8 marzo: la Consulta femminile vuole incontrare Consiglio e Giunta comunale per “Una città a misura (anche) di donna”

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Un 8 marzo finalmente diverso dal solito, quest’anno a Caltanissetta, dove la Consulta Femminile Comunale ha chiesto un incontro con il Consiglio comunale la Giunta, per un confronto a 360° sull’idea di città, la sua urbanistica, i suoi servizi, i suoi sistemi di relazioni, in cui tutte e tutti possano riconoscersi: “Una città a misura (anche) di donna.”

“L’Italia – si legge nella richiesta della portavoce della Consulta Ester Vitale – nonostante abbia una popolazione femminile nettamente superiore a quella maschile, continua a trattare l’urbanistica come cosa da uomini e soprattutto come una realtà neutra. Invece ogni città nei suoi spazi pubblici, centrali e periferici è usata in modo diverso da uomini e donne, giovani e meno giovani, autoctoni e stranieri, persone sane e persone malate e la diversità riguarda molte voci, dall’utilizzo dei mezzi di trasporto a quello delle toilette pubbliche, passando per l’illuminazione, la percezione di sicurezza e la fruizione dei parchi.

L’esempio più evidente di come le amministrazioni comunali riservino scarsa attenzione alle cittadine, alle donne in genere e alle categorie più fragili sono i marciapiedi. Dal loro stato di manutenzione si rileva l’interesse degli amministratori pubblici per le mamme con i passeggini, le persone disabili, le donne indaffarate che quotidianamente accompagnano i figli all’asilo e a scuola, fanno la spesa, accompagnano i genitori anziani dal medico, oltre ad altre innumerevoli commissioni.

L’Agenda ONU 2030, voluta per trasformare il pianeta in un luogo più vivibile, insegue, attraverso gli obiettivi 10, 11 e 16, il progetto di una città che fa dell’uguaglianza dei diritti la sua cifra, una città senza barriere con molte regole di rispetto reciproco, che sa trasformarsi da città fatta di luoghi separati da confini più o meno invisibili, in una città ecosostenibile aperta alla convivenza e alla cura.

È ovvio che le città non possano essere demolite e ricostruite da capo, ma possiamo adottare soluzioni, trovare accorgimenti, mettere in atto cambiamenti –talvolta anche minimi–che migliorino i servizi generali, promuovano una maggior uguaglianza di genere, lavorino nell’interesse e nel benessere di più tipologie di cittadini.

Le donne di Caltanissetta, attraverso la Consulta Comunale Femminile, possono dare un contributo determinante a immaginare un nuovo modello di convivenza urbana, con la forza delle loro idee, con i loro bisogni e desideri, mettendo a nudo quello che non funziona e che potrebbe cambiare.

Abbiamo già incontrato l’Assessore alla partecipazione Pasqualino, che ha già manifestato la disponibilità della Giunta a collaborare all’iniziativa, sarebbe però importante potere scambiare con voi dei pareri per arrivare tutti più preparati all’appuntamento dell’8 Marzo.

Gentile Presidente Le chiedo, pertanto, di convocare una riunione dei Capigruppo per potere illustrare nel merito l’iniziativa o in alternativa, una riunione con i Consiglieri e le Consigliere disponibili“.​

“L’interlocuzione istituzionale pubblica tra la rappresentanza sociale e le Amministrazioni – ha dichiarato Loredana Rosa – è utile al governo e necessaria per la democrazia. Offrire idee, contributi e punti di vista alternativi con competenza e lealtà, agire il conflitto se necessario, promuovere informazioni e consapevolezza, è il compito degli organi di rappresentanza sociale. La Consulta Femminile Comunale si propone di farlo, lo sta facendo e lo farà”.

Della Consulta Femminile Comunale fanno parte associazioni e cittadine, secondo quanto prevede il Regolamento comunale: ONDE DONNEINMOVIMENTO ( Ester Vitale Lidia Trobia), GALATEA, FIDAPA, ALLATTAMORE, e a titolo di singole cittadine: Amanda Minoia, Anna Giannone, Francesca Grasta, Greta Tassone, Jessica Natale, Liliana Brucato, Martina Zagarella, Milena Avenia, Maria Grazia Pignataro, Maria Lombardo, Loredana Rosa e Roberta Bocca.

Recentemente la Consulta aveva chiesto di intitolare la Sala Stampa dello Stadio “Tomaselli” a Nuccia Grosso, giornalista nissena e pioniera della comunicazione radiofonica e televisiva, ma la richiesta non è stata accolta.

La battaglia per fare emergere le donne dalla “invisibilità” che ancora ne rimuove la memoria, si esprime anche nelle scelte toponomastiche che nominano i luoghi dello spazio pubblico cittadino, spazio che le donne invitano a ripensare a misura di donne e uomini, perchè sia vissuto e abitato socialmente, non soltanto come non-luogo di passaggio tra un condominio e l’altro, segregati tutti, donne e uomini, in una dimensione privatistica senza più appartenenza a nessuna comunità.

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