Consiglio Comunale-happening sul patrimonio culturale della Città

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Le istituzioni nissene non finiscono mai di stupire.

Si è svolta ieri una seduta del Consiglio comunale di Caltanissetta particolarmente importante, dedicata ad un unico argomento:  “Proposta di deliberazione n. 44 del 15/05/2025: “Futuro del patrimonio culturale di Caltanissetta e del suo territorio”.

Erano state invitate la Soprintendenza ai BB.CC.AA. di Caltanissetta e la Direzione del Parco Archeologico di Gela, che non si sono presentate, ed il gruppo di Associazioni che ha dato vita al progetto “SOS Sicilia Centrale”, presenti con la Portavoce, Prof. Simona Modeo, grazie alla quale la seduta ha potuto avere i contenuti e l’impostazione che l’argomento avrebbe meritato.

La Prof. Modeo ha svolto, di fatto, la relazione introduttiva, visto che il primo firmatario della richiesta di convocazione ha soltanto motivato la richiesta, senza prospettare né un’analisi documentata dello stato dell’arte, né tanto meno uno schema di progetto relativo alla valorizzazione del patrimonio culturale nisseno”, limitandosi a promuovere la presenza delle Associazioni che avrebbero prospettato “proposte concrete”.

Neppure il presidente della Commissione Consiliare Cultura ha introdotto la seduta con una relazione, neppure l’assessora alla Cultura, che si è limitata ad un breve intervento finale, e neppure il Presidente del Consiglio Comunale è intervenuto nel merito della questione.

Ottima idea quella di convocare le Associazioni, (sarebbe stato meglio convocarle tutte), ma sicuramente non è questo il modo politicamente corretto di impostare i lavori di un Consiglio Comunale, rinunciando a definire i cardini e le priorità della discussione, affidandosi all’ascolto di ciò che gli esperti esterni hanno da dire, e soprattutto senza deliberare formalmente nulla al termine della discussione, abbastanza articolata, che si è protratta per oltre due ore.

Per fortuna la Prof. Modeo ha presentato un’analisi dettagliata delle criticità e delle opportunità importanti che il patrimonio culturale cittadino presenta, individuando puntualmente anche le responsabilità dei diversi livelli istituzionali, e soprattutto della Regione siciliana. Facendo, tra l’altro, dichiarazioni di gravità clamorosa: i siti archeologici di Sabucina (l’area archeologica più vasta della Sicilia) e Gibil Gabib, inaccessibili ai turisti, sono invece aperti alla presenza dei vandali e vengono costantemente depredati da scavatori di frodo. Non ci sono misure di sorveglianza né condizioni di sicurezza, che li espongono al rischio di una totale distruzione.

I palazzi nobiliari, le miniere, il Cimitero dei carusi il Cimitero monumentale Angeli, gli antichi abbeveratoi, la valorizzazione e la gestione di Palazzo Moncada, del Teatro Margherita, della Biblioteca, del Parco Urbano “Rosario Assunto”, del centro “M. Abbate”, in una parola, il Polo Culturale della Sicilia centrale, centrale in una economia della promozione turistico-culturale, non hanno un progetto di gestione e neppure una programmazione delle manutenzioni ordinarie che ne mantengano dignitosamente il decoro e la fruibilità.

L’unica valutazione condivisa, alla fine della discussione, anche dall’intervento del Sindaco, è stata l’intenzione di costituite un gruppo di lavoro misto tra Consiglio Comunale, Giunta, Associazioni culturali, per cominciare a definire un quadro di interventi. Ma anche su questo punto formalmente non si è deliberato nulla.

È ormai una prassi non avere una visione organica delle questioni da affrontare nelle istituzioni locali. Anzi, l’assessora alla Cultura ha affermato testualmente “Affidiamoci alle associazioni per elaborare il progetto e discutiamone sempre insieme”. Apprezzabile disponibilità al dialogo ma anche dichiarazione inequivocabile dell’assenza di un progetto proprio.

Tranne scoprire poi, dall’intervento del Sindaco, che il Comune di Caltanissetta ha sottoscritto un contratto di ATS (Associazione Temporanea di Scopo) con i Comuni di Enna, Piazza Armerina e Mazzarino, di cui è capofila l’università KORE di Enna,  per promuovere il turismo culturale, la formazione degli operatori e il management del patrimonio turistico-culturale. Si entra dunque in un contenitore senza averne prima definito il contenuto.

I singoli Consiglieri comunali sono stati più efficaci nei loro interventi, (Di Dio, Petitto, Vagginelli, Gambino, Dierna, Mirisola, Mosca, Di Carlo e Turturici) puntualizzando alcune questioni di rilievo, specialmente riguardo ai siti minerari e archeologici, i “tombaroli” intervengono costantemente ma le istituzioni no, ed è stata proposta per questo una vera e propria vertenza nei confronti della Regione inadempiente.

A questo punto, colpo di scena: l’assessore Lo Muto comunica che ha telefonato in diretta all’assessore regionale Scarpinato, che si è detto disponibile a venire a Caltanissetta per conoscere le condizioni del patrimonio culturale del territorio e predisporre, eventualmente, interventi.

Insomma, più che un Consiglio comunale è sembrato un happening istituzionale, molto casual, fondato sulla buona volontà e le competenze di alcuni singoli, che ha dato pienamente  la misura di una città che sui temi fondamentali del suo sviluppo economico e sociale non trova una classe dirigente adeguata a pensare, esprimere e coordinare compiutamente progetti a medio e lungo termine, e che anzi, come è stato rilevato, ormai confonde ripetutamente la cultura con gli “eventi”, effimeri e occasionali.

Forse, vogliamo sperare, dopo aver dimostrato che sulla cultura partiamo da zero, che la “tabula rasa” possa essere il campo da seminare per generare finalmente una visione e un progetto.

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