Un libro per raccontare la vita, con gli inevitabili intrecci di sofferenze e gioie che comporta, dei cinque agenti della scorta, quattro uomini e una donna, che morirono il 19 luglio del 1992 nella strage di via D’Amelio insieme con il giudice Paolo Borsellino, a distanza di quattro settimane dalla strage di Capaci, dove persero la vita il giudice Giovanni Falcone, la moglie, Francesca Morvillo, e tre agenti della scorta.
Il volume, “Cinque vite. Racconti inediti dei familiari della scorta di Paolo Borsellino”, verrà presentato venerdì pomeriggio, 13 dicembre, presso la sala convegni della Sicilbanca (ex Palazzo delle poste) alle 17.
L’iniziativa, promossa ed organizzata dal Centro studi Paolo e Rita Borsellino e dall’associazione Ondedonneinmovimento, vedrà la partecipazione dell’autrice, Mari Albanese, Ottavio Sferlazza, magistrato in pensione, Salvatore Falzone, commissario della Polizia di Stato, Ester Vitale, portavoce di Ondedonneinmovimento; Francesca Grasta,componente del Centro studi Paolo e Rita Borsellino.
Mari Albanese ripercorre la vita di Emanuela Loi, Vincenzo Fabio Li Muli, Eddie Walter Max Cosina, Agostino Catalano e Claudio Traina, attraverso i ricordi dei loro familiari, che hanno dato voce a pensieri, sentimenti, emozioni ed interessi di cinque giovani vite stroncate da cinquanta chili di tritolo, di cui nella memoria collettiva si conserva soltanto il ricordo di essere stati agenti di scorta del magistrato palermitano.
Il libro sarà presentato anche venerdì mattina presso la scuola secondaria di primo grado, “Rosso di San Secondo”. La manifestazione però riguarderà gli alunni e le alunne delle sette terze dell’Istituto, i quali e le quali a conclusione del percorso di educazione civica, “Legalmente uniti. Esplorando cinque vite”, presenteranno degli elaborati prodotti da loro sotto la guida delle docenti di lettere, dopo la lettura condivisa in classe del libro dell’Albanese.
Oltre a Mari Albanese, Francesca Grasta, Ottavio Sferlazza, presenzierà l’incontro la dirigente scolastica della “Rosso”, Loredana Matraxia.

