Alcune brevi considerazioni a margine della nomina del Direttore artistico del Parco Archeologico di Gela, dott. Michele Celeste, che oggi ha presentato il gruppo di lavoro che lo affiancherà.
Premesso che una nomina di questa natura non può che essere fiduciaria e discrezionale da parte del committente (in questo caso la direzione del Parco Archeologico), non è una procedura concorsuale ma deve corrispondere ad un progetto che realizzi la visione di cui l’istituzione, in questo caso, dovrebbe essere portatrice.
Ma questo progetto non è stato presentato nelle sue articolazioni pratiche, se non negli obiettivi generali del disciplinare di incarico che è stato reso noto. Non sono state indicate le priorità, soprattutto riguardo alla effettiva fruibilità dei siti in cui gli eventi culturali dovrebbero svolgersi, né tantomeno sono state indicate le risorse.
Un primo punto sicuramente negativo che emerge sta nel fatto che la prestazione del Direttore Artistico è sostanzialmente gratuita, essendo fissato in mille euro lordi il costo della prestazione, che il Direttore Celeste ha dichiarato di voler destinare ai rimborsi per i componenti del Gruppo di lavoro che dovranno spostarsi.
Nessun ingegnere, architetto, avvocato, accetterebbe a titolo gratuito un incarico di questa portata (il Parco Archeologico di Gela riguarda tutti i siti e i musei del territorio provinciale, compreso il museo della Trabia Tallarita).
Mille euro significano che la cultura non ha valore, che se si vuole si può fare gratis, come qualcosa che non è indispensabile, che è superfluo e ininfluente. È una mortificazione della cultura e dell’arte, senza se e senza ma, senza giustificazioni.
Del resto, se non ci sono risorse per la Direzione artistica, quali risorse si investiranno nella “valorizzazione dei luoghi” o negli “eventi teatrali e artistici” di cui si parla nel disciplinare di incarico?
Secondo punto: la durata del mandato. L’incarico del dott. Celeste scade il 31 dicembre 2025. Nei quattro mesi che rimangono quale progetto potrà essere articolato e realizzato seriamente?
Ricordiamo che i siti archeologici non sono tutti fruibili, quelli nisseni in particolare, Sabucina e Gibil Gabib, che sono i più importanti, sono in uno stato di abbandono devastante. Il Museo Interdisciplinare di S. Spirito è chiuso da anni. Come si pensa di poterli rendere fruibili e valorizzare artisticamente con eventi dedicati?
Dispiace che la qualità artistica del Direttore Michele Celeste, che siamo stati i primi ad apprezzare, e che potenzialmente potrebbe rappresentare un salto di qualità nella gestione del nostro patrimonio, sia spesa in un contesto così problematico, senza chiarire il quadro complessivo di risorse e di priorità in cui l’attività artistica di valorizzazione dei siti si va ad iscrivere.
Non entriamo nel merito della composizione del gruppo di lavoro che è stato annunciato. Essendo uno staff di collaborazione del Direttore, che agisce a titolo gratuito, nulla si può eccepire in merito ai profili professionali che sono stati individuati, anche perché è precisato che “Tutti i componenti sono stati scelti dal direttore artistico che è a loro legato da solidi rapporti interpersonali”.
È stato tenuto conto dei territori da cui provengono i prescelti, che corrispondono in parte ai siti in cui il Parco Archeologico è presente, e si evidenzia la presenza di tre giovani, di cui si è detto che “hanno esperienze e competenze significative”. Eccetto due autorevoli professioniste nel campo coreutico e ambientale, degli altri non siamo a conoscenza e quindi, in ogni caso, non sarebbe opportuno pronunziarsi.
Speriamo sinceramente che queste premesse non compromettano un lavoro che potrebbe essere significativo e importante. Si comincia in salita, sicuramente

