Breve Reportage sulla 70^ Coppa Nissena

Lillo Ariosto
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Prove Ufficiali

Un antico detto siciliano afferma che tre sono le meraviglie della Sicilia: “U munti, u funti, u ponti” (il monte, la fonte, il ponte). Il monte è l’Etna, il portentoso vulcano, la fonte è per alcuni la fonte Aretusea per altri il lago di Pergusa, il ponte è quello di Capodarso.

Capitarsu in siciliano, è un luogo selvaggio e impervio, protetto da piccole e ripide alture che chiudono il Salso in una stretta gola. E’ anche il nome della antica baronia che unisce Caltanissetta alle ultime frange della famiglia di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, alla ultima pronipote dell’autore del celebre romanzo “Il gattopardo”, donna Isabella Crescimanno Tomasi.

Oggi, di prima mattina, vi ci rechiamo per assistere alla partenza delle due sessioni di prove ufficiali della più longeva fra le cronoscalate automobilistiche, la 70^ Coppa Nissena. Posteggiamo in una piccola radura la nostra auto e incontriamo subito il nostro amico di vecchia data Marco Cascino, il direttore di gara, incarico gravoso e di pieno di responsabilità. Gli chiediamo come si senta.

“Benissimo. Qui l’organizzazione è molto collaudata. Sono sempre elevati gli standard di sicurezza. L’ente organizzatore prevede circa 150 commissari di percorso che assicurano servizi e tranquillità. Le forze dell’ordine garantiscono grande sicurezza. Il posto e l’ambiente poi sono magnifici.”

Lo salutiamo con un abbraccio. Iniziamo a passeggiare fra le vetture che si accingono a prendere il via. Le prime sono le auto storiche. Gareggiano per il Campionato Italiano di categoria. Splendidi cimeli, alcune sculture in movimento, che ancora oggi battagliano tra di loro e contro il cronometro. Sono presenti i migliori specialisti. Totò Riolo che ha già conquistato il titolo per il suo raggruppamento.

Bellissima la Chevron B19 di Nocentini. La ricordiamo vincitrice nel 1971 con Carlo Facetti. Tra gli assi in campo Giovanni Cassibba al volante di una Osella PA20S.

Dopo le cinquantasei vetture d’epoca è la volta delle pepatissime “bicilindriche”. Sono Fiat 500 e 126 prodotte sino alla fine degli anni’70 che oggi hanno trovato nuova vita con esasperate elaborazioni in competizione in una loro apposita categoria. Incontriamo amici, piloti e conoscenti. Tutti mostrano sorrisi. La gara è pur sempre una festa anche se animata dall’agone velocistico.

Dal numero 123 sono i piloti che partecipano al Campionato Italiano Velocità Salita a prendere il via. Sino alla classe 2000 cc.cc. Peugeot, Citroen, Renault, nei numeri, la fanno da padrone. Le sfidano alcune Mini Cooper, due Alfa Romeo, qualche Audi.

Tra loro, con il numero 56, incontriamo Mourtaji Kadija, il nome cela una minuta e graziosa ragazza marchigiana, qui unica donna pilota partecipante. Ha finito da poco la prima manche di prova. Scambiamo qualche battuta. Chiediamo le sue impressioni sul tracciato, sulla organizzazione, sulla città.

Il percorso di gara è molto bello. Velocissimo. L’organizzazione e pressoché perfetta. Affascinanti i luoghi. Gli alberi, le colline, la partenza dal ponte sul fiume. Il pubblico è poi affettuoso e appassionato”

Chiediamo se ha visto la città. Ci sorprende.

“Si. Ieri ho fatto una breve passeggiata in città. Caltanissetta l’ho trovata gradevole. Palazzi antichi, chiese, tutto molto bello.”

La ringraziamo per gli apprezzamenti., lasciandola preparare per la partenza della seconda sessione di prove. E’ la volta delle vetture GT. Cinque Ferrari spettacolari si accingono a prendere il via. Quattro sono rosse. Una è “giallo Modena”, come quello della Ferrari 499P quest’anno vincitrice alla 24 Ore di Le Mans. Incontriamo Giovanni Carfì, pilota gelese del Motor Team Nisseno. Guida una Formula Renault. Scambiamo qualche battuta, ricordandogli che gli abbiamo consegnato un trofeo alla premiazione del Campionato Sociale ACI Caltanissetta alcuni anni fa.

Naturalmente lui non può rammentare. “Avevo la BMW quell’anno.” Gli diamo conferma. Notiamo le sue protezioni, sopra la tuta, alle ginocchia. “Guidare una formula, con spazi strettissimi, comporta scuotimenti che cerchiamo di attutire con queste ginocchiere. Almeno una piccola comodità”. Lo lasciamo mentre si introduce nella sua angusta monoposto.

