Montedoro accende le luci sulla festa

Francesco Daniele Miceli
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Montedoro sembra quasi un miracolo, una magia che si rinnova ogni anno nei primi giorni di agosto, quando le sue strade tornano a riempirsi di voci, volti, musica e ricordi.
È il ritorno degli “emigrati”, dei figli lontani di Montedoro, che scelgono proprio questo periodo per tornare a casa. Lo fanno in occasione della festa estiva di San Giuseppe, patrono del paese, celebrato il 4 agosto non a caso: una data scelta proprio per permettere a chi vive altrove di partecipare. È una festa che non è solo religiosa, ma è il simbolo di un legame profondo, radicato, che resiste al tempo e alla distanza.
In pochi giorni Montedoro cambia volto. Si anima di eventi, spettacoli, tradizioni. Si è iniziato con la rassegna teatrale, che quest’anno ha visto protagonisti il Teatro Stabile Nisseno, Thèatron e la compagnia Pillole di Sicilia, portando in scena storie che parlano la lingua dell’isola, tra ironia e malinconia. Ma c’è anche tanta musica e cabaret: Sasà Selvaggio ha fatto ridere il paese, anticipato da una toccante apertura dei minori stranieri non accompagnati della comunità Un mondo a colori, della Cooperativa Etnos, che vivono stabilmente a Montedoro e hanno voluto ringraziare il paese per l’accoglienza con striscioni e cartelloni pieni di gratitudine.
Non sono mancati gli sbandieratori, una notte bianca con DJ set, il Performare Festival, una sfilata equestre, e soprattutto il corteo storico per celebrare i 390 anni dalla fondazione del paese: un tuffo nelle radici, un modo per ricordare chi siamo e da dove veniamo.
Montedoro non è solo festa: è anche cultura. Un piccolo paese che vanta una decina di case museo, un osservatorio astronomico, un teatro, un anfiteatro all’aperto e un suggestivo museo delle zolfare, a testimonianza di un passato legato a doppio filo all’estrazione dello zolfo, che ha segnato profondamente l’economia e la vita di queste terre.
Tutto questo è possibile grazie all’impegno dell’amministrazione comunale, guidata da una visione viva del territorio, e del Comitato San Giuseppe, che ogni anno si fa carico di organizzare e animare molte celebrazioni.
Montedoro, per molti giorni all’anno, sembra addormentata, quasi dimenticata. Ma ad agosto torna a vivere. È un piccolo comune, sì. Ma con un cuore grande, che batte ancora forte – nel ricordo di chi è partito, nell’abbraccio di chi ritorna, e nello sguardo di chi resta. Forse è proprio qui che sopravvive l’anima più sincera della Sicilia.

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