Una riflessione del dott. Mario Di Francesco, medico di Mussomeli, sul nuovo piano regionale della rete ospedaliera che viene presentato oggi ai Sindaci del territorio.
“Anche io voglio dire la mia sulla nuova rete ospedaliera.
Finalmente si comincia a conoscere la volontà del governo della Regione siciliana circa la rete ospedaliera che distribuirà sul territorio ospedali piccoli e grandi, dea di primo e secondo livello, hub spoke e tutte le parole nuove che si inventano.
Negli ospedali della provincia sono previsti alcuni posti letto in meno, in tutta l’isola circa 300.
L’ospedale di Mussomeli, già nell’ultimo piano sanitario regionale classificato come ospedale di zona disagiata, perderà altri sei posti letto, quatto dei quali nelle unità operative che davvero funzionano, cioè la medicina generale e l’ortopedia.
Un altro smottamento che si unisce a quelli già attuati, e smottamento oggi, smottamento domani si arriverà alla frana devastante. La frana sarà quando sarà considerato non più un ospedale per acuti, in grado di assicurare anche le emergenze, ma ospedale di comunità che dovrà gestire solo la cronicità.
I servizi si tolgono a poco a poco, così abbiamo il tempo di abituarci senza troppi traumi, limitandoci a “stramaledire le donne, il tempo ed il governo”.
E’ di questi giorni anche il piano di abbandono lento e progressivo dei borghi dell’entroterra che non avranno prospettive di sviluppo e saranno accompagnati ad una morte dolce, una specie di eutanasia assistita di un mondo improduttivo.
Prima tolgono alcune classi, poi accorpano gli istituti, poi sopprimono un ufficio postale o uno sportello bancario, e infine tolgono i pilastri della assistenza sanitaria. I paesi dell’entroterra secondo il governo non hanno futuro, non è produttivo investire su loro, basta accompagnarli verso il declino; con dignità però!
In una intervista alla rai l’assessore alla sanità giustifica la riduzione dei posti letto con il calo demografico. Ricordate i propositi della commissione di esperti che si occupava di redigere i livelli essenziali di prestazione, che volevano stabilire in relazione all’andamento demografico ed al pil? Il danno e la beffa.
Nel nostro ospedale da tempo ci sono segni di cedimenti strutturali. La chirurgia è solo diurna ormai da tanto tempo, non funziona il sabato e al domenica e i festivi, non assicura le emergenze e le urgenze, perché, dicono, non ci sono gli anestesisti, i medici vanno via e non vengono sostituiti, avremmo dovuto avere una unità operativa di riabilitazione e un ambulatorio fisiatrico sul territorio, invece hanno accorpato tutto in un solo reparto al quale mancano anche i medici. La pediatria è solo un ambulatorio portato avanti da una sola pediatra, non c’è alcuna assistenza ginecologica ambulatoriale e anche il consultorio è stato chiuso.
Finora comunque non ho sentito nessuna presa di posizione delle amministrazioni della zona, dei partiti politici, dei sindacati, e delle persone che hanno anche la doppia veste di pazienti.
Vanno male da parecchio tempo le cose, siamo come sul titanic che sta affondando e si continua a ballare, siamo su un piano inclinato pericoloso che forse scambiamo per uno scivolo come quello delle villette comunali.
Non una manifestazione, non un consiglio comunale aperto, non una manifestazione pubblica di dissenso come è avvenuto in tanti altri paese a difesa dei loro ospedali. Solo una preghiera, così riportano le cronache locali, durante il periodo del Corpus Domini e solo da un sacerdote sensibile ai problemi della salute. Ma le preghiere non bastano e non danno nemmeno serenità!
Adesso che la casa brucia di nuovo e il fumo comincia ad avvolgerci tentiamo di correre ai ripari.
Il nostro sindaco incontrerà i sindacati dei lavoratori sanitari, nel pomeriggio la conferenza dei sindaci e i vertici dell’azienda sanitaria incontreranno l’assessore per fare non so cosa, spero non per avallare le scelte dell’assessorato. E noi cittadini dovremmo “consigliare caldamente” ai deputati della provincia di non approvare questo piano. Dubito fortemente che potranno alzare la voce contro un governo che in provincia li rappresenta per la maggior parte.
Tornando al nostro ospedale credo che , contrariamente a quanto previsto dalla bozza di piano, dovremmo chiedere, per ottenere, più posti letto in ortopedia che dà un ottimo servizio, un aumento di posti letto in medicina perché allo stato attuale non sono sufficienti a garantire ricoveri per tutti i bisogni e spesso si assiste a dimissioni dal pronto soccorso forse un poco improvvide, un regolare funzionamento della chirurgia soprattutto nelle emergenze, il mantenimento della Unità operativa complessa della ortopedia e il mantenimento dei servizi di oculistica, di emodialisi di gastroenterologia di cui non si fa cenno nella bozza del piano.
Mi auguro che i sindacati della sanità partecipino alle riunioni , che portino anche le loro idee di sviluppo e non si limitino a dire che sono pronti a fare quello che le amministrazioni stabiliranno.
E a breve sarebbe giusto una assemblea pubblica dove ognuno possa dare il proprio contributo e proporre iniziative da intraprendere.
Dott. Mario Di Francesco