L’arte censurata e la Piazza come un luna park

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una riflessione del prof. Leandro Janni Presidente di Italia Nostra Sicilia

In ambito artistico il rapporto tra creatività, libertà, e censura è un tema delicato e controverso. L’artista ha sempre dovuto riflettere sui limiti verso cui si può spingere la rappresentazione creativa e sui limiti imposti dalla società o dal potere.

Nel campo specifico delle arti visive, la sottrazione di un’opera allo sguardo, perché ritenuta offensiva, inappropriata o scandalosa, è un fenomeno frequente e dai contorni spesso inaspettati. Che sia a causa delle istituzioni, o del pubblico, il tema della censura nell’arte, comunque, è sempre attuale.

L’edizione del 2024 della Biennale di Venezia è stata funestata e impoverita da tutto ciò che nell’arte non dovrebbe aver luogo: censura, polemica politica ed esclusioni. Per non parlare delle nuove censure in ambito digitale: in Internet, nei social. Di contro, un nuovo museo, a Barcellona, raccoglie le opere vietate per portarle alla luce, dimostrando che condannare l’arte e la cultura è sempre fallimentare.

E’ un inno alla libertà di espressione il Museu de l’Art Prohibit, che espone oltre 200 opere che sono state sgradite al potere e per questo censurate, nascoste. Dalla condizione della donna al riconoscimento dei diritti LGBTQ+, dagli abusi del potere alla violenza delle guerre, sono innumerevoli i temi che vengono affrontati e denunciati da questa collezione.

Alcune opere sono dedicate alla satira politica: nel mirino leader contemporanei come Donald Trump o leader storici come  Francisco Franco. Tra gli artisti che trovano il loro spazio espositivo all’interno di  questo museo Francisco Goya, Pablo Picasso, Ai Weiwei, Andy Warhol, Tania Bruguera, Gustav Klimt, il fotografo americano Robert Mapplethorpe, Banksy e tanti altri, in un luogo dove l’unica regola che vige è quella della libertà.

Ma veniamo alle vicende di casa nostra.

Che dire del “caso” che riguarda l’opera censurata dell’artista Alberto Antonio Foresta “LIBERA, LIBERA PALESTINA – Ghiaccio e Bandiera”, scoppiato nella nostra Città, in questi giorni di festa a cavallo tra il 2024 e il 2025?

Dopo le prime inevitabili polemiche, sulla vicenda è intervenuto l’assessore comunale Salvatore Petrantoni, infrangendo l’abituale silenzio della giunta Tesauro. Petrantoni, attraverso un comunicato, conferma di fatto l’azione di censura nei confronti dell’opera di Foresta. Pertanto, emerge chiaramente la volontà e l’azione di un’amministrazione comunale che, in linea con l’attuale governo nazionale, esprime un atteggiamento proprietario nei confronti della cosa pubblica e che intende sottomettere l’arte e la cultura alle esclusive ed escludenti pretese della sua propaganda.

Che dire, poi, dell’affermazione dell’assessore Petrantoni che sottolinea il fatto che l’opera sarebbe stata fuori contesto in relazione al carattere natalizio della mostra in corso a Palazzo Moncada  “Trame contemporanee”? Ci viene da ridere. O da piangere.

Di certo, a proposito del “carattere natalizio”, l’allestimento plateale e dispendioso pensato e realizzato in questi giorni di festa e di fede a Piazza Garibaldi, dalla giunta Tesauro, evoca più che lo spirito del Natale, l’ambiente e l’atmosfera di un luna park.

Prof. Leandro Janni, presidente regionale di Italia Nostra Sicilia

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