Caltanissetta, dove anche un palo arrugginito diventa cultura

Andrea Alcamisi
Andrea Alcamisi 790 Views
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A Caltanissetta, la demolizione dell’antenna RAI ha sollevato un vero e proprio scandalo. Partiti, movimenti civici e nostalgici della modulazione di frequenza si sono mobilitati. “È un simbolo identitario!”, si sente dire con un tono serio. E chissà, forse lo è davvero. Dopotutto, quando il panorama culturale è ridotto a un’eco degli anni ’70, ogni rottame può trasformarsi in una reliquia.

In una città dove la cultura ha smesso di trasmettere da tempo – molto prima dell’antenna – anche un traliccio arrugginito può essere elevato a monumento. I teatri? Solo una mezza stagione, se va bene. L’istruzione? Facciamo fatica anche con le competenze di base. Le idee? In una lunga pausa. Così, ci si affeziona a quel che resta. Anche se quel che resta è solo ferro e una memoria sbiadita.

In fondo, forse è più facile piangere per un palo che non riesce più a trasmettere, piuttosto che impegnarsi a costruire qualcosa che possa davvero comunicare.

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