Marco Andaloro: “Nel PD in pochi decidono tutto”

Chiara Milazzo
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Nei giorni scorsi Marco Andaloro ha comunicato la decisione di lasciare il Partito Democratico. Il sancataldese, attivo nel partito da circa vent’anni, ha deciso di aderire alla rete provinciale ‘Spazio civico’. Un annuncio che probabilmente non ha scosso gli insider, ma che ha incuriosito e che presuppone chiarimenti.

Andaloro inizia la sua avventura politica con i Giovani Democratici diventando segretario provinciale. Continua poi a militare fedelmente nel partito sino alla sua elezione a consigliere, prima all’opposizione, poi nelle ultime elezioni comunali, quando viene nominato assessore dalla giunta Comparato, per poi dimettersi in vista delle Regionali.

I primi mesi di amministrazione sono stati gestiti male: ho dato per scontato che il progetto valesse più delle singole persone, mentre gli altri non la pensano allo stesso modo. Un ruolo difficile quello del mio assessorato che mi avrebbe portato comunque alle dimissioni. Avrei dovuto avere più malizia o fare scelte diverse. Soprattutto è spiacevole essere stato votato e poi essere completamente fuori. Ogni mia proposta veniva bocciata, il sindaco e gran parte della maggioranza hanno voluto ridimensionarmi. A quel punto, per non sprecare l’occasione del centro sinistra di aver vinto le elezioni a San Cataldo dopo anni, mi sono messo da parte scegliendo di candidarmi alle regionali, cosciente del rischio di deludere gli elettori. Infine, la soddisfacente candidatura alle Regionali con preferenze anche fuori San Cataldo e con un seggio mancato per poche centinaia di voti. La mia candidatura è stata sottovalutata e da quel momento si è rotto qualcosa. La nuova classe dirigente di fatto è stata messa da parte. All’inizio c’era stato di comune accordo un periodo di transizione con la nomina di Renzo Bufalino a segretario che doveva accompagnarci verso un processo di rinnovamento e invece si è fermato tutto là, perché da due anni il Pd è fermo a livello provinciale.

Le elezioni del Libero Consorzio sono state il fattore scatenante, perché non ho condiviso la strategia e ritenevo si dovesse fare la lista del Pd. Un partito deve ragionare in maniera diversa, dare spazio ai territori, non solo alle città, soprattutto con questo metodo elettorale. La mia decisione arriva a conclusione di un percorso che, dopo le Regionali, ha visto una volontà da parte dei big del partito di non voler cambiare e di lasciarlo fermo a quello che era tanti anni fa e il partito a livello provinciale ha risentito di questa dinamica. Io proponevo un partito diverso, ma mi sono reso conto che era una visione per nulla condivisa. In pochi decidono tutto: questo è il mio pensiero e della stragrande maggioranza del partito che però si trova in una situazione di difficoltà, di attesa che qualcosa cambi. Sono contento per chi ci crede. È anche una questione anagrafica. Io non voglio più perdere tempo nel cambiare il partito”.

Da qui il passaggio a ‘Spazio civico’, una rete nata a Mazzarino che si estende a diverse comunità della provincia e che si fonda su valori quali rappresentanza, confronto, identità come solidità, libertà, speranza e fiducia.

Il progetto parte da un gruppo di esponenti civici di Mazzarino, Butera, Caltanissetta, Gela, San Cataldo, Santa Caterina, Sommatino e Delia. “Apprezzo soprattutto il fatto che hanno perso le elezioni, ma sono rimasti uniti – ha affermato Andaloro – L’intenzione è quella di creare anche a San Cataldo un movimento e di coinvolgere le altre forze civiche che si potrebbero rivedere in questo progetto con una prospettiva che vada anche oltre le prossime elezioni comunali. Uniti e competitivi per essere ai tavoli di discussione anche per le elezioni regionali”.

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