E’ stato per decenni “il” Ragioniere generale del Comune di Caltanissetta, Giovanni Crimì, che ha lasciato questo mondo a 85 anni, era la mente pensante dell’equilibrio finanziario della città.
Economista della finanza pubblica senza uguali nella storia repubblicana nissena, capace di risolvere brillantemente qualsiasi problema di bilancio, facendo quadrare i conti, con intelligenza creativa, anche quando sembrava una impresa impossibile per chiunque.
Spirito libero, di vasti interessi culturali e di respiro internazionale, apparteneva ad una dinastia della sinistra socialista, senza mai farsi condizionare nella sua funzione professionale da appartenenza alcuna.
Bisognava conquistarne la fiducia, però, da parte degli amministratori comunali, convincendolo della validità di una operazione per il bene comune, e allora sprigionava l’incantesimo di una creatività contabile e amministrativa immaginifica quanto ineccepibile giuridicamente. Semplicemente perchè non lavorava con i paraocchi del “non ci sono precedenti” (il mantra dei funzionari comunali), anzi, la sua sfida a volte era proprio crearli, i precedenti, per dare soluzioni innovative ai problemi di una città che già negli anni ’70, quando iniziò la sua carriera, era già economicamente in affanno.
Non sapeva soltanto lavorare cesellando sulle uscite, ma sopratutto sulla parte più ardua della contabilità cittadina: le entrate. Era di casa, a Roma, alla Cassa Depositi e Prestiti, quando richiedere mutui allo Stato poteva risolvere gli equilibri di una città, perchè si riversavano sugli investimenti, nella produttività dell’economia cittadina, nella modernizzazione.
Sapeva però anche non agevolare gli interventi speculativi, come fece esperienza qualche amministratore spericolato e arrogante, che negli anni ’70 lo trovava spesso di traverso rispetto a certi magheggi sospetti. Bisognava fare i conti con il suo senso di responsabilità della cosa pubblica, che non defletteva, nemmeno quando riusciva ad indorare la pillola con la sua ironia, sottile e tagliente.
Per i dipendenti comunali della Ragioneria è stato una scuola, per alcuni un’università, costruendo un team che dirigeva anche solo con i silenzi o con gli sguardi, sempre dietro una nuvola di fumo delle sue immancabili sigarette.
Quando è andato in pensione è stato nominato per alcuni anni Esperto del Sindaco da Salvatore Messana, proprio per completare quest’opera di formazione; e anche l’attuale Ragioniere generale gli deve molto delle sue attuali competenze.
La differenza che ne ha fatto un grande dirigente finanziario sta tutta nella ratio che guidava il suo operato: il fine giustifica i mezzi soltanto se il fine corrisponde sempre e soltanto all’interesse autentico della città. E non di una parte di essa

