Il Credo di Nicea e l’unità dottrinale nelle Chiese storiche oggi: Convegno di studi in Seminario il 17 ottobre

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A 1.700 anni dal Concilio di Nicea, le Chiese cristiane riflettono sulle conclusioni di quell’evento, che ha segnato elementi fondamentali della dottrina della fede, sintetizzati poi nella preghiera del Credo, ancora oggi centrale nelle celebrazioni liturgiche, contrastando le posizioni della prime eresie e stabilendo: la dottrina dell’homooùsion, cioè della consustanzialità del Padre e del Figlio: nega che il Figlio sia creato (genitum, non factum), e che la sua esistenza sia posteriore al Padre (ante omnia saecula). In questo modo, l’arianesimo fu negato in tutti i suoi aspetti. Venne ribadita l’incarnazione, morte e resurrezione di Cristo, in contrasto alle dottrine gnostiche che arrivavano a negare la crocifissione. Si dichiarò la nascita virginale di Gesù (nacque da Maria Vergine).

Il Concilio, convocato e presieduto dall’imperatore romano Costantino, tredici anni dopo l’editto di Milano che depenalizzava il Cristianesimo, aveva anche l’obiettivo politico di consolidare il cesaropapismo dell’imperatore, che riteneva di dover subordinare al potere politico anche l’espressione religiosa. Impostazione che si è mantenuta in diverse forme nelle chiese orientali.

Una delle disposizioni finali del Concilio di Nicea riguardava le donne diacono, stabilendo che andavano considerate come i laici, ma evidentemente documentando che nei primi tre secoli della cristianità le diaconesse erano esistite e in numero rilevante.

Il Convegno del 17 ottobre, promosso dall’Ufficio Diocesano per l’Ecumenismo e il Dialogo Interreligioso, diretto da Anna Wagermaker, prevede gli interventi di: Mons. Onofrio Castelli per la Chiesa Cattolica, Mons. Athenagoras Fansiolo per la Chiesa Ortodossa, Giovanni Bernardini per la Chiesa Valdese, Heidi Langler per la Chiesa Luterana. Le conclusioni sono affidate al Vescovo Mons. Mario Russotto.

L’incontro sarà accompagnato da alcuni brani musicali eseguiti dal Resonantiae Camera Chorus.

Per i docenti è previsto un attestato di partecipazione

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