Revocato l’incarico di Direttore Artistico ad Alessandra Falci
La vicenda del Teatro Margherita sta rivelando una inadeguatezza assoluta di questa Amministrazione comunale nel gestire e valorizzare uno dei teatri più antichi e prestigiosi della Sicilia, che quest’anno, per la prima volta negli ultimi 25 anni, non avrà la sua stagione di prosa, spegnendo le luci di una grande e importante istituzione culturale che ha contribuito non poco in questi anni a mantenere in vita il centro storico e che potrebbe, se rilanciato come merita, costituire un polo di attrazione per tutta la Sicilia centrale.
È trapelata in queste ore la notizia della revoca dell’incarico di Direttore artistico ad Alessandra Falci, alla quale il Sindaco Walter Tesauro lo aveva conferito il 24 dicembre dopo un avviso pubblico per individuare i progetti degli aspiranti direttori, (avviso non pubblicizzato se non dal nostro giornale che ne aveva appreso l’esistenza consultando l’Albo pretorio del Comune).
La nuova direttrice aveva messo in opera la realizzazione del progetto che ne aveva determinato la nomina, riuscendo ad impostare una stagione teatrale che si prospettava di tutto rispetto, dopo anni di stagioni rabberciate, (senza molta qualità e soprattutto senza molto pubblico), con spettacoli di livello e protagonisti di grande richiamo.
Gli aspiranti esclusi avevano allora animato una piccola gazzarra mediatica, entrando nel merito della legittimità di alcuni requisiti, e, dopo un accertamento degli uffici preposti, la nomina è stata revocata.
Probabilmente sorgerà un contenzioso, nel merito del quale non siamo interessati ad entrare, ma sta di fatto che in questo modo il Teatro è stato escluso dalle priorità dell’Amministrazione, rimarrà escluso dai circuiti che contano in campo teatrale e culturale, con un danno di immagine per tutta la città che è arduo quantificare, ma di cui gli amministratori comunali si sono resi inequivocabilmente responsabili.
Questa amministrazione si è insediata nel luglio dello scorso anno. Soltanto dopo 5 mesi, a fine novembre, si è pensato di reclutare un direttore artistico, quando ormai in tutti i teatri siciliani e nazionali le stagioni e i circuiti degli spettacoli erano definiti, arrivando a conferire l’incarico il 24 dicembre, dopo un avviso che avrebbe dovuto testimoniare la trasparenza della procedura seguita, ma che invece era abbastanza ambiguo, sfuggente e indefinito (come abbiamo evidenziato nel nostro articolo del 30 novembre 2024).
Per mesi e mesi non si è lavorato ad un progetto di gestione e valorizzazione del Teatro, compito questo squisitamente politico, progettuale, rispetto al quale l’amministrazione non è stata in grado di corrispondere, finendo per delegare ad un soggetto esterno anche compiti (si verifichi nell’avviso pubblico) che avrebbero dovuto essere dell’amministrazione.
Per di più, si manteneva nella piena discrezionalità del Sindaco la scelta del soggetto a cui conferire l’incarico, previa la verifica dei requisiti da parte di una Commissione interna, composta da tre dirigenti e funzionari che non avevano competenze specifiche in materia, se non altro per distinguere, alla luce delle prassi e delle regole d’ingaggio del mondo del teatro, la corrispondenza delle funzioni e dei ruoli con le definizioni utilizzate. Elemento questo che, pare, sia stato poi alla base della verifica dei requisiti.
Quindi l’Amministrazione, che cerca un Direttore artistico esterno perché non ha al suo interno le competenze necessarie, fa poi valutare a suo personale interno la validità dei requisiti richiesti, senza nemmeno avvalersi della consulenza di un esperto esterno della materia o di un giurista. Con il risultato che, dopo il polverone mediatico, gli stessi funzionari interni smentiscono il loro operato del mese precedente e indirizzano verso la revoca del mandato.
Il Teatro Margherita ha conosciuto nei primi anni di questo secolo, stagioni importanti e prestigiose, presenze di artisti di livello internazionale (Luca De Filippo, Toni Servillo, Claudia Cardinale, Mariangela Melato, Emma Dante, Lina Sastri, Enzo Jannacci, Monica Guerritore, tanto per citare alcuni nomi) e tutto ciò senza avere un Direttore artistico, senza gravare per questo sulle casse comunali, ma condividendo le scelte all’interno dell’Amministrazione, con amministratori che conoscevano la materia di cui dovevano occuparsi e si assumevano le proprie responsabilità. Senza trascurare di valorizzare, nei cartelloni collaterali, i talenti locali, le compagnie del territorio, come tutti possono testimoniare, senza tema di smentita. Assicurando oltre 150 giornate di spettacolo all’anno, con quello che poteva significare in termini di indotto e di economia collegata.
Oggi invece ci si muove a tentoni, da dilettanti allo sbaraglio, pasticciando percorsi amministrativi e poi facendo marcia indietro, dimostrando così di non sapere molto di ciò di cui ci si dovrebbe occupare, ma soprattutto macchiando l’immagine della Città, che almeno su questo piano poteva ancora distinguersi tra gli altri capoluoghi a livello regionale.
Non si è avuto il coraggio di nominare un Direttore artistico direttamente con un incarico fiduciario, come si fa dovunque nei Teatri comunali che non sono gestiti da strutture autonome, tentando di “parare” i colpi con un avviso pubblico (ma non pubblicizzato), simulando una volontà di trasparenza che ha prodotto il disastro attuale. Trasparenza di cui non si è tenuto alcun conto in questi mesi per assegnare centinaia di migliaia di euro con una valanga di “affidamenti diretti” per gli eventi del Settembre è Nisseno e di Caltanissetta Città del Natale, quando si è motivata la scelta per unicità di meriti artistici pure per la slitta di Babbo Natale e la ruota “panoramica” in piazza.
Trasparenza a corrente alternata dunque, dimostrazione plateale di inadeguatezza, molto oltre quello che ci si poteva aspettare, una insipienza persino inspiegabile con gli strumenti comuni della logica.
L’assessora al ramo, da noi interpellata, ha dichiarato di non avere seguito direttamente tutta la vicenda, che sarebbe stata gestita direttamente dal Sindaco sin dall’inizio. Ci chiediamo allora che senso può avere detenere, tra le altre, anche una delega al Teatro, di fronte a questo modo di procedere, che mortifica chi lo subisce e squalifica chi lo pratica. Su una scelta di politica culturale così importante la Giunta Tesauro non ha mai discusso collegialmente? Le forze politiche che la compongono non ne hanno mai avuto conoscenza? Il nume tutelare del centro-destra nisseno, l’onnipresente on. Mancuso, non si è accorto dello scivolone dei suoi “dilettanti allo sbaraglio”?
Delle cose importanti di questa nostra Città probabilmente non importa granchè a nessuno, o, se così non è, nessuno è in grado di occuparsene adeguatamente, producendo risultati positivi, non solo parole.
Peccato, perché il 2025 è l’anno del 150° anniversario dell’apertura del Teatro Margherita. In una città dignitosa sarebbe l’occasione per un rilancio in grande stile di tutto il patrimonio culturale, ricchissimo, di cui disponiamo, con una promozione a livello nazionale che farebbe parlar bene di Caltanissetta in tutta Italia. Altro che “piccola Atene”, di cui tanti ancora si riempiono la bocca. Stiamo ancora a pietire le briciole di Agrigento Capitale della Cultura 2025, senza avere un progetto di Città, di identità, di sviluppo.
Senza avere gli strumenti minimi, alfabetici, per governare una Citta, anche piccola, come la nostra.