LA POSTA IN GIOCO

fiorellafalci
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140 milioni di euro del PNRR già spendibili a Caltanissetta in opere pubbliche e cantieri, e un meccanismo di legalità “blindato” da un protocollo già stipulato con la Guardia di Finanza per monitorare e passare al setaccio tutti i passaggi dei flussi di spesa in entrata e in uscita dal Comune. Questo il primo risultato rivendicato da Roberto Gambino, sindaco di Caltanissetta, che oggi ufficialmente, in conferenza-stampa, si ricandida alla carica di primo cittadino.

Una opportunità di cui in questi mesi l’informazione ufficiale non ha mai parlato con particolare evidenza, un flusso di risorse come da decenni non avveniva nel nostro territorio, che significano anche lavoro per centinaia di persone, e, forse, un meccanismo dell’economia locale che può ricominciare a girare.

Se l’informazione locale ha amato finora concentrarsi sulle trite dinamiche elettorali che ruotano intorno a liste, candidati e alleanze, ne hanno invece chiara consapevolezza gli schieramenti che si sono aggregati a sostegno delle diverse candidature: un centro destra di cartello ufficialmente riunito dal padre-padrone di turno (con qualche “fuga laterale” sponsorizzata da notabili in corso di riciclaggio) che ambisce a tornare alla guida di palazzo del Carmine dopo le debacle delle ultime tornate elettorali, ed il rassemblement di simboli anonimo-civici che da mesi si aggrega intorno ad una candidata che ha tenuto subito a chiarire di non essere “né di destra, né di sinistra, né di centro” con l’intenzione di accreditare una distanza assolutoria rispetto ai simboli della politica che rendono riconoscibili le visioni e le opzioni.

La vera posta in gioco di queste elezioni amministrative è concentrata in questo flusso di spesa pubblica, ottenuto per Caltanissetta puntando anche sul legame politico con i governi Conte subito dopo la pandemia, una posta che può ridefinire le premesse di uno sviluppo possibile oppure trasformarsi in una mostruosa mangiatoia sull’altare della quale celebrare i riti antichi della corruzione e del clientelismo.

Sul tema del pericolo che il sistema affaristico-mafioso che domina la Sicilia può rappresentare si è soffermato senza peli sulla lingua Cateno De Luca, venuto in conferenza stampa ad ufficializzare l’appoggio della sua lista “Sud chiama Nord” alla candidatura di Gambino, proclamando, da sindaco a sindaco, l’urgenza di costruire una netta alternativa politica e civile al sistema dell’”ologramma Schifani” che già sui temi dei rifiuti, dei termovalorizzatori e della gestione delle acque e dell’emergenza siccità, sta rivelando il back-stage dei comitati d’affari che tengono saldamente le redini dei poteri reali in Sicilia e che negli ultimi anni hanno scaricato sui comuni tutti gli oneri delle gestioni, sottraendo risorse, complicando le normative, usando l’arma letale della burocrazia per paralizzare ogni dinamica di sviluppo.

La nettezza con cui De Luca ha stigmatizzato il centro-destra, siciliano e italiano, che “punta all’occupazione militare delle istituzioni”, è stato un elemento indubbiamente nuovo rispetto agli stereotipi maturati intorno al suo pittoresco stile di comunicazione del passato: ha fatto un ragionamento serio, indicato una prospettiva precisa, eliminato le ambiguità di cui solitamente il qualunquismo di nutre.

Gambino dà il via alla fase elettorale partendo dai risultati concreti costruiti in questi 5 anni: la raccolta differenziata passata dal 40 al 65%, un’operazione di “bonifica” delle dinamiche che hanno inceppato la macchina della burocrazia comunale, i concorsi e le assunzioni portate a termine (72, già in servizio, un record su scala regionale), e chiedendo ai nisseni una fiducia rinnovata per completare il percorso, chiamandoli all’impegno in prima persona, alla partecipazione, alla capacità di fare sistema dal basso, rivendicando il suo essere stato sempre presente sul territorio, tra le gente, senza mai chiudersi nel Palazzo, anche nei mesi terribili della pandemia, ma chiedendo adesso un salto di qualità per la prossima legislatura.

Sono molti però gli elementi di discontinuità necessari a rendere effettiva e credibile questa operazione: la costruzione di un progetto di città che corrisponda ad una visione reale, possibile, che si dia tempi e modi efficaci di realizzazione, l’attivazione di reti di partecipazione permanente dei cittadini e delle diverse espressioni associative, una squadra di amministratori all’altezza del compito, armati di competenze autentiche e non soltanto di buona volontà.

Se in questi cinque anni c’è stato un paradosso nella politica nissena è stato rappresentato da una amministrazione monocolore, espressa da un movimento fortemente critico “a prescindere” verso tutte le esperienze pregresse, ma che è stata guidata da un Sindaco che ha dimostrato la qualità dell’equilibrio, dialogando con i cittadini senza cedere alle polemiche propagandistiche né scadere di tono e di stile, come invece ormai sembra essere costume diffuso.

Non basta ancora, certamente, per guidare una città in agonia verso il risveglio, se non verso la resurrezione. I cittadini, nessuno escluso, non si possono più permettere l’indifferenza, l’apatia, l’astensione, rispetto alle scelte di governo della città.

Abbiamo due mesi per pensarci e per scegliere, per assumerci in pieno la nostra responsabilità di cittadini.

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