Le 14 famiglie di via Redentore in mezzo a una strada. Ma le soluzioni ci sarebbero

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Le 14 famiglie che hanno dovuto lasciare le loro case il 10 dicembre non sono più assistite dal Comune. Dal 10 febbraio hanno dovuto lasciare i B&B dove erano ospitate dal Comune, hanno dovuto sistemarsi alla meno peggio presso parenti o in una casa in affitto. Altri 7 giorni di ospitalità a spese del Comune solo per chi ha un Isee basso e poi più nulla.

Nonostante il voto unanime del Consiglio comunale per metterle in condizione di tornare nelle loro abitazioni posizionando dei fessurimetri smart e provvedendo alla valutazione della sicurezza degli immobili, non è stato fatto nessun passo avanti. Neppure quantificare la spesa che sarebbe necessaria, a prescindere da chi la debba affrontare.

L’Amministrazione comunale, per voce dell’assessore Aiello, si è irrigidita nel sostenere che non può intervenire su proprietà privata con denaro pubblico. E così le 14 famiglie, che non possono sostenere la spesa di queste misure di sicurezza, rimangono in mezzo a una strada.

Ma una soluzione è possibile.

  1. Niente impedirebbe al Comune di sostenere con un contributo straordinario, attraverso i servizi di solidarietà sociale, la spesa che sarebbe necessaria alle famiglie per sopperire ad una necessità urgente e indifferibile, come quella dell’abitazione, e quindi consentire che possano provvedere a quanto è necessario per potere ritornare in sicurezza nelle loro case.

    Se si quantifica la spesa complessiva si può suddividerla per nuclei familiari e il contributo potrebbe essere così compatibile con le finanze comunali. Risparmiando in ospitalità in strutture esterne, ma soprattutto restituendo dignità e serenità alle famiglie che da due mesi, senza colpa né responsabilità per quello che è avvenuto, stanno vivendo una situazione insostenibile.

    Sembra l’uovo di Colombo, ma per i paraocchi burocratici dei nostri amministratori è troppo oltre la loro capacità di flessibilità amministrativa.

    L’ufficio tecnico del Comune ha quantificato la spesa per i fessurimetri smart? Potrebbe farlo se non lo ha ancora fatto?

    2. Quanto alla valutazione tecnica dell’agibilità degli immobili, sarebbe un gesto significativo se gli Ordini professionali degli Ingegneri, degli Architetti, dei Geologi, offrissero gratuitamente la loro opera, anche temporaneamente, in attesa che la Regione riconosca lo stato di calamità naturale (è stato chiesto dal Comune?) e provveda alle spese conseguenti.

    Una Città degna di questo nome si muove in tutti i modi per risolvere i problemi, tra istituzioni e società civile, anche spendendosi in prima persona.

    Vorremmo che su questa proposta si pronunciassero gli amministratori comunali, spiegando ai cittadini, in caso negativo, perché non sarebbe praticabile. E’ stato fatto tante volte qualcosa di simile, nel passato, nel pieno rispetto della legalità, non si capisce come mai questa volta non è venuto in mente a nessuno.

    Sarebbe una bella lezione anche quella dei professionisti che si offrissero di operare volontariamente e gratuitamente per certificare la sicurezza delle abitazioni. Una lezione di civiltà, oltre che di solidarietà, e di libertà disinteressata, di coraggio civile.

    Ne troveremo nella nostra Città?

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