Personaggi della nostra storia: Calogero Tumminelli

Lillo Ariosto
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Nato a Caltanissetta. Milanese di adozione. Romano per necessità politiche ed editoriali. Precursore dell’industria della stampa. Fautore delle pubblicazioni sull’arte decorativa e di architettura. Tra i fondatori dell’Istituto Treccani. Promotore dell’Enciclopedia Italiana. Inventore del rotocalco.

Se al giurista Mauro Tumminelli Caltanissetta deve il suo status amministrativo di capoluogo di provincia e quindi massima parte della sua storia recente, un altro Tumminelli ha scritto di storia ma non solo. Non molti sanno che uno dei fautori del successo della Treccani è stato il caltanissettese Calogero Tumminelli.

Calogero Francesco Enrico nasce a Caltanissetta il 2 febbraio del 1886. E’ figlio di Calogero Tumminelli e di Alfonsa Chiarenza. Si mostra studioso, attento, di intelligenza acuta. Completati gli studi secondari si iscrive all’Università Bocconi di Milano, un pioniere per i tempi. Si laurea in scienze economiche e commerciali. E’ un precursore. Ancora studente, nel 1906, fonda una sua casa editrice, la Bestetti&Tumminelli. E’ la prima in Italia specializzata nelle pubblicazioni d’arte.

E’ uno stratega in economia. Crea dal nulla un sistema editoriale che accompagna e sostiene le sue iniziative editoriali. Le sue sono riviste di “alta fascia”. E’ convinto quindi della necessità di una “rete” di “magazine” di settore che educhino il pubblico e che lo conduca a chiedere opere sempre più raffinate. Quelle da lui prodotte.

Dà vita quindi – con Ugo Ojetti, alla Rivista Dedalo. Con l’architetto e urbanista Marcello Piacentini e Gustavo Giovannoni fonda la celebre rivista Architettura e Arti Decorative. Comprende presto come funziona il mondo o almeno quello a cui lui vuole fare parte. Nel capoluogo lombardo nel 1910 aderisce alla Massoneria. E’ nella loggia “Carlo Cattaneo”, una delle più importanti.

Sempre animato dal suo spirito intraprendente ma razionale e con fiuto pragmatico nel 1916 sbarca a Roma, creando l’Istituto Romano di Arti Grafiche di Tumminelli & C. E’ la chiave che consente a Calogero Tumminelli di accedere nel 1924 nel Consiglio di Amministrazione dell’Istituto Giovanni Treccani. Entra in contatto con le alte sfere politiche e del regime che si consolida in quell’anno.

Nel 1925 avvia la realizzazione della Enciclopedia Italiana. Tumminelli ne viene nominato direttore editoriale e tipografico. Collabora alla realizzazione dei primi diciotto volumi. Diviene amico del filosofo Giovanni Gentile. A lui affida il ruolo di direttore scientifico dell’opera. Ha idee chiare ed adeguate. Al linguista Antonio Pagliaro riserva la carica di redattore capo. Sono fra le migliori menti del momento. Oggi sarebbero i più seguiti e autorevoli “opinion makers”.

A Ugo Spirito, filosofo e allievo di Giovanni Gentile, affida una vasta area redazionale che comprende Filosofia e Pedagogia, Economia e Statistica, Materie ecclesiastiche e le quattro sezioni del Diritto; diritto privato, diritto e procedura penale, diritto pubblico, storia del diritto. Lo nomina segretario generale dell’opera, anche se per alcuni Ugo Spirito sarà il segretario particolare di Giovanni Gentile.

Una fotografia conservata nell’archivio personale di Ugo Spirito, risalente al 10 gennaio 1931, ritrae Giovanni Treccani, Benito Mussolini, Calogero Tumminelli, Giovanni Gentile in occasione della visita del Duce all’Istituto Giovanni Treccani. Sono i padroni del pensiero dominante. I responsabili e fondatori dell’Istituto sono i soggetti principali della cultura dell’epoca. Treccani è il finanziatore dell’impresa, Tumminelli ne è il direttore editoriale, Gentile, con la carica di direttore scientifico, il deus ex machina, l’ideatore e l’animatore princeps.

L’idea di una enciclopedia che avesse un fondamento scientifico era nata in Gentile e in altri intellettuali, in particolar modo dopo la guerra e contemporaneamente all’avvento del Fascismo. Si vuole celebrare la nuova Italia, l’Italiano Nuovo, rigenerato dalla guerra, dalla vittoria e dalla rivoluzione fascista.

L’opera di Tumminelli descrive il clima del tempo, in cui tanti italiani si faranno coinvolgere, convinti di essere protagonisti di un passaggio epocale. Questo passaggio comprende nuove iniziative, grandi e piccole. In pratica la costruzione di un nuovo modello di Stato. La diffusione della relativa cultura ne è pilastro essenziale.

In questo mondo Tumminelli sembra una stella in costante ascesa. Chiamato, già nel 1926, a dirigere la prestigiosa casa editrice Treves, uno degli organismi editoriali di più vasta risonanza in Italia, grazie alle sue relazioni economiche e politiche, vi impone una nuova vivacità, fondandovi nuove collane. Ecco allora la “Musicale”, la “Memorie e documenti”, la “Nuova biblioteca amena”, la “Thesaurus Artium”, la “Biblioteca di cultura politica”, la “Scrittori stranieri moderni”.

Inventa anche la letteratura di consumo con il periodico “Scenario”. Inventa di fatto il rotocalco, con lo scopo di educare le masse alla lettura, seppure raccontando di cose piccole, forse futili ma che creano curiosità e attrazione verso letture più alte. Assume anche la carica di condirettore – con Guido Treves – della prestigiosa rivista “L’Illustrazione Italiana”.

Nel 1937 fonda la rivista “Storia”, il primo magazine dedicato alla conoscenza e alla divulgazione delle imprese del passato. Un mezzo di diffusione che fa da sponda al Fascismo. Tumminelli sa che non può rimanere insensibile alle volontà del regime. Edita quindi anche la “Difesa della razza”. Ne affida la direzione a Telesio Interlandi, con il primo numero pubblicato il 5 agosto 1938. Verrà stampata con cadenza quindicinale, con l’ultimo numero, il 117, del 20 giugno 1943.

Con l’esito del conflitto cade e si estingue un intero sistema. L’influenza politica sulla cultura passa di mano. E non è certamente quella di Tumminelli. Gli esponenti dell’entourage politico fascista e monarchico non possono più avere spazio. Loro sono gli autori di una cultura che ha perso. Altri valori, altre mete, altri bisogni.

Tumminelli da grande inventore tenterà ancora di rimanere in campo ma senza alcun risultato. Gli rimarrà il ricordo, e forse il rimpianto, dei grandi successi editoriali ed economici. Muore a Roma nel 1945.

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