La “sorellanza”: un nuovo legame sociale!

Tonino Cala
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Una riflessione del prof. Tonino Calà per cominciare bene il nuovo anno

Il maschilismo predatorio è presente nell’inconscio collettivo, perché l’inconscio è politico, retaggio condizionato di una crisi della cultura patriarcale.

Nel tempo, la società ha eretto delle fittizie identità collettive, delle artificiose costruzioni antropologiche e psicologiche, dove prevale la figura dell’uomo aggressivo: muscoloso, guerrafondaio, dominante rispetto alla donna passiva e angelicata che si occupa esclusivamente della cura della prole e della casa.

Questa è la visione patriarcale che la destra approva, espressione miserrima e depauperante di una tradizione politica conservatrice e reazionaria.

La psicologia degli individui è condizionata dal mentale politico, dalla costruzione sociale del potere maschile, il sovranismo del fallo, la forza bruta del maschio che sottomette la donna, schema e modello collettivo di una società fatta dagli uomini e per gli uomini.

Al di là della conquista dei diritti e della loro parificazione donna-uomo, esiste ancora ed è presente nella memoria collettiva lo stigma vergognoso della violenza psicologica della discriminazione maschile, nella società e nella storia.

Certo, non bisogna confondere le lotte delle donne emancipate e le loro giuste rivendicazioni, con altre donne remissive che ci sembrano ancelle del potere patriarcale. Ci sono donne e donne. Stesso discorso per gli uomini che possono essere liberi o asserviti. Ci sono uomini e uomini.

Ci piace il concetto etico-politico di “sorellanza”, tema proposto in “Sorellanza. Per una psicoanalisi femminista” di Silvia Lippi, una nuova visione del legame tra donne che mette in fuga e sconfigge il patriarcato maschilista, sulla scia dell’innovativa esperienza del movimento #Me Too, movimento femminista contro le molestie sessuali e la violenza sulle donne, diffuso sulla rete, in modo virale, a partire dall’ottobre 2017.

Un legame sociale dove è assente il predominio del potere maschile per dare spazio alla libera creatività delle donne e degli uomini, diverso orizzonte di un’umanità generativa ed evoluta, articolata e complessa dinamica dei rapporti politici donna-uomo.

La sorellanza è un patto sociale, etico ed emotivo costruito tra donne. Prima di tutto è sapere che insieme si è più forti, che l’emancipazione è possibile solo creando forti alleanze, trattandosi come sorelle e non come nemiche. Un rapporto basato sul valore come gruppo, con l’intenzione di avviare un vero e proprio cambiamento sociale” (tratto da: La mente è meravigliosa, “Sorellanza: il valore dell’alleanza tra donne” della psicologa Valeria Sabater).

Ci sembra chiaro il discorso politico dell’emancipazione femminile che implica un cambiamento epocale e di prospettiva antropologica. Molti uomini non sono consapevoli, e non lo sono mai stati, del loro maschilismo patriarcale e, a parole, hanno promosso e valorizzato i diritti delle donne, senza che fosse vero.

Di fatto, la psicologia femminile ha scardinato il totem dello scettro maschile per realizzare il sentimento vitale degli affetti singolari e non omologabili.

Ma non si tratta di rivendicare con forza, in tutti i settori della società civile, la semplice parità donna-uomo, frutto delle lotte del movimento femminista degli anni ’70.

Diversamente, si chiede alla “congrega solidale” dei maschi un diverso atteggiamento nei confronti dei desideri e della libertà delle donne, un rispetto profondo delle loro scelte e della loro diversa psicologia, senza ridicoli paternalismi, finti e indulgenti moralismi di convenienza e di ruffiano consenso.

A tal riguardo, chiosa umoristica, ci sembra calzante la famosa battuta di Woody Allen: “Non vorrei mai far parte di un club che accetti fra i suoi membri un tipo come me”.

Tonino Calà

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