Personaggi della nostra storia: Alessandro Martelli

Lillo Ariosto
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Geologo, cattedratico, politico, senatore, ministro del Regno d’Italia. Il primo Grand Commis di Stato

Nella nostra carrellata di personaggi illustri nati a Caltanissetta, più volte ci siamo imbattuti in personalità con natali caltanissettesi che  hanno   conseguito  il  loro  successo  altrove.  E’  una   tradizione che aggiunge alla nostra città una nota di “dolce/amaro” ma che conferma   la   bontà   delle   stirpi   indigene   o   di   quelle   ospitate   in questa nostra (prendendo in prestito i lemmi di Cervantes) “Macha Nissena”.       

Un   esempio   è   Alessandro   Martelli. Celebre   geologo, importante   politico,   antesignano   dei Grand Commis di   Stato, Senatore del Regno d’Italia e Ministro nei governi del Ventennio.

Come in altri casi queste celebri figure si sono trovate ad avere i natali nisseni quasi per caso. Molti appartengono a nuclei familiari, se non veri e propri clan, arrivati a metà Ottocento al seguito del successo   dell’industria   mineraria. Alessandro Leopoldo   Eugenio Enrico Martelli viene dato alla luce a Caltanissetta il 25 novembre del 1876   da   Matilde   Negri,   moglie   dell’ingegnere   Federigo Martelli, un toscano seguace di Garibaldi in Sicilia. Appartiene a una casata di proprietari terrieri toscani di Vinci. Alessandro lì vi passerà le estati.

In seguito consegue il diploma di secondo grado. Si   reca   quindi   a   Firenze   dove   frequenta   l’Istituto   di   Studi Superiori, giungendo alla laurea in Scienze Naturali nel 1900. Si distingue per l’intelligenza e l’applicazione, tant’è che viene voluto come assistente da Carlo De Stefani, docente di geologia e autore della   prima   moderna   carta   geologica   d’Italia.  

Dal   suo   mentore acquisisce   capacità   e   metodo   di   indagine.   Si   dedica   ai   temi   di geologia stratigrafica, paleontologia e geografia fisica del margine adriatico   orientale,   dalla   Dalmazia   sino   al   Montenegro e all’Albania,   nonché   dell’arcipelago   delle   Ionie.   Grazie   ad   alcune ricerche stratigrafiche sul Montenegro è vincitore nel 1904 del premio messo in palio dall’Accademia dei Lincei per la mineralogia e   la   geologia.  

E’ un fervido nazionalista. La sua partecipazione alla guerra contro la Turchia nel 1911 lo porta a compiere osservazioni geo-petrografiche nelle isole di Rodi – dove scopre la presenza di cromite – e del Dodecaneso.

Con la nascita nel   1913   del   Regio   Istituto   Superiore   Forestale   Nazionale   di Firenze, Martelli vince il concorso per professore straordinario di mineralogia   e   geologia   applicata,   sotto   la   direzione   di   Arrigo Serpieri.   Nel   nuovo   ruolo   inizia   ad   occuparsi   di   pedologia,   di agraria e di sistemazione idraulica-forestale di terreni montani.

E’ un   convinto interventista, si   arruola   volontario   nella   Grande Guerra nel Regio Esercito. Viene destinato al fronte dell’Isonzo con il grado di tenente, ottenendo sul campo – per il coraggio e il valore dimostrato – la   promozione a capitano. Sul   finire   del   1917 Millosevich,   che   gestisce   l’Ufficio   invenzioni e ricerche per il reperimento di materie prime del Ministero delle Armi e Munizioni costituito   dal  Governo   Boselli,   ne  ottiene   il  trasferimento   presso tale organismo.

Qui Martelli è incaricato di ricerche minerarie in Sardegna, data l’esigenza  di  tungsteno,  manganese   e  molibdeno necessario   per   l’industria   bellica. Da lì in  avanti,  il tema delle ricerche geologiche applicate al reperimento di materie prime peil fabbisogno nazionale sarà sempre più al centro dei suoi interessi. Le ricerche di Martelli virano su temi petrografici, con studi  su affioramenti  cristallini   in   Appennino   settentrionale,   sulle   isole  di Ustica,   di   Nisiro   e   delle   Sporadi   meridionali.  

