“Pane e Pizzi” al Cerealia Festival 2025 a S. Caterina Villarmosa

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Cerealia Festival 2025“, la manifestazione internazionale che da 15 anni promuove la cultura del pane e del cibo sano come legame antropologico dei popoli del Mediterraneo, coordinata in Sicilia da Concetta Bruno di ComeUnaMarea APS, ha fatto tappa a S. Caterina Villarmosa, sabato 4 ottobre, con la giornata-evento Pane e Pizzi“, coordinata dalla dott. Rosanna Cicero, che si svolta in due luoghi simbolo della possibile rinascita di uno dei comuni siciliani dell’area interna colpiti dallo spopolamento e dalla desertificazione socio-economica.

Il Palazzo municipale ed il Sindaco Giuseppe Ippolito, insieme alla Pro Loco con la vice-presidente Maria Carmela Salamone, hanno ospitato l’incontro di riflessione nell’Aula consiliare e nella Sala dedicata a Filippa Pantano, la leader delle ricamatrici che negli anni ’70 riuscirono a conquistare una legge sul lavoro a domicilio che ne riconosceva la dignità di lavoratrici, e nel pomeriggio il Castello del Piraino, antica dimora aristocratica in cui si sono svolte le degustazioni e la mostra di ricami preziosi, simbolo identitario del lavoro delle donne, che potrebbe avere un futuro di rilancio economico.

L’orizzonte delineato dall’evento, la cerealicoltura sostenibile e l’arte del ricamo, è emerso infatti come una frontiera di modernità, non un ricordo nostalgico, in una dimensione “glocal”, iscritta nel contesto della globalizzazione con la possibilità e l’ambizione di giocare la carta vincente della qualità in un mercato in cui i segmenti per questo tipo di produzione esistono, anche se devono fare i conti con i grandi interessi delle multinazionali, che controllano i prezzi, soprattutto nel campo cerealicolo, abbattendo i livelli di qualità senza badare alla tossicità dei prodotti.

La cerealicoltura, biologica e non, nelle zone interne della Sicilia è ormai in via di estinzione: questo il grido di allarme di Fabio Di Francesco, presidente di Slow Food Sicilia, che ha fornito i dati di una produzione che paga un chilo di frumento non più di 20 centesimi, senza coprire neppure i costi, a fronte del grano che proviene da altri continenti, maturato con procedimenti forzati e imbottito di concimi chimici.

Il prof. Nicolò Iacuzzi, dell’Università di Palermo, ha reso note le ricerche e le sperimentazioni che sono allo studio dell’Università per coniugare quantità e qualità della produzione dei cereali, alternandoli ai legumi, mentre la dott. Francesca Lapis, responsabile del progetto Eurythmia, ha affrontato il tema della buona alimentazione e degli stili di vita che sono alla base di un benessere possibile.

L’avv. Pietro Milano ha parlato del “Culto del pane in Sicilia e del Muffoletto di San Martino“, intrecciando l’analisi antropologica con la narrazione del legame tra le forme e i tipi di pane e le devozioni religiose fino ai nostri giorni, e la dott. Claudia Amico, dirigente dell’Istituto Comprensivo S. Caterina-Resuttano ha illustrato il progetto formativo della scuola nello studio delle culture locali, dal cibo al lavoro legato alla terra e al ricamo, con i lavori dei ragazzi, i documenti, le immagini e le illustrazioni che hanno prodotto sull’argomento.

L’arch. Carmelo Montagna ha inquadrato il tema del lavoro e dello sviluppo nel contesto del paesaggio come frutto del lavoro umano, nella “terra di mezzo” della Sicilia che si distende tra i due fiumi del Salso e del Platani, dei ritmi della lentezza riflessiva legati al mondo contadino e al suo “umanesimo delle mani”, dell’aggressione alla fertilità del suolo che le tecnologie energetiche stanno realizzando, ponendo il problema prioritario della consapevolezza storica di questo valore nella mentalità comune, mentre l’arch. Pasquale Tornatore ha sviluppato una riflessione sul turismo esperienziale e relazionale come valorizzazione del patrimonio storico, artistico, ambientale ed eno-gastronomico della Sicilia Centrale.

Marcello Maira, presidente di Slow Food Caltanissetta, ha illustrato i presidi Slow Food del territorio, dalla cuddrireddra di Delia al torrone di Caltanissetta, e sono emerse, anche con la presenza degli imprenditori che sono intervenuti, nuove coltivazioni che stanno qualificando il territorio: il miele, i formaggi, la lavanda, lo zafferano, oltre ai grani antichi, sempre più ricercati per le produzioni di qualità, in concorrenza difficile con i grani “industriali” d’oltreoceano.

Angelo Stella, un giovane imprenditore che ha scelto di tornare nella sua terra e di investire la sua professionalità proprio in questa produzione, ha presentato la sua nuova macchina per ricavare le farine da diverse qualità di grano autoctono, nelle quantità e nella consistenza desiderate, accorciando ulteriormente la filiera produttiva e dimostrando come creatività scientifica e iniziativa imprenditoriale possono costruire scenari inediti di modernità economica che meritano di poter competere sul mercato e hanno bisogno di un sistema di infrastrutture sul territorio che potrebbero promuoverne il decollo.

La storia delle ricamatrici di S. Caterina, protagoniste di una battaglia epica che negli anni ’70 le portò a conquistare una legge nazionale sul lavoro a domicilio, dopo avere denunciato coraggiosamente gli speculatori che le sfruttavano con il lavoro nero, è risuonata nell’aula consiliare con la voce appassionata di Pina Rotondo, figlia di Filippa Pantano, che con sua madre e la sorella Orsola, anch’essa presente, quella lotta animò e condusse fino a portare a processo gli intermediari del lavoro nero, proprio in quella stessa aula, nel 1973. Le ricamatrici formarono una cooperativa, “La Rosa rossa”, che organizzava circa 800 lavoratrici, ma subirono l’aggressione subdola della criminalità che riuscì a fare terra bruciata intorno al loro progetto di lavoro libero dallo sfruttamento.

Ma le donne caterinesi hanno continuato a ricamare i loro capolavori, con una qualità che potrebbe ancora conquistare spazi di mercato e di sviluppo, se si riuscisse a costruire un progetto manageriale che valorizzi il loro ineguagliabile know-how.

La seconda parte di Cerealia Festival si è svolta nel Castello del Piraino, dove la dott. Rosanna Cicero ha fatto gli onori di casa organizzando una degustazione raffinata e cordiale di muffolette al ragù rosso e bianco, salate e dolci con ricotta e miele (per cui si lavora in direzione del presidio Slow Food), pasta di casa con lenticchie di Villalba e pasta con ceci, crema pasticcera bianca e torrone. Nelle sale del castello, infine, una mostra di ricami d’epoca ha ricostruito la storia dell’abitare dell’800 e del ‘900 con i pizzi caterinesi del chiacchierino, della rete a 500 e a 700, del punto Rodi e di tutte le variabili del ricamo sui corredi. Un viaggio suggestivo in una dimensione quasi fiabesca, che potrebbe continuare e svilupparsi in un orizzonte produttivo che sappia valorizzare e mettere a sistema il “Pane e i Pizzi” di un territorio ricco di storia e di saperi che il popolo ha costruito con il proprio lavoro.

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