Emergono nuovi elementi di conoscenza sulla vicenda dell’Antenna RAI di Caltanissetta, uno dei simboli storici della Città, al centro di un vortice di polemiche negli ultimi giorni a seguito della revoca del vincolo del Dipartimento dei Beni Culturali che metterebbe in discussione il progetto di recupero del sito, su cui da anni è intensa la mobilitazione di un Comitato di cittadini e associazioni.
Già dal dicembre del 2024 Raiway, proprietaria dell’Antenna, aveva inviato al Comune di Caltanissetta la richiesta di demolizione, potendo dimostrare, a seguito di accertamenti tecnici, che per la sicurezza dei lavoratori che avrebbero dovuto procedere al restauro, non è possibile lavorare in quota, e pertanto l’unica strada possibile sarebbe stata quella della demolizione e ricostruzione.
Il Comune quindi ne era a conoscenza fin dal dicembre 2024, nel momento in cui, insieme alla comunicazione di Raiway, avrebbe ricevuto il progetto di demolizione.
La revoca del vincolo dell’Assessorato ai Beni Culturali è legata quindi alla dichiarata impossibilità di procedere ad un restauro, perché gli interventi di demolizione e ricostruzione non si possono considerare restauri, ai sensi della vigente legislazione in materia, che su questo punto è inequivocabile.
Il Decreto dell’Assessorato regionale infatti cita testualmente:
“ACCERTATO che, rispetto alla data di apposizione del vincolo, sono emerse gravi criticità strutturali che non consentono l’effettuazione degli interventi manutentivi straordinari previsti e che le stesse potrebbero incidere negativamente sulla tutela della pubblica incolumità; ”
E aggiunge: “RITENUTO che, per l’accertata esistenza di fatti sopravvenuti rispetto alla data di apposizione del vincolo, sono venuti meno i presupposti per il mantenimento del regime di tutela sul bene sopra menzionato e che, pertanto, si debba procedere alla revoca del medesimo”
La strada del restauro dell’Antenna sarebbe quindi sbarrata dagli accertamenti tecnici di Raiway (sostenuti da pareri di due docenti universitari di Scienza e Tecniche di costruzioni consultati sia da Raiway che dall’Assessorato regionale), sulla impossibilità di lavorare in quota per ragioni legate alla sicurezza dei lavoratori e alla pubblica incolumità e dalla necessità di sostituire i materiali fatiscenti attuali con materiali nuovi e diversi, al di fuori quindi dei requisiti del restauro. Come del resto sarebbe stato confermato da parere legale richiesto dalla Regione.
Se il Comune già da cinque mesi conosceva la situazione, a seguito dell’istanza di Raiway, perché non ha agito di conseguenza, mettendo in campo tutte le possibili soluzioni alternative, che ci potrebbero essere, e ora, di fronte alla revoca del vincolo, atto dovuto, rispolvera i “tavoli tecnici” e annuncia Consigli comunali tematici, che lasciano il tempo che trovano, se non ci sono proposte concretamente sostenibili che in questi mesi si sarebbero potute predisporre?
Con le parole non si governa una città, e ora l’emergenza diventa anche quella della sicurezza dei cittadini. Riusciranno i nostri amministratori a trovare una soluzione operativa che realizzi il progetto iniziale, di fare dell’area dell’Antenna un parco tecnologico e un’area attrezzata a disposizione della città, o attenderanno che l’Antenna crolli o venga demolita per “liberare spazio” a nuovi speculazioni edilizie?