Italia Nostra: SOS Ponte Capodarso

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dal prof. Leandro Janni riceviamo e pubblichiamo:

Uno dei simboli del nostro territorio è indubbiamente il Ponte Capodarso. Con questo dossier Italia Nostra intende porre all’attenzione delle autorità competenti, dei cittadini nisseni ed ennesi le sue valenze storiche, funzionali e artistiche. Congiuntamente, intende evidenziare il suo stato di degrado, sottolineando la necessità di verifiche strutturali e interventi di restauro conservativo. Prima di ulteriori e gravi danni.

Questo dossier è stato realizzato come “scheda” per il volume “SOS Sicilia Centrale – Un territorio ferito tra criticità e potenzialità” – AA.VV. – Edizioni Lussografica, Caltanissetta 2025

IDENTIFICAZIONE E LOCALIZZAZIONE

Denominazione: Ponte Capodarso

Ubicazione: Sicilia Centrale; Il Ponte attraversa il fiume Imera Meridionale, detto comunemente “Salso”, al confine tra i Comuni di Caltanissetta ed Enna ed è altresì sito all’interno della Riserva naturale orientata Monte Capodarso e Valle dell’Imera Meridionale 

LA STORIA

Cronologia delle principali fasi storico-costruttive

1.      Il Ponte Capodarso, costruito sotto la signoria dei Moncada, quando dal 1547 al 1575 viceré di Sicilia era Juan de Vega y Enríquez de Acuña, fu presumibilmente progettato da Nicola Facenti e realizzato da maestranze veneziane nel 1553, come testimonia l’iscrizione dedicata all’imperatore Carlo V d’Asburgo. Il manufatto originario, a schiena d’asino, era composto da un unico arco, a tutto sesto, di metri 23,97, un’altezza sul pelo dell’acqua di metri 20,62 e una lunghezza di metri 29,12. Fu realizzato con grossi conci in pietra gialla di Sabucina (pietra locale calcarea) così come i muri laterali. Due contrafforti con una cornice in pietra delimitavano la grande arcata. Sulla riva nissena, inoltre, venne realizzato un ulteriore, piccolo arco.

2.      Il ponte scavalca il fiume Imera Meridionale al confine dei territori di Caltanissetta ed Enna (un tempo Castrogiovanni). Abbiamo una preziosa testimonianza iconografica del manufatto originario grazie al pittore francese Jean Houel che, nel 1778, lo rappresentò in una sua veduta paesaggistica. Il Ponte è comunque da attribuire alla città di Caltanissetta: un documento del 21 luglio del 1620 attesta che il costo della riparazione della sua pavimentazione è totalmente a carico della municipalità nissena, sebbene si tratti della rampa di accesso dal lato Castrogiovanni.

3.      Il Ponte, dopo l’Unità d’Italia, fu oggetto di una rilevante ristrutturazione nell’ambito dei lavori per la realizzazione della strada carrabile Caltanissetta-Pietraperzia-Barrafranca-Piazza Armerina: furono aggiunte due arcate laterali a tutto sesto, ne fu aumentata la larghezza e fu portato in piano. Il 17 marzo del 1866 venne quindi aperto al traffico veicolare.

4.      Nel luglio del 1943 fu demolito da soldati tedeschi in ritirata e fu ricostruito l’anno successivo.  Il 10 aprile del 1961, a seguito di una piena eccezionale del fiume crollò e fu riaperto al traffico il 27 gennaio del 1962.

ASPETTI  AMMINISTRATIVI

proprietà attuale: Stato Italiano

Vincoli: Vincolo paesaggistico – D.A. nº 7732 del 09/10/1995; D.A. nº 513/44 del 27/10/1999; Bene culturale di interesse storico-artistico vincolato “Ope legis”

Uso Attuale: Ponte lungo la strada statale 122 agrigentina

DESCRIZIONE

stato di conservazione: Mediocre

Rapporti ambientali: Ponte Capodarso oggi fa parte dell’itinerario della Strada Statale 122 Agrigentina ed è funzionale agli spostamenti tra Caltanissetta ed Enna, per chi non volesse utilizzare l’autostrada A19.

Il Ponte Capodarso attraversa il fiume Imera Meridionale, detto comunemente “Salso”, al confine tra i territori di Caltanissetta ed Enna (già Castrogiovanni). Situato in un luogo assai suggestivo, un tempo impervio e selvaggio, si staglia tra le ripide alture di Monte Sabucina e Monte Capadarso che chiudono il fiume in una peculiare gola. Il Ponte, dunque, prende il nome dal vicino Monte Capodarso. Il Ponte oggi fa parte dell’itinerario della Strada Statale 122 Agrigentina ed è funzionale agli spostamenti tra Caltanissetta ed Enna, per chi non volesse utilizzare l’autostrada A19. Il suo stato di conservazione è mediocre: iscrizioni storiche sono andate perdute, i parapetti sono danneggiati o degradati, piante infestanti ne insidiano la struttura e coprono lo stemma di Carlo V d’Asburgo. Pertanto, sono necessarie verifiche strutturali e interventi di restauro conservativo. Ogni anno, nei pressi del Ponte Capodarso parte la storica competizione automobilistica denominata “Coppa Nissena”. Il Ponte è sito all’interno della Riserva naturale orientata Monte Capodarso e Valle dell’Imera Meridionale, istituita nel 1999 e gestita da Italia Nostra. Ponte Capodarso, un tempo riconosciuto come una delle tre meraviglie dell’Isola – “Un monte (Etna), un ponte (Capodarso) e un fonte (Aretusa)” – è oggi  “schiacciato” dal sovrastante viadotto della Strada Statale 626 della Valle del Salso: un’ulteriore, grave offesa subita da questo straordinario simbolo del territorio della Sicilia Centrale.

Prof. Leandro Janni, vicepresidente regionale di Italia Nostra Sicilia

foto di copertina di Leandro Janni

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