“Enigma” apre la stagione del Margherita ed entusiasma il pubblico con un dramma di impegno civile

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Alan Turing come Pasolini, trent’anni prima, in Inghilterra. “Enigma”, il dramma di Hugh Whitemore, tradotto da Antonia Brancati, che ha aperto la Stagione teatrale del “Margherita” promossa dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Caltanissetta retto dalla prof. Giovanna Candura, propone la storia dello scienziato inglese Alan Turing, genio matematico e padre dell’informatica contemporanea, processato e condannato per omosessualità e misteriosamente “suicidato” nel 1954 con una mela al cianuro.

Turing conosceva molti segreti militari, aveva contribuito durante la seconda guerra mondiale a decriptare le comunicazioni in codice della Germania nazista, salvando il suo paese e l’Europa dall’invasione. Soltanto nel 2013 la regina Elisabetta lo ha riabilitato, concedendogli la grazia postuma. La sua omosessualità, peraltro dichiarata apertamente, è stata il sintomo del suo essere “non omologato”, divergente, e pertanto pericoloso per il sistema, che lo condanna e poi lo elimina.

Il dramma si sviluppa sulla scena in maniera avvincente, impreziosita dalla recitazione eccellente dei protagonisti, Peppino Mazzotta, nei panni di Turing e Maurizio Marchetti straordinario comprimario, alter ego non dichiarato di Turing e testimone di come in nome delle convenzioni sociali del perbenismo borghese si preferisse nascondere il proprio orientamento sessuale e soffrire in silenzio.

Lo spettacolo, accolto con entusiasmo da un pubblico attento e partecipe, poco mondano-esibizionista e molto più motivato alla sostanza della rappresentazione, che ha gremito il teatro e che ha sottolineato ogni passaggio con applausi a scena aperta, aveva la regia di Giovanni Anfuso e una splendida quanto essenziale scenografia di Alessandro Chiti valorizzata dal disegno luci di Antonio Rinaldi.

La libertà di essere se stessi, negata dai pregiudizi e dagli schemi che dominano le società, è il filo rosso dell’azione scenica, e nessun personaggio maschile mostra di essere libero dall’ombra della “deviazione”, anche se tutti, tranne il protagonista, nascondono accuratamente la propria ambivalenza.

La metafora va oltre il tema dell’omosessualità, per evocare un’oppressione degli schemi sociali che soffocano, a 360°, la libertà di esistere con autenticità, e sono soprattutto gli uomini del potere a farsi strumento di questa oppressione, mentre Turing trova comprensione ed affetto soltanto in una donna, che non si scandalizza, non lo giudica, non lo isola, ma è sempre pronta ad accoglierlo nella sua libertà.

Inizio brillante della Stagione del “Margherita” con uno spettacolo di grande livello e una tematica importante. La logica spietata del potere, che elimina chi non è allineato ed obbediente, ha avvelenato la mela che Turing aveva morso prima di morire. La stessa mela morsicata che oggi è il marchio della più importante multinazionale delle tecnologie informatiche nel mondo.

Avviso ai naviganti non allineati del nostro mondo contemporaneo.

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