E’ la volta delle vetture della massima categoria, quella delle Sport, con i migliori assi a contendersi la vittoria. Tra loro, con il numero 8, il giovane nisseno Salvatore Miccichè, per l’’occasione alla guida di una magnifica Nova Proto NP3. Lo seguiamo sin dalle sue prime esperienze. E’ gentile e a modo. Nonostante sia già nel cockpit, sotto un sole raggiante, con tuta e casco risponde alla nostre domane. Gli chiediamo come vada.

“Purtroppo ho avuto un piccolo infortunio al braccio. Ho un piccolo risentimento ma niente di importante”. Si vede che è giovane e tenace. Gli chiediamo le impressioni sulla vettura che sappiamo essere potente e impegnativa. Ci risponde ancora con l’esuberanza e l’entusiasmo della gioventù. “E’ la prima volta che salgo su questa vettura”. Il suo nono tempo assoluto ci confermerà il coraggio e la stoffa di questo ragazzo.

Incontriamo già nell’abitacolo della sua Osella PA21 4C Turbo che scotta al sole, in attesa della partenza Francesco Leogrande. Lo seguiamo da anni. Con lui condividiamo (ma lui non lo sapeva sin lì) una grande passione per le corse degli anni ’70. Negli scorsi anni, nelle sue venute alla Coppa Nissena, ne abbiamo ammirato la tuta, gli occhiali, l’orologio. Lo avviciniamo e gli chiediamo le sue impressioni. Nota il nostro orologio, un modello reso celebre da Steve McQueen, nel film “Le 24 ore di Le Mans”. Ed esordisce.

“Abbiamo lo stesso orologio” mostrandomelo sotto il guanto destro di gara. Lo mettiamo al corrente della condivisione del seventy dress code e ci mettiamo a ridere. Poi passiamo a qualcosa di più serio. Gli chiediamo che gomme monta, sapendo della sua doglianza sulla impossibilità di disporre di coperture appropriate.

“E’ una questione di essere tutti nelle medesime condizioni. Il costruttore che sino a qualche anno fa produceva pneumatici adatti questo tipo di competizioni ne ha cessato la produzione. Il nuovo ne produce solo in un certo numero e quindi non tutti possono averli. Ma a noi piace correre e quindi ce ne curiamo sino a un certo punto”.

E avrà ragione. Farà segnare il settimo crono. Il primo “degli altri”.

Davanti a noi sfilano ancora protagonisti della corsa. E’ la volta di Luigi Fazzino, il vincitore dell’ultima edizione. Purtroppo, lo scorso anno a fine stagione, durante le prove della Scala Piccadda, una cronoscalata in Sardegna, è stato vittima di un brutto incidente che lo ha tenuto lontano dalle competizioni. Quest’anno ha ripreso. Gli chiediamo le sue considerazioni sulla gara e sulla vettura, una Osella PA2000 Turbo, un modello che inizia a risentire del tempo in confronto con le vetture di nuova generazione.

Conosciamo il percorso. E’ velocissimo. La vettura è impegnativa ma speriamo di fare bene.

Sarà quarto, primo fra le Osella. Ci avviciniamo a quella che per noi è la più bella vettura del campionato. La sua livrea è fantastica. E’ la Nova Proto NP01 con motore 3000 cc.cc. di Samuele Cassibba. Chiediamo della vettura.

“Quest’anno abbiamo preso questo nuovo modello. E’ più potente e quindi più impegnativa. Anche se la precedente non era meno. Speriamo di fare bene. Il percorso è velocissimo”. Lo salutiamo.

Andiamo incontro alla star della manifestazione. Il confermato Campione Italiano Simone Faggioli. E’ già all’interno della sua Nova Proto Norma NP01-4, dove 4 sta per quattro ruote motrici, una novità nelle cronoscalate. Ha vinto la celebre Pikes Peak la più difficile gara in salita al mondo, che si corre sulle Montagne Rocciose in Colorado, negli Stati Uniti. Gli chiediamo qualche battuta. E’ gentile.

“Siamo qui per testare la vettura in questa configurazione quattro x quattro. Siamo stati ad Erice che è un percorso più movimentato e relativamente lento di questo. Siamo qui per testare la vettura su un percorso velocissimo come questo. Abbiamo bisogno di raccogliere dati.”

Gli chiediamo se non è più “pesante” guidare una 4×4 in una gara in salita.

“Certamente è una guida più dura. Ma siamo qui per questo”.

Lo lasciamo sotto il sole cocente di Capodarso mentre si avvia al pre-allineamento. Sarà terzo a 24 cent/sec dal primo Francesco Conticelli, davanti a Franco Caruso, tutti su Nova Proto.

Domenica, dalle ore 9.00, la gara in due manhes.

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