“Gemme di Sicilia” progetto positivo ma tanti errori da correggere nei contenuti

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Si è tenuto il 30 settembre 2025 presso l’auditorium Gaetano Saporito a San Cataldo, l’evento conclusivo del progetto “Gemme di Sicilia”, finanziato dal G.A.L. Terre del Nisseno per una cifra a base d’asta di € 499.895,00 iva e spese generali comprese dal titolo “Creazione della destinazione turistica delle vie dei Castelli, dello Zolfo e dei Sali potassici valorizzando il patrimonio edilizio, ambientale, paesaggistico, i borghi e i villaggi rurali”.

E’ stata l’occasione per conoscere approfonditamente le caratteristiche ed i contenuti del progetto che ha lo scopo di promuovere e valorizzare i Castelli, il paesaggio minerario e l’immenso patrimonio paesaggistico che comprende i territori dei comuni di San Cataldo, Caltanissetta, Serradifalco e Delia.

Un progetto ambizioso che ha lo scopo di promuovere il territorio a livello internazionale mediante l’individuazione di siti con valenza turistica e itinerari di seguire per approfondirne la conoscenza.

Ampia vetrina durante l’incontro è stata data alla componente informatica che risulta essere il cuore del progetto. Un sito internet ben costruito, graficamente accattivante, accompagnato da una app pratica e funzionale da scaricare su smartphone Android o IOS ricca di contenuti. I contenuti. E qui che il progetto si è un po’ smarrito delineando una serie di errori ed approssimazioni che non sono adeguati ad un progetto costato centinaia di migliaia di euro.

Delia, Serradifalco e San Cataldo si sono dati un gran da fare e, direttamente gli amministratori locali o i loro referenti, hanno arricchito il progetto con contenuti consoni agli obiettivi di valorizzazione del territorio. Forse si può perdonare la frase che  afferma che “Delia domina la campagna cerealicola del Vallone” che certamente evidenzia una scarsa conoscenza dei luoghi che si vogliono valorizzare, ma rispetto a Caltanissetta emergono tutti gli errori più gravi che fanno da contorno ai vari itinerari proposti.

Errori di denominazione, errate ubicazioni, siti inseriti in percorsi di valorizzazione ma che in realtà sono interdetti alle visite per motivi di rischio idrogeologico, aree minerarie ricolme di rifiuti e forse anche sottoposte a sequestro giudiziario, insomma un insieme di siti da visitare redatto con approssimazione e poca conoscenza dei luoghi che confermano la mancanza di un controllo e di verifica da parte di chi, tra gli amministratori locali, vorrebbe fare, del territorio nisseno, luogo di destinazione turistica dimostrandone in realtà una scarsa conoscenza. E da tale analisi il Comune di Caltanissetta non ne esce proprio bene. Insomma, da Capitale mondiale dello zolfo a Capitale dell’ignoranza per Caltanissetta il passo, questa volta, può essere assai breve.

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