Il Consiglio comunale di Caltanissetta ha approvato all’unanimità un importante Ordine del Giorno di contrasto alla violenza sulle donne e di promozione della parità di genere, nella seduta del 25 novembre, Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne.
Il documento, primo firmatario Carlo Vagginelli, che lo ha illustrato in aula, è stato sottoscritto dai consiglieri di opposizione e approvato all’unanimità, dopo una ampia discussione e alcuni ritocchi, anche dalla maggioranza di centro-destra.
Questo il testo del documento approvato:
Ordine del giorno
Con la risoluzione n. 54/134 del 17 dicembre 1999 l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha istituito la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, indicando il 25 novembre quale data della ricorrenza.
La scelta di tale data è stata motivata dalla volontà di ricordare la violenza subita il 25 novembre 1960 da Patria, Minerva e Maria Teresa Mirabal, tre attiviste politiche della Repubblica Dominicana, che per ordine del dittatore Trujillo furono arrestate dagli agenti del Servizio di informazione militare, violentate, torturate a colpi di bastone e strangolate.
Il testo della risoluzione adottata dalle Nazioni Unite afferma con forza che la violenza contro le donne, sia essa fisica, sessuale o psicologica, così come ogni forma di contrazione della libertà delle donne nella vita pubblica o privata è espressione di “relazioni di potere storicamente ineguali” fra i sessi e rappresenti un ostacolo al raggiungimento dell’uguaglianza, dello sviluppo e della pace.
Stando alle elaborazioni ISTAT, nel nostro Paese il 31,5% delle donne con età compresa tra i 16 ed i 70 anni (6 milioni 788 mila) ha subito nel corso della propria vita una violenza di natura fisica o sessuale, il 13,6% da parte del proprio partner o ex partner.
Le donne che hanno subito le forme più gravi della violenza sessuale, quali lo stupro o il tentativo di stupro, sono il 5,4% (1 milione 157 mila) ed a praticarle sono in larghissima maggioranza i partner, i familiari o gli amici.
Quanto ai femminicidi, la Direzione centrale della Polizia Criminale chiarisce che dal primo gennaio al 17 novembre 2024 sono stati compiuti 98 omici con vittime di sesso femminile, 84 dei quali in un contesto familiare ed affettivo.
Un ulteriore capitolo, assai significativo, è rappresentato dalla violenza psicologica, finanziaria ed economica, ossia da quei comportamenti di umiliazione, svalorizzazione, controllo ed intimidazione, nonché di limitazione nell’accesso alle disponibilità economiche proprie o della famiglia.
Stando ad un rapporto pubblicato nel 2023 da WeWorld (organizzazione indipendente) il 49% delle donne intervistate dichiara di aver subito violenza economica almeno una volta nella vita, una donna su dieci dichiara che il partner le ha negato di lavorare, il 28% dichiara di aver subito decisioni finanziarie prese dal suo partner senza essere state preventivamente consultate.
Tutto ciò delinea un quadro sociale, politico e culturale segnato dalla permanenza di un rapporto di potere, se non di dominio, degli uomini nei confronti delle donne.
Lungi dall’essere un mero fatto criminale, quindi, la violenza nei confronti delle donne è l’espressione più acuta e manifesta di una cultura patriarcale, un fenomeno – quindi – che interroga direttamente le istituzioni politiche, chiamandole ad agire sul fronte della prevenzione, dell’educazione, della repressione e, soprattutto, della rimozione delle condizioni economiche e sociali che determinano lo squilibrio di potere in favore degli uomini ed a danno delle donne.
Caltanissetta, città delle donne sin dal suo nome, non è affatto esente da questo fenomeno, che invece si manifesta sotto molteplici forme.
A Caltanissetta i Centri antiviolenza hanno necessità di supporto e sostegno da parte delle istituzioni nella realizzazione di un’efficace rete di aiuto alle vittime.
A Caltanissetta appena il 23,1% delle donne ha una propria occupazione, più di tre donne su quattro sono quindi prive di un lavoro e di un’autonoma fonte di reddito, con grave nocumento per la loro libertà.
A Caltanissetta il lavoro di cura familiare è affidato in maniera pressoché esclusiva alle donne in ragione della grave carenza di politiche sociali rivolte alla cura dell’infanzia, all’assistenza agli anziani, al sostegno alle persone con disabilità.
Tutto ciò ci dice che le istituzioni cittadine, lungi dal ridurre la propria azione ad una mera celebrazione formale, devono cogliere l’occasione fornita da questa ricorrenza per assumere impegni sostanziali in direzione di una città più giusta ed uguale per donne e uomini.
Tutto ciò premesso
Il Consiglio comunale impegna il Sindaco e la Giunta
a sostenere i Centri antiviolenza con apposite risorse e promuovendo un lavoro di rete che coinvolga le diverse realtà impegnate su questo fronte e tutte le agenzie e Istituzioni afferenti al Tavolo interistituzionale costituito dalla prefettura già nel 2017;
a inserire il numero unico antiviolenza 1522 sulla homepage del suo sito web istituzionale;
a inserire nella homepage del suo sito web istituzionale il collegamento all’app Youpol del Ministero dell’Interno, con la quale è possibile trasmettere messaggi ed immagini georeferenziate direttamente alla Polizia di Stato;
a promuovere di concerto con gli Istituti scolastici della città, con la Consulta Femminile, le associazioni ed i comitati di quartiere campagne di sensibilizzazione e di educazione alle differenze di genere;
a promuovere effettive condizioni di emancipazione femminile, da realizzare anche a livello locale attraverso appalti pubblici che valorizzino la parità salariale e l’equilibrio occupazionale tra donne e uomini;
a realizzare iniziative che forniscano formazione, aggiornamento professionale e sostegno all’autoimprenditorialità alle tante donne che nella nostra città sono escluse dal mercato del lavoro e il pieno utilizzo di borse lavoro per le donne vittime di violenza;
a promuovere politiche di sostegno alla natalità che, accanto all’incremento dei posti nido, supportino le persone che intendano realizzare una famiglia mediante attività formative e di scambio esperienziale, anche mediante il coinvolgimento delle realtà associative;
a sollecitare gli organi competenti al pieno rispetto della legge 194 del 22 maggio 1978;
a promuovere il rispetto delle differenze di genere, anche mediante l’adozione di un linguaggio inclusivo e che rifiuti l’universalità del maschile in ogni atto dell’amministrazione, a partire dallo Statuto comunale;
a riequilibrare la toponomastica cittadina intitolando piazze, strade e luoghi cittadini a donne di cui recuperare la memoria.