Con l’approvazione finale del Dl 127 arriva la tanto attesa riforma dell’esame di Stato. Le principali novità volute dal ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, escono sostanzialmente indenni dopo l’esame dei due rami del Parlamento. E quindi: da giugno 2026 l’esame finale del secondo ciclo d’istruzione tornerà a chiamarsi di “esame di maturità” e dovrà andare oltre l’interrogazione sulle varie materie. I primi a testarlo saranno i circa 500mila studenti di quinta superiore.
Cambiano orale e commissioni
L’orale verrà limitato a quattro discipline che il Mim sceglierà a gennaio insieme a quella della seconda prova scritta e le commissioni saranno mini: cinque membri anziché sette di cui due interni e due esterni come il presidente. Per effetto di una doppia modifica introdotta in commissione cresce di 3 milioni nel 2026 e 11 nel 2027 la dote da destinare ai corsi di formazione per i commissari e diventa di tre punti il bonus che può essere assegnato ai candidati con voto da 90 in su (e non più 97). Ma procediamo con ordine.
Le novità del colloquio
Gli interventi previsti sono piuttosto incisivi, perché vengono modificati alcuni aspetti chiave del decreto legislativo 62/2017. Stop al silenzio ostinato: la maturità è valida solo partecipando a tutte le prove, i due scritti nazionali e il colloquio. Chi farà volontariamente scena muta all’orale sarà bocciato. L’obiettivo è evitare strategie elusive e garantire che tutti i candidati affrontino seriamente la valutazione.
Addio poi all’accertamento delle conoscenze su tutte le materie. D’ora in avanti ci sarà un focus su quattro discipline caratterizzanti, individuate annualmente dal dicastero di viale Trastevere. Viene quindi eliminato l’avvio del colloquio per ogni candidato partendo dall’analisi di un materiale scelto dalla commissione finalizzato a favorire la discussione sui nodi concettuali caratterizzanti le diverse materie e del loro rapporto interdisciplinare, modalità che aveva creato incertezze ed eccessiva diversità nella conduzione della prova. La modifica punta a rendere l’esame più mirato e approfondito, all’insegna di maggiore serietà e serenità, evitando la dispersività di un colloquio troppo ampio e concentrando l’attenzione su un nucleo essenziale di saperi. Le altre discipline non scompaiono ma restano valutate attraverso il credito scolastico del triennio, creando un sistema bilanciato che unisce la verifica dell’intero percorso scolastico con un approfondimento mirato sulle competenze più rappresentative.
Il 4+2 diventa strutturale
Per il resto il Dl rende strutturale, a decorrere dal 2026/27, la nuova filiera formativa tecnologico-professionale, il cosiddetto modello “4+2”, vale a dire quattro anni di scuola superiore più due anni negli Its Academy, e allunga – per effetto di una modifica parlamentare – di un altro anno (cioè fino a fine 2026) i percorsi di specializzazione per i futuri prof di sostegno gestiti dall’Indire con o senza gli atenei. Prevedendo, inoltre, che possano parteciparvi i precari con tre anni di servizio negli ultimi otto (anziché cinque). Al tempo stesso viene portata dal 1° giugno 2024 al 24 aprile 2025 la data entro la quale bisogna aver terminato un percorso di specializzazione all’estero per cui c’è un ricorso pendente davanti a un Tar italiano.
Risorse per il contratto scuola
Nel provvedimento si prevedono inoltre risorse aggiuntive, pari a 240 milioni di euro una tantum, per il contratto della scuola e ulteriori 15 milioni di euro per estendere l’assicurazione integrativa sanitaria anche al personale precario (docenti supplenti al 30 giugno).
Formazione scuola-lavoro
Cambia anche il nome dei percorsi di scuola-lavoro. Addio al termine Pcto (Percorsi per le Competenze Trasversali e per l’Orientamento), adesso queste esperienze “on the job” vengono ridefinite come “Formazione scuola-lavoro”, in modo da stabilire in modo chiaro la loro funzione formativa e orientativa.
Passaggi tra indirizzi di studio ed esami integrativi
Si introduce poi una nuova regolamentazione dei passaggi tra indirizzi di studio delle scuole superiori: nel primo biennio gli studenti potranno beneficiare di interventi mirati di sostegno, mentre nel triennio conclusivo sono previsti esami integrativi. Si tratta di una opportunità educativa, volta a contrastare la dispersione scolastica e ridurre l’insuccesso formativo.
Viaggi d’istruzione più sicuri
Il Dl maturità modifica anche l’articolo 108 del Codice dei contratti pubblici (Dlgs 36/2023), introducendo una duplice stretta sui criteri di aggiudicazione degli appalti. La prima modifica normativa prevede che anche i contratti relativi ai servizi di trasporto nell’ambito di uscite didattiche e/o viaggi di istruzione siano annoverati tra quelli che devono essere aggiudicati esclusivamente sulla base del criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa individuata sulla base del miglior rapporto qualità/prezzo. In questo modo si attribuisce una maggiore rilevanza alla qualità dell’offerta tra i criteri di aggiudicazione. Con la seconda modifica sempre all’articolo 108, poi, si prevede che i contratti relativi ai servizi di trasporto nell’ambito di uscite didattiche e/o viaggi d’istruzione rientrino tra i contratti ad alta intensità di manodopera per cui la stazione appaltante stabilisce un tetto massimo per il punteggio economico entro il limite del 30 per cento. In tal modo viene ulteriormente compresso il mero dato economico dell’offerta a favore della qualità. La norma chiarisce, inoltre, che in tali casi le stazioni appaltanti, incluse le centrali di committenza, devono valorizzare gli elementi qualitativi dell’offerta sulla base di criteri oggettivi idonei ad attestare la disponibilità di sistemi e dispositivi volti ad incrementare la sicurezza del trasporto, ad agevolare l’accessibilità e il trasporto di persone con disabilità e le competenze tecniche dei conducenti.
Card docente estesa ad altri 190mila precari
A dieci anni dalla sua introduzione con la Buona Scuola del 2015 la carta docenti si prepara a subire un profondo restyling. Con una modifica parlamentare si estende ad altri 190mila precari, e al tempo stesso si stringe sull’utilizzo dei 500 euro pro capite. Dal 2025/26 infatti l’acquisto di prodotti hardware e software (ad esempio, pc e tablet) potrà avvenire “esclusivamente in occasione della prima erogazione della stessa e, successivamente, con cadenza quadriennale”. Una misura che prova a mettere così un freno all’acquisto massiccio di pc e tablet avvenuto negli scorsi anni grazie alla card. Nel “paniere” dei beni acquistabili, che spaziano dall’acquisto di libri all’iscrizione a corsi di formazione, lauree e master, entra anche “l’acquisto di servizi di trasporto di persone”.
da Il Sole 24 Ore.com del 28 ottobre 2025

