Italia Nostra sull’approvazione del progetto definitivo del “ponte” da parte del CIPES

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da Italia Nostra Sicilia riceviamo e pubblichiamo:

Il CIPES – Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica e lo Sviluppo Sostenibile – è un organo collegiale del Governo italiano che ha il compito di valutare e approvare progetti strategici di investimento pubblico, con particolare attenzione alle infrastrutture e alla sostenibilità. Nato come evoluzione del CIPE (Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica), il CIPESS integra oggi anche obiettivi ambientali e sociali, in linea con le direttive europee e gli impegni del PNRR. Lo scorso 6 agosto 2025, il CIPESS ha approvato il “progetto definitivo” del ponte sullo Stretto di Messina.

L’approvazione del “progetto definitivo” del ponte sullo Stretto di Messina, da parte del CIPES è, a nostro parere, una decisione impropria. Una decisione comunque avventata e pericolosa. Un progetto che definire “definitivo” costituisce una vera e propria mistificazione. Tante infatti sono le incognite, le criticità tecnico-strutturali e sismiche legate a quest’opera. Criticità che non possono non far dubitare sulla sua fattibilità. Un azzardo che rischia di trasformarsi in un disastro economico-finanziario. Un progetto con penali miliardarie a carico dello Stato. Un progetto che fagocita risorse importanti sottratte ai fondi di sviluppo e coesione destinate alle regioni del Sud Italia. Un progetto che, inesorabilmente, devasterebbe due territori, in Sicilia e in Calabria. Insomma: un’opera inutile e dannosa, che non risolve affatto i problemi del trasporto pubblico nelle regioni del Sud e che rischia di assurgere a manifesto, a simbolo delle incompiute. Un progetto paesaggisticamente insostenibile, con effetti devastanti sull’ambiente, sui delicati ecosistemi della straordinaria area dello Stretto di Messina.  

Scrive Michele Ainis, a proposito del “progetto del ponte”, su “la Repubblica” del 5 agosto scorso: «…È giusto, è lecito, è opportuno che una decisione così dirompente passi sopra la testa della cittadinanza? Senza consultarla con un referendum, senza un dibattito pubblico sui vantaggi e, sì, sugli svantaggi? È un punto che tocca la qualità della nostra vita democratica, ma per misurarla non c’è bisogno di volare sulla luna: basta volgere lo sguardo ai nostri confini. In Francia la legge Barnier del 1995 ha istituito il débate public – un percorso partecipativo non vincolante – sui progetti d’infrastrutture nazionali. In Svizzera la realizzazione delle grandi opere viene sempre preceduta da referendum nazionali o cantonali. E l’Italia? Forse il ministro Salvini del governo Meloni potrebbe chiedere consigli al ministro Salvini del primo governo Conte. Nel dicembre 2018 s’infiammava la controversia sulla Tav, la linea ferroviaria ad alta velocità Torino-Lione; e per venirne fuori Salvini propose d’indire un referendum. Ecco, facciamolo».

Il prossimo sabato 9 agosto, Italia Nostra parteciperà al corteo “NO PONTE” che avrà luogo a Messina, a partire da piazza Cairoli.

Prof. Leandro Janni, Presidente regionale di Italia Nostra Sicilia

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