“Ci sono troppi interessi intorno al problema dell’acqua: muoviamoci oggi, insieme, senza rimandare. L’acqua è un bene comune e un diritto di cui le comunità non possono essere private. La crisi idrica, che continuamente si ripresenta, compromette la qualità della vita e ci chiama ad una responsabilità condivisa nel collaborare alla soluzione definitiva del problema”.
Con queste parole il Vescovo di Caltanissetta, mons. Mario Russotto, ha concluso il convegno indetto dalla Diocesi venerdì 19 settembre, “L’acqua: una soluzione definitiva” al quale erano stati invitati, insieme ai Consigli Presbiterale e Pastorale diocesani, oltre ai Sindaci dei Comuni della Diocesi e ai presidenti dei Consigli comunali, anche il Presidente della Regione, all’assessore regionale alle acque, i deputati nazionali e regionali, i vertici di Caltaqua, Siciliacque e Protezione Civile, gli Ordini professionali, e che si è concluso con la sottoscrizione di un documento di impegno comune, di cui il Vescovo è stato il primo firmatario.
Grande presenza di Sindaci e amministratori locali, presente il direttore generale di Caltaqua Andrea Gallè, i rappresentanti dei Comitati di Quartiere, del Comitato delle Mamme per l’acqua e del Forum regionale per l’acqua pubblica, clamorosamente assenti i deputati, il Governo regionale e Siciliacque, e un messaggio del direttore della Protezione Civile per giustificare la propria assenza.
La dicotomia tra i due livelli istituzionali non poteva essere più chiara: disponibili e attivi i Sindaci, livello istituzionale vicino al territorio e ai bisogni dei cittadini, “latitanti” i livelli politici più alti, che più di ogni altro sono tenuti a dare ragione della situazione da Terzo Mondo che vede ancora la Sicilia umiliata dalla negazione di un diritto essenziale sia per la vita delle famiglia che delle aziende e dell’economia.
Dopo l’introduzione del Direttore della Caritas diocesana, Giuseppe Paruzzo, che ha proposto un’analisi dei dati, inquietanti, sullo spopolamento dei nostri paesi, dialogando con l’intelligenza artificiale per una valutazione delle conseguenze sullo sviluppo economico della carenza di infrastrutture e servizi, che depotenzia persino la fiscalità di vantaggio della Sicilia rispetto al Nord Italia, sono intervenuti i quattro relatori: Fabio Corvo, presidente provinciale e regionale dell’Ordine degli Ingegneri, Paolo Mozzicato, presidente regionale dell’Ordine dei Geologi, Marcello Frangiamone, geologo e referente della diocesi per le problematiche idrice e Fiorella Falci, componente del Laboratorio socio-politico della Conferenza Episcopale Siciliana, che ha lavorato sul tema dell’acqua producendo un documento in dieci punti.
L’ing. Fabio Corvo ha sottolineato il gap infrastrutturale legato alla mancata applicazione in Sicilia della Legge Galli sui sistemi idrici integrati, con tempi burocratici che andrebbero velocizzati in un regime di straordinarietà (simile a quello applicato per ricostruire il ponte Morandi a Genova). Il complesso del Blufi, già presente nel piano regionale per la siccità, potrebbe, nell’arco di poco più di un anno, risolvere definitivamente il problema idrico del nisseno, se solo si costruisse l’avandiga che lo completi e lo renda funzionale.
Mancanza di programmazione degli interventi all’origine della crisi idrica attuale, nell’intervento del dott. Paolo Mozzicato, che ha determinato l’inadeguatezza del sistema delle infrastrutture, con una logica dell’emergenza che ha portato a spendere risorse ingenti per i dissalatori, che servono circa 120.000 abitanti a fronte di centinaia di milioni di euro di investimento.
Il dott. Marcello Frangiamone ha rilevato come il territorio della provincia nissena non abbia nessuna diga per l’approvvigionamento idrico, per cui l’ATO deve comprare l’acqua dai bacini esterni, mentre l’acqua, come dimostra il suo ciclo di produzione, non ha confini territoriali. La priorità del completamento del Blufi con l’avandiga è stato indicato come decisiva anche nel suo intervento.
La prof. Fiorella Falci ha illustrato la proposta in dieci punti che il Laboratorio socio-politico della CESI ha elaborato, sulla base dei dati raccolti, e alla luce del documento della Corte dei Conti siciliana del 7 luglio 2025, che ha individuato nei limiti politico-amministrativi della Regione le responsabilità della crisi idrica, che si continua a ad affrontare in una logica di emergenza, non riuscendo a vedere in prospettiva soluzioni strutturali e definitive del problema. Sorprendenti i costi dell’acqua, che viene acquistata dalla Regione ad 1 centesimo al mc, rivenduta ai gestori di ambito a 69 centesimi, e che costa ai cittadini in media 4,5 euro al mc in bolletta.
Pesanti le responsabilità di Siciliacque, la società che gestisce la rete di sovrambito e gli invasi, che ha ormai una rete di condutture colabrodo, e che quest’anno dal 2 luglio al 15 settembre ha interrotto l’erogazione idrica per 24 giorni su 76 nel territorio della provincia di Caltanissetta.
Nel dibattito sono intervenuti i sindaci di Caltanissetta, Tesauro e di Mussomeli, Catania, il direttore generale di Caltaqua Andrea Gallè, il Consigliere comunale Roberto Gambino, i geologi Burgio di Sommatino e Firrone del Forum regionale per l’acqua pubblica.
Consenso e disponibilità sulle proposte emerse, costituzione di tavoli tecnici permanenti nei Comuni ed infine la sottoscrizione del Documento proposto dal Vescovo Mario da parte dei Sindaci, dal Direttore di Caltaqua e delle figure istituzionali presenti.
Il testo del Documento è il seguente:
Noi sottoscritti, rappresentanti delle Istituzioni civili, giudiziarie, religiose, politiche, economiche, sociali e tecniche, riuniti presso l’Auditorium del Seminario Vescovile di Caltanissetta
RICONOSCIAMO
- che l’acqua è un bene primario e un diritto fondamentale, irrinunciabile per la vita, la dignità umana e lo sviluppo del territorio;
- che la cronica crisi idrica che affligge la città di Caltanissetta e l’intero territorio diocesano compromette gravemente la qualità della vita delle famiglie, delle attività economiche e dei servizi essenziali;
- che tale emergenza richiede un’assunzione di responsabilità condivisa, un impegno concreto e un’azione coordinata di tutte le parti coinvolte
- CI IMPEGNIAMO
- a collaborare con spirito di corresponsabilità e trasparenza per individuare e attuare una soluzione definitiva al problema idrico
- a costituire un tavolo tecnico permanente tra istituzioni, enti gestori, professionisti ed esponenti della comunità, coordinato con spirito di servizio al bene comune
- a garantire la massima disponibilità dei dati, delle competenze e delle risorse di ciascuna parte, evitando contrapposizioni sterili e privilegiando il dialogo e l’efficacia
- a monitorare costantemente lo stato degli interventi e a rendere conto pubblicamente dei progressi compiuti
- a perseguire soluzioni che siano sostenibili, eque e durature, tutelando il diritto all’acqua di ogni cittadino senza distinzione
- CONFERMIAMO
- che questo documento rappresenta un impegno morale e civile, assunto davanti alla comunità ecclesiale e civile della diocesi di Caltanissetta, e che ogni firmatario riconosce la propria parte di responsabilità e di azione.