La Consulta Femminile di Caltanissetta: no alle pubblicità sessiste che offendono la dignità della persona

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dalla Consulta Femminile Comunale di Caltanissetta riceviamo e pubblichiamo:

Caltanissetta, 14 ottobre 2025 – È stata inviata oggi al Sindaco di Caltanissetta una lettera aperta, firmata dalla Portavoce della Consulta Femminile, per chiedere all’Amministrazione comunale di adottare una posizione chiara e ferma contro la pubblicità sessista, in un momento storico in cui il dibattito nazionale rischia di fare pericolosi passi indietro.
L’appello nasce in seguito ad una proposta di emendamento al disegno di legge Concorrenza, attualmente in discussione in Senato, che propone di abrogare il divieto di affissione di pubblicità sessiste, violente o discriminatorie previsto dal Codice della Strada. Se approvato, tale intervento renderebbe nuovamente possibile la diffusione di immagini e messaggi che offendono la dignità della persona e veicolano stereotipi degradanti di genere, in aperto contrasto con la Costituzione e con il Codice delle Pari Opportunità (D.Lgs. 198/2006).
La lettera chiede al Comune di:

  1. Introdurre o rafforzare un regolamento comunale che vieti esplicitamente le affissioni
    pubblicitarie lesive della dignità della persona o fondate su stereotipi di genere;
  2. Negare spazi pubblicitari a chi diffonde messaggi discriminatori o violenti;
  3. Aderire alla Carta dei Comuni per la parità e contro la violenza di genere, promossa
    da ANCI.
    “La pubblicità è lo specchio della cultura di un Paese — dichiara Ester Vitale — ma può essere
    anche uno strumento di trasformazione. Quando riduce le donne a oggetti, quando normalizza
    ruoli di subordinazione o violenza, contribuisce a perpetuare una visione diseguale della
    società. Chiediamo che Caltanissetta si schieri, con coraggio, dalla parte del rispetto e della dignità”
  4. La riflessione si inserisce in un quadro più ampio, quello del ruolo dei media nella lotta alla violenza di genere. Stereotipi, linguaggio e immagini non sono mai neutri: il modo in cui si raccontano le donne, i rapporti di coppia e la violenza contribuisce a plasmare la percezione collettiva e a rendere possibili o impossibili certi cambiamenti culturali
  5. “Ogni messaggio pubblicitario o mediatico che rafforza l’idea della donna come corpo, oggetto proprietà di qualcuno – sottolinea Lidia Trobia – alimenta quella subcultura della diseguaglianza che è all’origine della violenza maschile sulle donne”.
  6. “”La comunicazione, anche quella pubblicitaria, è sempre un atto politico – aggiunge Liliana Brucato – Esprime e svela la società che vogliamo. È arrivato il momento di superare con atti concreti pregiudizi e stereotipi che, francamente, sono ormai anacronistici””.
  7. Per questo motivo, la richiesta al Comune di Caltanissetta non è solo amministrativa, ma profondamente culturale e politica: difendere la dignità della comunicazione pubblica significa promuovere una società più equa, capace di educare al rispetto reciproco fin dai messaggi che popolano le strade, i social e i media locali.
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