Al centro della Sicilia della grande sete, dove la siccità sta distruggendo produzioni agricole di qualità e prosciugando i laghi, Slow Food ha deciso di riunire, sabato 27 luglio, i suoi Stati Generali della Rete regionale, in un luogo altrettanto simbolico: lo stabilimento ex Averna, in via Xiboli a Caltanissetta, un tempo sede della produzione del più antico e prestigioso amaro siciliano di erbe naturali, oggi integrata in un grande gruppo del nord, quotato in borsa, con un portafoglio di oltre 50 marchi e brand a priorità globale.
Sembrerebbe un ossimoro dell’economia sostenibile, biodiversità Vs produzione industriale di massa, e in questo luogo-simbolo della complessità contemporanea Slow Food ragionerà per una intera giornata, con gli interventi di Fabio Di Francesco, presidente di Slow Food Sicilia, Barbara Nappini, presidente di Slow Food Italia e Leandro Janni, Presidente di Italia Nostra Sicilia.
Buon cibo e ambiente, natura e biodiversità, economia e culture dei territori, il patrimonio più prezioso e irripetibile che potrebbe essere alla base di un modello di sviluppo alternativo, quello di cui ha scritto autorevolmente papa Francesco nella sua enciclica Laudato Sì, saranno i temi al centro della giornata Slow Food, in queste giornate drammatiche in cui l’intreccio tra cambiamenti climatici, esaurimento e spreco delle risorse idriche e incapacità politica di tutelarle e incrementarle, stanno facendo toccare con mano a ciascuno di noi le conseguenze delle non-politiche dissennate di questi decenni e l’urgenza di un cambiamento di rotta.
Slow Food è un grande movimento internazionale, una rete globale di comunità locali, nato in Italia nel 1986 (proprio mentre a Roma apriva il primo Mc Donald in Italia) con l’impegno di promuovere il diritto al piacere e al buon cibo, pulito e giusto per tutte e tutti, come parte della ricerca della prosperità e della felicità per l’umanità attuale e futura e per l’intera rete del vivente.
Condivide con Italia Nostra valori, progetti e finalità: dare il giusto valore al cibo, praticando e diffondendo il rispetto verso chi lo produce in armonia con ambiente ed ecosistemi, grazie ai saperi di cui sono custodi territori e tradizioni locali.
