Un’altra tappa delle Vie dei Tesori
Silenzio.
Non quello vuoto, ma quello che riempie, che avvolge, che parla al cuore.
Al Santuario del Signore della Città, una delle tappe delle Vie dei Tesori, la fede non si impone: semplicemente accade.
È una chiesa modesta, francescana nell’anima prima ancora che nello stile, che accoglie i visitatori con una semplicità disarmante. E al centro, come una presenza che non ha bisogno di essere spiegata, un piccolo crocifisso: scuro, consunto, antichissimo.
È lui il Signore della Città, il crocifisso del Venerdì Santo, amato e venerato da generazioni di nisseni. Nessuno sa dire da quanto tempo sia qui: forse da sempre.
Visitare questo luogo durante le Vie dei Tesori è un’esperienza che dà la possibilità di sostare, di ascoltare un antico racconto, di lasciarsi toccare da una spiritualità che non fa rumore.
Forse, con discrezione, ci saremmo aspettati di poter entrare anche nel convento, per ammirare quelle stanze, poter vedere quadri, storie, oggetti e le reliquie di Padre Angelico Lipani, il frate che, insieme a suor Giuseppina Ruvolo, ha dato vita a una storia di fede e di carità che ancora oggi profuma di Vangelo.
È una storia che ricorda quella di Francesco e Chiara d’Assisi: solo che qui, il fraticello non parlò al Crocifisso di San Damiano, ma al Signore della Città; e la sua “sorella” si chiamava Giuseppina.
Di Padre Angelico resta il ricordo, la luce, il mito. Lo raccontò anche Pier Maria Rosso di San Secondo, descrivendolo come “vecchio, eppure fresco e giovanile… un vecchio cherubino”.
“Si chiama Padre Angelico, e nome più appropriato non potrebbe avere”, scrisse ancora lo scrittore nisseno — una frase che oggi vive incisa sul monumento bronzeo sulla sua tomba.
E quando si lascia il santuario, il silenzio resta dentro.
Come un piccolo voto, una promessa: tornare. Per continuare la visita oltre quella piccola chiesa, sì — ma anche per ritrovare, tra quelle mura, quella Pace.

