Giorno della Memoria: “Alla scoperta di Charlotte Salomon” al Museo diocesano

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La voce di Charlotte Salomon (1917-1943), la giovane artista ebrea berlinese uccisa ad Auschwitz nel 1943, ha parlato a noi  ancora oggi, con la musica originale creata dall’ispirazione delle sue opere da docenti e allievi del Conservatorio “V. Bellini”, quattro brani inediti eseguiti per la prima volta nel corso dell’evento in occasione del Giorno della Memoria al Museo Diocesano di Caltanissetta: “Alla scoperta di Charlotte Salomon”, nella sala Fiandaca del Museo.

Le due istituzioni culturali più prestigiose della città, il Museo Diocesano (diretto dall’arch. Giuseppe Di Vita) ed il Conservatorio (diretto dal M° Michele Mosa) hanno costruito insieme questo evento, che ha illuminato l’esperienza di un’artista originale, da poco riscoperta dagli studi critici ed accademici, una icona della contemporaneità, con tutte le contraddizioni che la violenza ha prodotto e che ne hanno attraversato l’esistenza. La violenza del nazismo e della persecuzione contro gli ebrei, la violenza della negazione, da parte della famiglia, della sua identità di artista, la violenza sofferta, lacerante, subita e soffocata dal perbenismo borghese della sua stessa comunità, la violenza dell’esecuzione spietata nel campo di sterminio.

Contro questa violenza, un’opera luminosa di Charlotte Salomon è la sua eredità: “Leben? der Theater?/Vita? o Teatro?”, un unico volume con quasi 1300 fogli dipinti in cui racconta la sua vita, le sue vicende drammatiche e la sua interiorità, con una potenza unica di segno, colore, grafica, mettendo in campo generi diversi della produzione artistica, consegnandoci le immagini della sua anima, e la sua capacità di resilienza di fronte al dolore, all’umiliazione, al buio di un’epoca tragica che aveva cercato in tutti i modi di stritolarla.

Charlotte muore ad Auschwitz, il 10 ottobre del 1943, incinta di 5 mesi, uccisa il giorno stesso del suo arrivo, a 26 anni. La pietra d’inciampo che la ricorda si trova a Berlino in Wielandstr, nella città in cui era nata e aveva respirato l’ossigeno di una cultura moderna e straordinaria, nei brevi anni della Repubblica di Weimar prima del nazismo.

Ne hanno parlato al Museo diocesano le professoresse Aurelia Speziale e Maria Grazia Trobia, a partire dalle immagini della sua pittura, e alternando la narrazione della sua vita con i brani musicali prodotti dal Conservatorio ed eseguiti dal Quintetto d’archi composto da Davide Galaverna, Emanuela Mosa, Raffaello Pilato, Aldo Traverso e Marco Traverso, diretti dal M° Marco Fedalto, con le soprano Laura Fuschi e Maria Grazia Arena e il flauto di Andrea Zigarelli.

Le musiche originali sono state composte da Andrea Di Gangi, Marco Fedalto, Maria Trentuno e Ciro Zinno Junior.

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