“Il blocco della legge regionale siciliana che avrebbe dovuto garantire un impiego alle donne vittime di violenza rappresenta una beffa intollerabile e una vergogna nazionale. La norma, concepita per offrire un riscatto economico e sociale agli orfani di femminicidio e alle donne sopravvissute a tentati femminicidi è ferma da mesi a causa di presunti problemi di compatibilità con la legislazione nazionale”. Lo denunciano il Codacons e il Codacons donna.
“È inaccettabile che burocrazia e lentezze politiche diventino un ostacolo alla protezione delle vittime di violenza. Regione e Governo nazionale devono collaborare immediatamente per superare ogni ostacolo tecnico e rendere la legge operativa. Il tempo delle scuse è finito. Serve un’azione concreta per chi non può più aspettare” – dichiara Francesco Tanasi, Segretario Nazionale del Codacons.
L’avvocata Federica Prestidonato, presidente di Codacons Donna, sottolinea le gravi lacune della normativa regionale, che risulta discriminatoria, in quanto limita i benefici soltanto agli orfani di femminicidio e alle donne che sono sopravvissute ai tentativi di femminicidio riportando sfregi permanenti. Rimangono escluse le donne “soltanto” sopravvissute, e sono la maggioranza, che avrebbero diritto anch’esse al sostegno pubblico, indipendentemente dal tipo di violenza subita.
“Chiediamo quindi non solo che la legge venga sbloccata, – sostiene Federica Prestidonato – ma che venga rivista, anche nel rispetto delle Convenzioni internazionali, per garantire equità e giustizia a tutte vittime di violenza di genere”
Il Codacons propone l’istituzione immediata di un tavolo tecnico tra Regione e Governo nazionale per superare gli ostacoli normativi e per rivedere il testo della legge, rendendola inclusiva e non discriminatoria. Si richiede inoltre uno stanziamento di risorse straordinarie per avviare immediatamente il sostegno economico e lavorativo alle vittime di violenza.