Turturici: randagismo fuori controllo a Caltanissetta

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Accogliamo con favore l’installazione delle 15 cucce per i cani di quartiere sul territorio nisseno, misura prevista dalla delibera di Giunta n. 85 del 23 giugno 2025. Si tratta di un gesto simbolicamente importante, che mostra attenzione verso gli animali presenti sul territorio.

Tuttavia, non possiamo non sottolineare come questa iniziativa, pur lodevole, rischi di apparire come un palliativo di fronte a una situazione ormai fuori controllo.

A distanza di mesi, infatti, il fenomeno del randagismo a Caltanissetta continua a crescere in modo preoccupante. Le sterilizzazioni e le campagne di microchippatura risultano ferme dal mese di maggio, a causa della chiusura improvvisa del centro di igiene urbana veterinaria dove venivano effettuate. Da allora, nessuna alternativa è stata predisposta. Nel frattempo, gli abbandoni non si sono mai fermati: le segnalazioni di cucciolate lasciate nelle campagne o lungo le strade cittadine si susseguono senza sosta, aggravando ulteriormente la situazione dei canili.

Secondo gli ultimi dati ufficiali, sono 829 i cani attualmente custoditi nel canile convenzionato con il Comune, con una spesa già liquidata che supera i 671 mila euro al 30 settembre 2025. Una cifra enorme, destinata inevitabilmente a crescere in assenza di interventi di prevenzione.

Ma non è solo una questione economica.

Sul territorio mancano controlli effettivi, non esistono politiche attive di prevenzione e non vi è alcun piano comunale concreto per arginare il fenomeno del randagismo. A pagare le conseguenze sono soprattutto i volontari, che con dedizione e sacrificio cercano di tamponare un’emergenza sempre più ingestibile. Queste persone, spesso senza alcun sostegno istituzionale, si trovano a raccogliere cucciolate abbandonate, a curare animali malati o feriti, a garantire assistenza minima in situazioni che dovrebbero essere gestite dal servizio pubblico.

Il loro impegno, pur encomiabile, è reso vano dal continuo flusso di nuovi abbandoni: il tempo di sistemare una cucciolata che già se ne presentano altre tre.

E se la situazione dei cani è drammatica, quella dei gatti è addirittura peggiore.

Non esiste alcuna tutela per le colonie feline cittadine, le sterilizzazioni sono bloccate da mesi e i gattini continuano a nascere e morire per strada, vittime dell’indifferenza e dell’assenza di programmazione. Solo due giorni fa, una piccola gattina – poi chiamata Alba – è stata soccorsa in extremis dopo essere stata trovata in fin di vita sotto una macchina. Oggi lotta per sopravvivere, diventando suo malgrado il simbolo di una città che continua a voltarsi dall’altra parte.

È chiaro che le cucce non bastano.

Servono sterilizzazioni, controlli, campagne di sensibilizzazione, collaborazione con l’ASP e un vero piano comunale per il benessere animale.

Caltanissetta non può continuare a spendere quasi un milione di euro ogni anno per mantenere un sistema che cura solo gli effetti, le conseguenze, ma mai le cause alla radice del problema.

Il randagismo non si risolve soltanto con gesti simbolici. Si risolve con politiche pubbliche serie, strutturate e continuative. E di queste, purtroppo, a oggi non c’è ancora traccia.

Armando Turturici 

Consigliere comunale e volontario animalista

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