Attese, risultati e concrete verità. Nel nome di Leonardo Sciascia

Tonino Cala
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Dopo il referendum o altro risultato elettorale, ci accorgiamo che in Sicilia vige il qualunquismo e la rassegnazione. I siciliani non li giustifico e non possono essere giustificati! Ma quale classe dirigente e politica, da tempo immemore, abbiamo in Sicilia?
Come in uno specchio, i furbi votano i furbi e, a volte, la gente, che è stanca, decide di votare altro! Quando i furbi vogliono fregare gli altri, alla lunga restano fregati!
Io me ne frego? Penso all’epilogo tragico di piazzale Loreto e alle tante tragedie della Storia che hanno conosciuto il protagonismo delirante e distruttivo di tutti i totalitarismi di destra e di sinistra. Non solo il duce che luce non era ma anche Peppino Stalin, i suoi baffi lisciati, e tutti gli altri che volevano realizzare il
paradiso sulla terra. Il sol…. tramontato e non più attuale né praticabile.

Nulla di personale e nessuna offesa. La politica non si fa ad personam. Molti non sembrano capirlo.
La ideologica pretesa rivoluzionaria non è la rivoluzione!
Da molto tempo siamo disillusi e disincantati! Una volta ci fu detto: “Cari compagni, facciamo la rivoluzione e cambiamo le cose!”. E io dissi: “Va bene, reagiamo e ci impegnano a cambiare le cose, andando oltre gli schieramenti di centro e di sinistra!”. Mi sembravano tutti convinti. La Storia non si fa con i se e con i ma.

Avevamo cercato di fare qualcosa e volevamo cambiare, anche se in tanti mi chiedevano: “Ma quale sarà il nostro tornaconto, quale sarà il nostro interesse da tutelare?”. E io: “Nessun interesse, nessun tornaconto! Cercheremo di fare gli interessi collettivi, quelli del nostro territorio, se ci riusciamo, senza alcuna pretesa di riuscirvi”.

Il letterato mussomelese Paolo Emiliani Giudici, che venne eletto deputato nella circoscrizione di Mussomeli, scriveva al suo caro fratello: “Puoi dire ai miei concittadini mussomelesi che mi hanno votato affinché io faccia gli interessi di tutta la nazione italiana e non i loro particolari interessi!”. Un tipo tosto che le diceva le cose e non le mandava a dire, con o senza fratello. Mi raccomando non tocchiamo la fratellanza!
Giudici non curava e non si curava del particolare interesse di Nicolò Machiavelli (fiorentino). Chiaro. Un grande concittadino di Mussomeli, colto, liberale e letterato.

A più riprese, fu dato appuntamento al popolo di Mussomeli in via Palermo, uno dei tanti appuntamenti mancati! Eravamo quattro gatti. Per fare la rivoluzione? Ebbene, ci vogliono i concittadini per fare la rivoluzione e per realizzare un cambiamento epocale: senza interessi di parte! Utopia!

Non è che al nord stanno meglio quando in massa hanno votato la Lega, nelle rosse terre di Toscana e dell’Emilia-Romagna! Hanno tutti ragione? Avete tutti ragione! La rivoluzione vi benedica! Sono molto laico e non credo ai miracoli della politica italiana, anche se non sono disimpegnato e voto a sinistra.
Non mancherà mai per me!

Ma esiste un principio della realtà al quale non possiamo sfuggire: la rivoluzione non si fa da soli, ci vogliono i cittadini che partecipano. Come dice il caro Giorgio Gaber: libertà è partecipazione. Oggi, cosa è la destra e cosa è la sinistra? Cercateli sul prontuario medico!


Tonino Calà

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