DUE PIAZZE, DUE CITTA’

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MONTA LA PROTESTA PER L’ACQUA E NON SI FERMA. IN PIAZZA LE DONNE DEI QUARTIERI

Caltanissetta 20 settembre: due piazze, due città.

In corso Umberto, nella ZTL, “Piazza in movimento”, manifestazione sportiva del Settembre è Nisseno con le dimostrazioni delle associazioni sportive per coinvolgere i cittadini nella pratica sportiva. A pochi metri, sin dalla mattinata, centinaia di persone, soprattutto donne,  manifestano per l’acqua. Vengono dai quartieri in cui l’acqua non arriva se non ogni 6-7-8 giorni, dalle case senza autoclavi, nelle strade dove non passano le autobotti.

Hanno presidiato la sede di Caltaqua per tutta la mattinata, nel pomeriggio sono di nuovo in piazza, le autobotti che sono state inviate nei loro quartieri portano acqua che non è potabile, e molti di loro dicono che è anche maleodorante.

Anche per loro è stato fermato il traffico, nei due corsi che danno accesso a piazza Garibaldi, con uno spiegamento di forze dell’ordine che finora hanno monitorato la protesta per evitare che possa “degenerare”.

Sono due ZTL di segno diverso, che sembrano fotografare una città divisa, tra chi cerca, e se lo può permettere, una risposta positiva al disagio e alla desertificazione che la città subisce ormai da anni, e chi, senza difese e protezioni sociali, ha toccato la soglia dell’esasperazione per la negazione di quel diritto elementare alla salute e alla dignità che l’acqua rappresenta come base materiale irrinunciabile per una vita civile.

La politica non può essere equidistante o assente da nessuna delle due città. Dovrebbe darsi il compito di tenerle insieme e di dare risposte vere, al di là delle parole e delle mozioni, o almeno condividere le ragioni della protesta con empatia efficace.

La rappresentanza democratica passa da questo impegno, quotidianamente, non solo nel giorno delle elezioni. E non è sufficiente l’unanimità nelle aule delle istituzioni, per essere davvero all’altezza di questo compito.

Non è semplice trovare soluzioni dopo decenni di errori e omissioni, ma quando i cittadini chiedono ascolto, aiuto, e hanno il coraggio di scendere in piazza spontaneamente, senza “convocazione”, la politica ha il dovere di mettersi in discussione insieme a loro, e impegnare tutte le proprie risorse per rappresentare e rendere proficua la protesta sacrosanta di chi, oltre alla propria esasperazione, non ha strumenti efficaci per risolvere questo problema enorme, tanto grande da invadere tutto il contesto, fino a diventare invisibile.

Non possiamo permettercelo

Le foto sono state scattate da cittadini presenti in piazza

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