“Prendiamoci cura della nostra Sicilia” una legge scritta dai siciliani, il 22 settembre a Palazzo Moncada

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Una legge regionale scritta dai cittadini sulla Sussidiarietà Circolare, presentata in un convegno a Caltanissetta a cura del movimento “Insieme – Lavoro e famiglia, Solidarietà e Pace” di cui è coordinatore il prof. Ferdinando Rovello del Centro di Presenza Territoriale “Giorgio La Pira”.

Lunedì 22 settembre, a Palazzo Moncada, Sala degli Oratori, alle 16,45 il prof. Ferdinando Rovello, autore del Disegno di Legge da presentare all’Assemblea Regionale Siciliana, sarà relatore al Convegno “Prendiamoci cura della nostra Sicilia”, insieme al prof. Stefano Zamagni (Crisi del welfare: la proposta del welfare societario), don Alessandro Rovello (L’impegno politico e il dovere morale), on. Rosellina Marchetta (Democrazia è partecipazione), prof. Fiorella Falci (Una riflessione finale). Saluti istituzionali del Sindaco avv. Walter Tesauro e dell’on. Nuccia Albano assessora regionale alla famiglia e alle politiche sociali.

Il concetto di sussidiarietà circolare prevede il passaggio dal modello bipolare di ordine sociale fondato su Stato e mercato a quello tripolare che, accanto al pubblico e al privato pone, con pari dignità, il civile. Là dove il fruitore-cittadino è un soggetto che può esprimere il suo punto di vista circa il servizio e coopera per l’individuazione delle soluzioni migliori. Il nucleo della sussidiarietà circolare apre a relazioni nuove fra Stato, mercato e comunità, e interviene in tutte e quattro le fasi del ciclo di produzione dei servizi di welfare: programmazione, progettazione, erogazione e valutazione“. (S. Zamagni)

Una nuova frontiera dell’economia e della democrazia quindi, che introduce il metodo democratico e partecipativo non soltanto nei processi legislativi ma nelle diverse fasi della vita socio-economica delle comunità, puntando al massimo coinvolgimento dei cittadini-fruitori che diventano protagonisti della sfera pubblica pur non essendo direttamente impegnati nelle istituzioni.

In Sicilia questo metodo può rappresentare una opportunità preziosa per superare i limiti di una autonomia speciale spesso bloccata da sistemi di potere inefficienti e lontani dai reali bisogni delle comunità, in un contesto in cui è sempre più preoccupante il disinteresse dei cittadini per la partecipazione democratica ed elettorale.

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