La richiesta del Comune al Presidente della Regione per riconoscere lo stato di calamità naturale per la zona di via Redentore e vicolo Scilla, che ha costretto 14 famiglie ad abbandonare le proprie case il 10 dicembre, non è ancora partita da Caltanissetta.
Nel frattempo, la Regione ha già predisposto interventi straordinari e urgenti per le famiglie evacuate a S. Giovanni Galermo (Catania) per una fuga di gas il 21 gennaio, proclamando “lo stato di crisi regionale” sulla base di una relazione del Capo della Protezione Civile ing. Salvo Cocina, disponendo anche nell’immediato soluzioni per le abitazioni alle famiglie sfollate. Inoltre è stata richiesto “lo stato di emergenza nazionale per gli eventi meteo del gennaio e febbraio 2025” come si legge in un post dell’ing. Cocina.
La Regione in 25 giorni riesce a soccorrere efficacemente gli sfollati catanesi, agli sfollati nisseni di via Redentore non sono bastati 58 giorni per avere dal Comune di Caltanissetta il primo passo necessario per avviare il recupero di agibilità delle loro case. Nè risulta che la Protezione Civile regionale sia stata richiesta di intervento come è stato fatto dai Comuni del catanese.
I residenti di via Redentore stanno già facendo predisporre le verifiche di stabilità degli edifici, grazie alla disponibilità di alcuni professionisti che stanno lavorando gratuitamente pur di accelerare i tempi, mentre il Comune non copre più le spese per l’alloggio temporaneo delle 42 persone sfollate.
La pratica per il riconoscimento dello stato di calamità naturale non è ancora partita, per quanto se ne sa, e quindi i tempi di soluzione del problema si proiettano verso l’infinito.
In Sicilia capita anche questo: ci sono sfollati di serie A e sfollati di serie B. Caltanissetta non gioca mai ai piani alti del campionato.