Apprendiamo di un incontro importante, a Caltanissetta, nella sede dell’Azienda Sanitaria Provinciale, tra il Rettore dell’Università di Palermo Massimo Midiri e il Direttore Generale dell’ASP Lucio Ficarra, in cui è stato annunciato un intervento dell’Università per potenziare il rapporto tra i medici specializzandi nelle aziende ospedaliere del nisseno e i direttori responsabili delle unità operative nel percorso di formazione degli specializzandi, attribuendo ai primari dei nosocomi il ruolo di “Cultori della Materia” con presenza nelle commissioni di esame, per fidelizzare i giovani medici specializzandi alle strutture ospedaliere in cui si formano “così da favorire il loro inserimento professionale”, come si legge in una nota dell’ASP.
Non si parla di istituire scuole di Specializzazione collegate alla Facoltà di Medicina che a Caltanissetta esiste da oltre un ventennio, nè si specifica come gli specializzandi dovrebbero poi essere assunti negli ospedali della provincia nissena.
Inoltre il Magnifico Rettore di Palermo ha annunciato “un protocollo d’intesa per la creazione del “Campus Universitario di Medicina di Caltanissetta”, che sorgerà presso l’ospedale “Vittorio Emanuele”. La struttura, di proprietà dell’ASP, sarà oggetto di un intervento di ristrutturazione e rifunzionalizzazione a cura dell’Università di Palermo“.
In questa intesa bilaterale, che potrebbe rappresentare un passo avanti nel rafforzamento della presenza universitaria a Caltanissetta, se alle parole seguisse poi qualche fatto, emerge però l’assenza clamorosa di alcuni soggetti, che avrebbero dovuto essere presenti, in qualche modo coinvolti, ma che sono stati olimpicamente ignorati: il Consorzio Universitario in primis, che ha un nuovo Presidente appena nominato dalla Regione ma manca ancora del rappresentante del Comune e degli altri Enti soci del Consorzio (tra i quali proprio l’ASP), ormai da alcuni mesi. Non c’è fretta evidentemente per gli Enti del territorio.
Inoltre era assente il Comune di Caltanissetta, che fino allo scorso anno aveva rivendicato sull’ex Ospedale Vittorio Emanuele la presenza di un vincolo di destinazione urbanistica proprio a favore della struttura universitaria, a suo tempo ignorato dall’ASP che ha collocato in quella sede uffici e ambulatori della casa di Comunità. Oggi l’ASP ha cambiato evidentemente idea, anzi, il Direttore generale Ficarra annuncia “Metterò in campo tutti gli strumenti necessari per la realizzazione di questo ambizioso progetto”. Ma il Comune che lo aveva caldeggiato in tempi non sospetti non è stato neppure invitato.
Peraltro, il Sindaco Walter Tesauro, un tempo Presidente del Consorzio Universitario nisseno, ha matenuto per sè la delega assessoriale all’università proprio per dare continuità al suo operato, ma evidentemente non è stato considerato, assente all’incontro tra i “poteri forti”, che decidono e annunciano in prima persona.
Dal punto di vista istituzionale è una situazione decisamente imbarazzante, che delegittima il lavoro compiuto in questi anni, nel bene e nel male, intorno al progetto Università, di cui nell’operato dell’amministrazione Tesauro si sono perse completamente le tracce. Non sono stati affidati all’Università, come era stato stabilito, gli edifici dell’ex Scuola Capuana e della scuola di via Real Maestranza perchè li ristrutturasse per ospitare i corsi di Farmacia e di Medicina ad indirizzo Tecnologico (deliberati ormai due anni fa non risulta che siano ancora partiti). Per non parlare della mensa e degli alloggi per gli studenti.
UniPa e ASP hanno concordato e deciso in base alle proprie esigenze interne, senza considerare il territorio e le sue istituzioni, nè tantomeno un progetto università, che evidentemente non esiste più nella mente e nell’azione di chi amministra il nostro territorio, e che pertanto è stato considerato ininfluente e superfluo e quindi ignorato.
Non è così che in un territorio si fa sistema per realizzare concretamente le progettualità. Così la rappresentanza politica perde valore e funzione ogni giorno, svuotata dall’interno dall’approssimazione e dalla superficialità di chi non riesce a dare seguito agli impegni, alle promesse, ai propri doveri di amministratore.