“L’invaso di Ancipa ha superato i tre milioni trecentomila metri cubi grazie alle piogge, sia pur modeste, finalmente giunte. Il livello è destinato a crescere con lo scioglimento della neve e le piogge attese.
La Cabina di regia ha fatto bene nei giorni scorsi a variare lievemente i prelievi da Ancipa grazie ai quali i turni anche nel Nisseno, oltre che nell’Ennese, sono diminuiti da 6 a 5 giorni. Speriamo nelle prossime piogge e nell’aumento dei prelievi dai nuovi pozzi attivati nei mesi scorsi per far diminuire le turnazioni da 5 a 3-4 giorni.
Le previsioni che hanno condotto alle scelte strategiche operate ed alle conseguenti restrizioni nei prelievi, imposte dalla Cabina di Regia a marzo e ad agosto, al fine di prolungare la vita utile di Ancipa fino a questo periodo, solitamente caratterizzato da precipitazioni, si sono, dunque, rivelate corrette.
Tuttavia la quantità di acqua invasata non è ottimale e pertanto bisogna monitorare i consumi e gli apporti dovuti alle piogge e ai pozzi. Permane l’emergenza idrica. Non si può abbassare la guardia”.
Fin qui la dichiarazione dell’ing. Salvo Cocina, responsabile della Protezione Civile e della Cabina di regia per l’emergenza idrica, resa pubblica in un post social nella serata di ieri 21 dicembre.
Sorprende che si limiti all’auspicio della pioggia “finalmente giunte”, ad autocompiacersi per il razionamento e i turni di distribuzione prolungati per “la vita utile di Ancipa” definiti “scelte strategiche”.
Non una parola rispetto ad interventi a breve e medio termine per risolvere il problema dell’approvvigionamento al di là delle piogge che possono arrivare o meno.
Passa così la versione che il governo Schidani ha sempre sostenuto, e cioè che l’emergenza e la siccità fossero dovute all’insufficienza delle piogge e non all’assenza decennale di una politica per l’ottimizzazione del sistema idrico regionale, affidato a Siciliacque, il cui Consiglio di amministrazione la Regione siciliana controlla (tre su cinque componenti) mentre per gli incassi della vendita dell’acqua ai gestori cittadini Siciliacque incassa il 75% degli utili per il socio privato.
Non una parola sulle dighe da collaudare e da interconnettere, per permettere di riempirle come oggi non è possibile fare, non una parola sulle trivellazioni alla base delle Madonie e il collegamento rapido con il Blufi che potrebbe risolvere definitivamente il problema, almeno per Caltanissetta e S. Cataldo, non una parola per interventi sulle acque piovane per alimentare l’agricoltura senza incidere sulle risorse potabili delle città.
La danza della pioggia rimane quindi l’unica strategia, in questo terzo millennio siciliano, che sembra più un ritorno al medioevo, o tuttalpiù ai decenni prima della guerra mondiale. La prima, naturalmente
