “Oltre agli incontri con i cittadini sui diversi temi legati alla salute, stiamo lavorando alla realizzazione di un progetto di formazione dei facilitatori/tutor che si concluderà entro il mese di novembre – aggiunge il presidente Pastorello – e alle tematiche dell’auto-mutuo-aiuto, in partnership con la SIPS (Società Italiana Promozione della Salute) e l’Associazione Nazionale Sentire le Voci di Reggio Emilia, così come riprenderemo il giro di sensibilizzazione che annualmente curiamo nelle scuole delle province di Caltanissetta, Enna e Agrigento”

Già nel 2023 “Noi per la salute” aveva presentato all’ASP di Caltanissetta il progetto D.A.M.A per i  pazienti con grave disabilità , già presente in 19 ospedali italiani sin dal 2001, per costruire percorsi di facilitazione dell’accesso ai servizi per i pazienti con queste problematiche, un servizio che dovrebbe essere attivato in ogni ASP, ma che a Caltanissetta è rimasto lettera morta.

I rapporti con l’ASP sono un punto critico delle attività dell’Associazione. Non è stato compreso, per esempio, che la presentazione dei reclami ha voluto rappresentare un contributo dell’Associazione per la corretta e regolare erogazione delle prestazioni sanitarie partendo dall’analisi reali dei bisogni sanitari del territorio.

“Noi per la salute-Tina Anselmi” faceva parte del Comitato Consultivo dell’ASP, che contava 27 associazioni del terzo settore, ma ha ritenuto di doversi dimettere dal Comitato “perchè non c’erano più le condizioni per un’attività veramente collaborativa” dichiara il presidente Pastorello.

Il mondo del terzo settore, del resto, è estremamente eterogeneo e spesso i progetti portati avanti dalle associazioni sono legati a finanziamenti pubblici che hanno nell’ASP un interlocutore determinante, e quindi non è facile esprimere le criticità liberamente a fronte dei decisori.

La formazione e la pratica della cittadinanza attiva in cui “Noi per la salute-Tina Anselmi” è impegnata comporta un posizionamento netto a tutela dei diritti di salute dei cittadini, e una interlocuzione trasparente con le istituzioni pubbliche, in cui, sempre, “operiamo perchè sia rispettata la legge, per disinnescare tutte le omissioni” continua il presidente, e il fatto che i nostri reclami vadano quasi sempre a buon fine dimostra che invece questo non è mai scontato”.

Ma il diritto alla salute si concretizza anche in una rete ospedaliera e di presidi sul territorio adeguata ai bisogni. Caltanissetta, che è sede un DEA di 2° livello, sin dal 2019 era stata indicata come centro della rete emergenziale per le tre province, con Enna e Agrigento, ma il decreto relativo non è mai stato attuato, per gli organici e i reparti specialistici che dovrebbero essere presenti, per es. la chirurgia toracica o la chirurgia maxillo-facciale.

Questo comporta l’abbassamento degli standard tassativi per un DEA e, di fatto, l’arretramento dell’Ospedale S. Elia che sembra trovarsi da mesi in una situazione di stand-by, mentre a Enna si potenziano le strutture ospedaliere e la facoltà di Medicina da pochi anni istituita dall’Ateneo Kore potenzia con nuovi corsi di laurea di professioni sanitarie il suo rapporto con la rete sanitaria del territorio.

Lo scorso anno l’accordo tra l’Università di Palermo e il S. Elia aveva previsto che tutti i posti letto venissero collegati con il Policlinico palermitano, ma di fatto non si sono istituite scuole di specializzazione, nessun reparto è stato clinicizzato e il legame con il Policlinico non è partito, impedendo però contemporaneamente che Caltanissetta potesse collegarsi con Enna e “congelando” le potenzialità nissene in una logica unicamente palermocentrica.

Il diritto alla salute, la medicina preventiva e di prossimità, i bisogni di cura dei cittadini più fragili rimangono una linea di frontiera che qualifica una società democratica e rispettosa dei principi sanciti dalla nostra Costituzione e a questi principi rimane saldamente incardinato l’orizzonte di “Noi per la salute – Tina Anselmi”.

Condividi Questo Articolo