Intensifica il suo attivismo politico. Le sue sono posizioni conservatrici a difesa della classe   latifondista   a   cui   appartiene,   in   contrapposizione   alle crescenti rivendicazioni dei braccianti agricoli. Tenta la elezione in Parlamento nel 1921. Non   viene   eletto. Aderisce   quindi   al Fascismo.   Partecipa alla Marcia su Roma.  

Nel Regime ricopre cariche di rilievo crescente. E’ console generale e luogotenente della Milizia   volontaria. Nel 1924 è nuovamente candidato alla Camera  dei   Deputati,   naturalmente   tra   le   file   del Partito Nazionale Fascista. Riesce ad ottenere lo scranno nel collegio della Toscana.  

In virtù delle competenze tecnico-scientifiche e della convinta   fede   fascista,   Martelli   riveste   un   ruolo   di   primo   piano nelle scelte del regime di Mussolini, sia sulla politica economica che sulla attività di ricerca delle risorse energetiche. Quest’ultima diventa,   in   seguito   all’applicazione   delle   sanzioni internazionali, una priorità essenziale per il Regime. E’ infatti forte l’esigenza di emancipazione  dall’importazione  di materie  prime  e combustibili per lo sviluppo industriale e dei trasporti.

Sull’onda dello scandalo che   nel   1925   coinvolge   la   società   petrolifera   americana   Sinclair Oil,   concessionaria   per   la   ricerca   di   risorse   nel   sottosuolo nazionale, nel 1926 Mussolini istituisce l’Azienda Generale Italiana Petroli   (AGIP),   compagnia   di   Stato   inizialmente   concentrata   sul commercio   di   idrocarburi   e   non   sulla   ricerca   ed   estrazione.   Il primo presidente è l’ingegnere Ettore Conti. Martelli è designato membro   del   comitato   tecnico   e   capo   della   commissione ministeriale   per   le   ricerche   minerarie.  

Dal1926 al 1928,   nella duplice veste di tecnico e di politico, è Sottosegretario di Stato alle Comunicazioni. Continua ad essere occupato nella politica di ricerche minerarie e di trasporti   autostradali   e   ferroviari.  

Il 28 luglio del 1929, Mussolini lo nomina Ministro  dell’Economia Nazionale. Nel frattempo   viene chiamato all’Università di Roma presso la Facoltà di Scienze come titolare della cattedra di geologia. In questo periodo in cui è al vertice del Ministero ottiene che l’AGIP passi sotto la giurisdizione del suo dicastero.

Al termine dalla sua esperienza di governo nel 1932  ne  viene nominato presidente, dando impulso   alle ricerche di giacimenti  di idrocarburi in Albania e in Pianura Padana, anticipando la politica che sarà – alla fine degli anni Cinquanta del Novecento – di Enrico Mattei. Martelli, per dedicarsi alla ricerca di risorse energetiche, viene temporaneamente esonerato dall’insegnamento  con  un apposito   provvedimento governativo. 

Nel contempo però è al vertice del Comitato Geologico del Consiglio Nazionale delle Ricerche. In   tale veste dà impulso all’aggiornamento  della bibliografica  geologica italiana. Adegua la oramai   superata cartografia geologica nazionale, aggiornandola con la pubblicazione   di   quella   delle   colonie   africane.  

E’   animatore   di ricerche  applicate  sul caolino   e materiali refrattari. E’ autore di oltre cento   pubblicazioni   scientifiche. Negli   ultimi   anni   produce vari   scritti   su   temi   politico-economici.   Tante le onorificenze che riceve. E’ Commendatore della Corona d’Italia, Croce al Merito di Guerra, Socio della Regia Accademia Nazionale dei Lincei, nonché dell’Accademia dei Georgofili di   Firenze, dell’Accademia delle Scienze di Bologna, dell’Istituto Lombardo di Scienze  e  della Società Geologica Italiana, di cui sarà presidente nel 1933.

La sua attività è estenuante. I suoi interessi spaziano dall’insegnamento, alla ricerca, alla politica.   Non sembra avere limiti. Nel pieno impegno dei tanti ruoli e incarichi la morte lo coglie improvvisamente  a Firenze, non ancora cinquantottenne, il 5 ottobre del 1934.

A Caltanissetta di lui pochi conoscono.

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