L’Assessorato regionale ai Beni Culturali ha risposto a tempo di record alla diffida del WWF contro la demolizione dell’Antenna RAI, con una comunicazione del 25 giugno (prot. 23864), rivolta, oltre che al WWF anche al Sindaco di Caltanissetta e ai dirigenti comunali (Urbanistica e Lavori Pubblici), al Ministero della Cultura, al Comando dei Carabinieri Tutela del Patrimonio Culturale di Palermo e, per conoscenza, alla Soprintendenza ai BB.CC.AA. di Caltanissetta.
Nella lettera si afferma che “l’elenco allegato al D.A. n. 7732 del 9 ottobre 1995 conteneva palesi errori in merito all’inserimento dell’Antenna Rai tra i beni architettonici – seppur priva della vetustà dei cinquant’anni previsti dall’art. 1 della legge n. 1089/1939 e al riferimento normativo (indicato come vincolo n.431/85) ad essa totalmente estraneo quale la “Legge Galasso””.
Si afferma poi che il decreto è stato superato dal D. A. n. 1858 del 2 luglio 2015 con il quale nel Piano paesaggistico degli Ambiti ricadenti nella provincia di Caltanissetta “l’Antenna Rai non è stata inserita tra i “beni isolati” da sottoporre a tutela. L’area in cui ricade il manufatto in parola, nel predetto Piano, non risulta inserita tra i “siti rilevanti”; infatti, ha un livello di tutela 1, e, inoltre, per lo smontaggio della predetta antenna, non è necessaria l’autorizzazione paesaggistica”.
La comunicazione è firmata dal Dirigente generale dell’assessorato Beni Culturali, Mario La Rocca, lo stesso che ha firmato il 28 maggio u.s. la revoca del vincolo di tutela “gravante sul manufatto, stante le attuali gravi problematiche strutturali in cui versa il medesimo, che potrebbero arrecare danno alla privata e pubblica incolumità”.
Braccio di ferro quindi, tra l’assessorato regionale da un lato e Comune e ambientalisti dall’altro, in una “battaglia delle carte” che a questo punto potrebbe non essere soltanto una questione burocratica o di ottusità culturale.
Intanto, operai al lavoro sono stati avvistati nell’area dell’Antenna: si lavora alla demolizione mentre il Comune prepara (speriamo rapidamente) il ricorso al TAR.
Foto di Totò Venti