Claudia Cardinale: il volto di una Sicilia internazionale

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L’abbiamo vista recitare sul palcoscenico del Teatro Margherita, in “Zoo di vetro” di Tennessee Williams, nel 2007: Claudia Cardinale, una delle poche dive del cinema italiano che ha saputo confrontarsi con il pubblico senza il filtro dello schermo, nel rapporto diretto del teatro.

E’ stata il volto di una Sicilia internazionale, figlia di siciliani a Tunisi: Angelica nel Gattopardo e popolana ne I soliti ignoti, Il Giorno della civetta e Il Prefetto di ferro, accanto a divi assoluti del cinema mondiale senza farsi mai rubare la scena, essenziale, autentica, parlava con lo sguardo ma anche con la sua voce rauca, che Fellini volle senza il doppiaggio dei suoi primi film, valorizzando l’originalità della sua personalità e demolendo uno degli stereotipi dello star system.

Ha tenuto testa con la sua autenticità disarmante ad Alberto Moravia che la intervistò nel 1962 provocandola con malizioso maschilismo e definendola donna-oggetto.

Non ha esitato a lasciare Cristaldi, il potentissimo produttore che l’aveva lanciata ma la soffocava con il suo controllo, per Pasquale Squitieri, regista scomodo e alternativo.

Come non aveva esitato, giovanissima, a far nascere Patrick, il figlio frutto di una violenza, e crescerlo da sola, in anni in cui tutto questo non era compatibile con la “rispettabilità” di una donna, nemmeno se artista.

Senza proclami ha rappresentato il coraggio della libertà delle donne nella vita quotidiana e sullo schermo, con una coerenza limpida, scomoda, come quando accettò di interpretare “Claretta” l’amante del Duce, un ruolo che la esponeva a critiche pregiudiziali, di cui lei seppe rappresentare l’umanità, fino in fondo.

Ha voluto essere padrona di sé, del suo corpo, accettando l’età senza “rifacimenti” estetici, o come quando si presentò in minigonna all’udienza degli artisti con Paolo VI, nel 1967.

Ha girato oltre 120 film con i registi più importanti del mondo, in tutti i paesi del mondo, e ha ricevuto i premi più prestigiosi per le sue interpretazioni.

Impegnata da sempre per l’ambiente, i diritti umani, il rispetto dei diritti delle donne, “ambasciatrice di buona volontà” per l’UNESCO e sostenitrice della comunità LGBTQ+

Non ha mai perso l’autenticità del suo tratto umano. Ricorderò per sempre il suo abbraccio spontaneo, nel back-stage del Teatro Margherita, quando andai a ringraziarla a nome dell’Amministrazione comunale per la sua splendida interpretazione in “Zoo di vetro”, con un sorriso luminoso dedicato a una persona sconosciuta, lontano dai flash dei fotografi.

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